Il Chievo Verona è tornato a vincere in Serie B, battendo per 3-2 il Tavagnacco. La rete decisiva l’ha messa a segno il difensore classe 2000 Francesca Carleschi, arrivata quest’anno nella città veronese. Abbiamo raggiunto la giovane calciatrice, inserita nella Top 11 della nona giornata, ai nostri microfoni.

Francesca quando ti sei innamorata del pallone?
«Non c’è stato un momento preciso in cui ho capito di avere questa passione. Ci sono nata, l’ho sempre portata dentro. Quando guardavo le partite con mio papà o semplicemente quando dopo scuola mi fermavo al campo dove si allenavano i miei amici e stavo attaccata alla rete, con lo sguardo perso, ero incantata».

Cosa vuol dire per te essere un difensore al giorno d’oggi?
«Al giorno d’oggi il calcio ha fatto grandi passi avanti sotto l’aspetto tattico e nell’intercambiabilità dei ruoli. Credo in un calcio intelligente e duttile, dove tutti possono far un po’ di tutto. Se un difensore vuole salire è giusto che lo faccia ed è giusto che un centrocampista, o chi di dovere, rimanga a coprire dietro. Se deve essere squadra anche sotto questi aspetti, di attenzione verso i compagni».

Chi è il tuo punto di riferimento?
«Non ho un vero e proprio punto di riferimento, è stato per un po’ Marchisio quando ero più piccola e giocavo a centrocampo, poi mi sono messa a vedere mille video di Scirea e Cannavaro quando ho dovuto giocare più dietro. Nel femminile sicuramente mi piacciono Cecilia Salvai come centrale e Alia Guagni come terzino, Insomma per dire che cerco di guardare molti più giocatori e prendere un po’ da ognuno, senza concentrarmi troppo solo su uno».

La tua carriera è partita da Perugia: raccontaci la tua esperienza con la maglia del Grifone.
«Perugia per me è stata una famiglia. Ho vissuto a Perugia tre anni e sono stati stupendi, mi hanno portato tante soddisfazioni, come la vittoria dello scudetto Juniores. Con le mie ex compagne sono rimasta sempre in contatto, c’era un gran feeling che non si è perso e saranno sempre nel mio cuore. Tra l’altro sabato giocheremo proprio contro il Perugia: sarà una bella sfida».

Com’è stato il periodo vissuto ad Arezzo?
«Il periodo vissuto ad Arezzo mi è servito, perché chiaramente cerco sempre il meglio da ogni esperienza che faccio, però è stato un periodo tosto, influenzato da vari fattori, come la Pandemia che ha preso il via».

Quest’anno sei al Chievo: cosa ti ha portato a fare questa scelta?
«Scegliere Chievo è stata una sfida, perché ero in cerca di stimoli nuovi e volevo mettermi in gioco. Cercavo inoltre una città che mi accogliesse a livello universitario, quindi è stata la scelta perfetta. Ad oggi sono soddisfatta della mia mia idea di partire, e guardo in modo positivo tutti i miei prossimi giorni qua».

Domenica, contro il Tavagnacco, hai debuttato da titolare con il gol della vittoria: quando hai segnato cos’hai provato?
«La prima emozione sicuramente è stata incredulità, perché ammetto che “non sono abituata a segnare”. Quindi cercavo quasi conferma dall’arbitro che fosse tutto vero e che il gol fosse regolare, essendo venuto un po’ in seguito a una mischia. Poi quando Valentina mi ha detto che era gol ed è partito l’abbraccio delle mie compagne tanta tanta gioia».

A chi dedichi questa rete?
«La rete sicuramente alla mia famiglia, perché stando lontani non mi vedono a casa da agosto, ma credo anche che questo sia un bel modo di farmi perdonare».

Secondo te dove può arrivare il Chievo Verona?
«Il Chievo è una realtà che va avanti ormai da diversi anni, e anche questo è il motivo che mi ha portato qua. Ho fiducia e stima in tutto l’ambiente Chievo e sono sicura che possiamo fare molto bene in questo campionato. Abbiamo una rosa molto valida, e da adesso con più convinzione potremo risalire un po’ la classifica che non rispecchia quanto ci meritiamo».

Che opinione hai sulla Serie B dopo nove giornate?
«Beh dopo nove giornate posso dire che questo è un campionato molto equilibrato, dove il ritmo è alto e in cui molte volte gli episodi o un pizzico di cattiveria sotto porta servono per cambiare il risultato».

Cosa pensi del calcio femminile italiano?
«Il calcio femminile italiano sta crescendo, non si può nascondere. Che piaccia o meno sta crescendo il numero di visioni e di persone interessate a questo sport. Io dico sempre che per giudicare si deve venire a vedere una partita dal vivo, appena sarà permesso, per capire la determinazione e la voglia che ci mettiamo, senza troppe scene ma con tanta sincerità. Anche se spesso il ritmo è più basso rispetto ai colleghi maschi la differenza è lì, nella sincerità».

Quanto è importante il passaggio dello sport femminile italiano al professionismo?
«È anche per questo che abbiamo bisogno del professionismo, per coltivare questa crescita che sta avvenendo. Come possiamo inoltre vedere da questo difficile periodo siamo messe ogni giorno a dura prova, rischiando assenze dal lavoro o fagli studi, perché non abbiamo ancora abbastanza tutele».

Come stai affrontando la tua vita extra calcistica?
«Oltre al calcio nella vita ci sono gli studi, come ho detto. Sono studentessa di Biotecnologie all’università di Verona».

Cosa ti aspetti dal tuo futuro?
«Nel mio futuro non dico cosa vedo ma cosa vorrei vedere, perché nessuno parte con delle certezze ma con delle aspettative. Quello che vorrei accadesse è la realizzazione del mio percorso di laurea, accompagnato da quello che per me è il sogno da quando sono bambina, cioè un giorno di poter dire “faccio la calciatrice”».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Chievo Verona Women FM e Francesca Carleschi per la disponibilità.

Photo Credit: Chievo Verona Women FM

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.