Federica D’Astolfo sta per iniziare la sua quinta stagione sulla panchina della Reggiana, facile prevedere che sia la più importante dal punto di vista tecnico considerando la qualità delle giocatrici che si trova a disposizione.
Romana, classe 1966, cinque scudetti vinti, i primi due alla fine degli anni ottanta con la maglia della Lazio e i successivi due alla fine degli anni novanta con quella del Modena e poi quello con il Foroni Verona. Due Coppe Italia, l’ultima sempre con il Foroni Verona nel 2002 a distanza di sedici anni dal primo scudetto, tre Supercoppe. Un centinaio di presenze in Nazionale con tanto di fascia da capitano, da allenatrice due volte Panchina d’Argento, premiata dai colleghi di serie B. E non per ultimi Europei e Mondiali disputati su tutto il globo terrestre. Fosse calcio maschile potrebbe vivere di rendita ma visto che parliamo di femminile siamo ridotti ad una lite che cerchiamo nel nostro piccolo di fare emergere, come la Reggiana che ben pochi sanno è la società più titolata di Reggio Emilia e provincia con tre scudetti e tre Coppe Italia vinte, l’ultima delle quali nel 2010, non stiamo parlando della preistoria. Ma anche questo evento negli anni è passato alla soglia dell’indifferenza.

Federica ad una settimana dal via come siamo messi?
Stiamo raggiungendo una buona condizione grazie alla Coppa Italia e ad alcune amichevoli. Voglio che le ragazze entrino in clima partita, fisicamente stiamo bene e questo grazie anche uno staff rinforzato e agli sforzi della società che quest’anno ha fatto le cose in grande

Ti sei fatta un’idea di che campionato sarà?
Cambiano sempre le squadre del girone, mi fido ma non del tutto. Credo che il campionato di B è sempre complesso per le caratteristiche delle squadre, partite da battaglia. Sul piano agonistico voglio vedere maggiore cattiveria agonistica rispetto allo scorso campionato

L’asticella si deve necessariamente alzare dopo due undicesimi posti, dove la poniamo?
Assolutamente. Credo che quest’anno possiamo puntare in alto, in prima fascia. Vincere è sempre difficile. La società ha fatto dei sacrifici con innesti importanti e dobbiamo ricompensare con i risultati in campo. Poi non sarà facile ma ci proveremo avendone le possibilità

Hai due euro in tasca ed una scommessa da giocare all’interno della Reggiana. Su chi punti?
Quest’anno vorrei che ogni singola ragazza trovasse la tranquillità necessaria per un benessere che faccia bene al gruppo. Le ragazze sono cresciute e mentre prima puntavo molto sul gruppo adesso mi sento di chiedere qualcosa in più ad ognuna di loro, individualmente devono essere e sentirsi a posto

Tu oramai vivi a Reggio Emilia da diversi anni, ma perché tutta questa indifferenza verso il calcio femminile?
Domanda complessa, parte tutto da un discorso culturale in generale rispetto ad altri paesi, qui da noi il calcio è vissuto come sport maschile. Nel concreto ci vogliono più investimenti. Sono un po’ più fiduciosa rispetto a prima, vedere la finale di Champions, le squadre maschili che devono affiliare quelle femminili, mi fa essere più ottimista, c’è da migliorare ancora tanto anche come volontà politica. Ci vorrà ancora del tempo ma la strada può essere quella buona

Ti è concesso un sogno ad occhi aperti, quale?
Rimanendo nell’ambito, svegliarmi tra un qualche anno e uscire per andare a vedere una bella partita al Mirabello con lo stadio pieno, un bel spettacolo con la Reggiana che gioca e fa divertire il pubblico. Sarebbe il coronamento della mia vita passata nel calcio femminile