Quasi un mese dall’ufficialità della sospensione definitiva del campionato Primavera Femminile, abbiamo parlato con Fabio Melillo, tecnico della Roma che stava dominando il proprio girone.
“C’è grande rammarico per non aver potuto concludere una stagione che stavamo portando avanti con grandi risultati proseguendo nell’ottimo lavoro della scorsa stagione che ci aveva viste protagoniste fino in fondo, con la finale Scudetto persa solo ai rigori contro l’Inter”.

“In campionato abbiamo vinto con merito tutte e 17 le partite disputate e avevamo 13 punti di vantaggio sulla Fiorentina, anche se loro avevano una partita in meno. Eravamo ansiose di arrivare a una rivincita della finale dello scorso anno. Mancavano le tre partite del girone, i quarti e la Final Four. Potevamo arrivare fino in fondo vista la qualità delle nostre ragazze. Questo stop però non pregiudica il percorso di crescita delle ragazze e di quanto di buono hanno dimostrato in questa stagione”.

Ci sono delle vittorie che ricorderai con più piacere?
“Sicuramente il derby di andata. Si trattava della prima sfida tra Roma e Lazio a livello femminile visto che la loro prima squadra è in Serie B. L’abbiamo interpretato in maniera completa, con tanta qualità. Abbiamo vinto 4-0 ed è la soddisfazione più bella di questo campionato, seguita dalla vittoria per 3-2 in casa della Fiorentina seconda in classifica”.

Nel derby è arrivato il bis al ritorno…
“Sì, dopo il 4-0 in casa, abbiamo vinto anche in trasferta per 3-0. Sono stati giocati a distanza ravvicinata visto che il primo era stato rinviato per motivi di calendario”.

Oltre al campionato, anche nel torneo di Viareggio sono arrivate delle soddisfazioni.
“Sì, anche quella è stata una bella avventura. Abbiamo condiviso una decina di giorni tutti insieme, una situazione alla quale le ragazze non erano abituate. È stato come un piccolo mondiale, ritiro, hotel, allenamenti e partite ogni due giorni. È stato un momento di unione importante e formativo. Sono grato alla Società che ha fatto questo ulteriore sforzo per garantirci una vetrina importante. Credo che le qualità e il senso di appartenenza dimostrati dalla squadra abbiano ripagato questo sforzo.

Purtroppo abbiamo perso la finale contro la Juventus per 3-2 con una certa sfortuna. Abbiamo giocato un primo tempo equilibrato creando diverse occasioni ma siamo tornati negli spogliatoi sul 3-0 per loro con due calci di punizione e un contropiede. Era difficile da credersi visto che ci sentivamo ancora in partita. Le ragazze hanno avuto una grande reazione dominando la ripresa creando anche l’occasione del pareggio in dieci. Una prova importante contro un’altra grande squadra”.

In generale qual è il giudizio sul percorso della squadra?
“In campionato in due anni abbiamo giocato 35 partite raccogliendo 32 vittorie e 3 pareggi. È stata una squadra costruita bene sin dall’inizio”.

Si sente la differenza da quando c’è stato l’ingresso delle società professionistiche?
“Sì, c’è la differenza che c’è tra il giorno e la notte. Ci sono strutture che fino a 4 o 5 anni fa erano impensabili. Vedo anche per le under 17, under 15 o le bambine delle metodologie nuove di lavoro e la differenza si vede anche nelle gestualità delle ragazze. Abbiamo a disposizione campi, strutture, personale per la fisioterapia. Le bambine prima crescevano nelle scuole calcio maschili ma poi si perdevano.

A livello di Primavera abbiamo potuto aumentare il carico di lavoro e migliorare la gestione degli allenamenti. Le società dilettantistiche spesso faticavano anche a trovare campi disponibili, ci si allenava in orari scomodi o addirittura su metà campo. C’è stato un salto notevole nella crescita dell’atleta donna”.

Il vostro lavoro prosegue nonostante sia finita in anticipo la stagione?
“La notizia per noi è arrivata presto ma nonostante questo sono sorpreso di vedere come le ragazze seguono il programma settimanale di allenamenti, con 5 giorni di lavoro e 2 di riposo. Fortunatamente ora possono correre all’aperto. Abbiamo cercato di far capire loro che anche a stagione conclusa abbiamo bisogno di dati certi sull’evoluzione del loro fisico. La costruzione del fisico femminile va curata in maniera mirata e la loro risposta è stata in linea alle loro prestazioni sul campo. Non le abbiamo mai lasciate da sole e loro non vedono l’ora di collegarsi con noi. Sono un grande gruppo”.

Qual è l’età media delle ragazze della Primavera?
“Copriamo una fascia molto ampia. Quest’anno le fuoriquota consentite erano le 2000 ma noi non ne avevamo per scelta societaria. Abbiamo ragazze dal 2001 al 2004 più una del 2005 particolarmente predisposta dal punto di vista fisico”.

Quanto è grande il passo per salire dalla Primavera alla Prima Squadra?
“Nel calcio femminile è più semplice accorciare i tempi perché il passaggio è più fluido, e anche in questa stagione alcune delle nostre ragazze si sono allenate stabilmente con la Prima Squadra. Al termine di questi due anni di lavoro faremo le analisi necessarie per strutturare al meglio questa fase di passaggio, cercando di dare alle ragazze anche il giusto senso di appartenenza e amore per la maglia che indossano. Abbiamo quattro o cinque talenti che arriveranno in Serie A e l’obiettivo è quello di continuare a formarne con regolarità”.

Quanto ti manca il campo?
“È stato un periodo duro, iniziato all’improvviso in un giorno in cui eravamo in partenza per Bari per una trasferta. Ho letto quello che succede in queste situazioni a chi è abituato a lavorare all’aperto, a condividere passioni ed emozioni: io sono un animale da campo e posso confermare che questa chiusura è stata veramente dura, ho sofferto tutto quello che si poteva soffrire. Nel primo mese facevo fatica a fare tutto. Più avanti, iniziando a programmare la prossima stagione, è tornato un po’ di sprint lavorativo ma non vedo l’ora di tornare ad avere contatto con la squadra, con la formazione delle ragazze e con i concetti da trasmettere in campo”.

Credit Photo: Fabio Cittadini