Uno dei colpi di mercato della Serie C è sicuramente l’innesto di Francesca Montanari dalla San Marino Academy che, dopo ben sette stagioni e mezza con le Titane, ha deciso di ritornare nel campionato di Serie C, dove aveva già militato con la squadra che adesso disputa la serie cadetta e con cui aveva raggiunto una splendida Promozione. Tra i pali del Riccione, in altre parole, ci sarà di certo una calciatrice che sa bene cosa significa il ruolo del portiere. La Redazione di Calcio Femminile Italiano ha fatto quattro chiacchiere con la calciatrice subito dopo il suo approdo al Riccione, con cui ha già debuttato.
«I momenti più belli che porterò sempre nel cuore sono del primo anno con la San Marino Academy, con cui abbiamo vinto il campionato di Serie C per andare in B. Eravamo un gruppo di ragazze straordinario, ci si trovava proprio bene sia dentro sia fuori dal campo, e con alcune di loro sono ancora in ottimi rapporti e ci si vede, anche perché erano ragazze della Romagna», la calciatrice ha percorso sette anni e mezzo con le Titane e con loro ha anche attraversato il difficile periodo del Covid, che ha però lasciato qualche bel ricordo che farà sempre parte di lei: «Quando eravamo chiusi in casa per il Covid, con l’algoritmo ci avevano dato vincitrici della Serie C a discapito della Lazio, e anche quello è stato bello, perché abbiamo comunque festeggiato, anche se da dietro uno schermo, tutte insieme, anche se non si poteva uscire; ci siamo divertite anche a fine lockdown, ed è un ricordo bellissimo», il calcio ha lasciato un solco profondo nella vita di Montanari, e continua a lasciarlo tutt’ora che la San Marino Academy è andata a inserirsi tra i bei momenti di cui non ci si può dimenticare.
«La mia decisione è dispiaciuta a tutte: tutte mi avevano chiesto di finire la stagione, però per motivi di lavoro ho deciso di cambiare. In squadra mi sono trovata molto bene, e le mie compagne ci hanno provato fino all’ultimo a farmi cambiare idea. La Serie B è diventata molto, molto impegnativa, le ragazze si allenano tutti i giorni, anche a volte con doppie sedute, e io che lavoro otto ore faccio fatica a essere al cento percento negli allenamenti», per motivi lavorativi l’ex Titana ha dovuto prendere una decisione difficile che ha coinvolto direttamente anche il gruppo-squadra, che ha sempre fatto affidamento su di lei e l’ha sempre vista come una pedina essenziale e insostituibile. La Serie B, diventando sempre più competitiva e di alto livello, richiede molti sacrifici, e la calciatrice non può più conciliare al meglio il proprio lavoro con la serie cadetta, benché fosse, per lei, una seconda casa.
In un momento difficile, in un limbo tra una carriera altrove e gli scarpini al chiodo, è arrivato il Riccione, che le ha aperto una porta inaspettata: «Avevo dichiarato a San Marino che avrei smesso di giocare o che avrei cambiato categoria, e il Riccione si allenava al pomeriggio, quando io non potevo. Quando mi ha poi chiamato per fare poi uno scambio col portiere, sono rimasta molto colpita: dallo smettere di giocare al tornare in Serie C è come se fosse uno stimolo nuovo e mi fossi ringiovanita, per provare a tornare sul campo a giocarmi le mie chance», è stata la competitività della giocatrice, che non è ancora intenzionata a rinunciare alla sua passione, a spingerla a ritornare sul rettangolo verde, benché in un’altra categoria, per continuare a respirare il calcio.
Montanari si è poi addentrata nei sacrifici che le giocatrici sono costrette a fare, giorno dopo giorno, per coadiuvare il calcio e il loro futuro in un secondo momento, sottolineando come la distanza sia stata, per certi versi, il fattore che l’ha portata al Riccione. Con la compagine romagnola pronta ad accoglierla, gli scarpini rimangono saldamente ai piedi: «Abito a San Marino, la mia squadra si allenava a Gatteo, che è a quasi cinquanta minuti di macchina, e non riuscivo più a fare questi sacrifici. Per questo avevo dichiarato al DS Novelli che o avrei smesso già a dicembre, o avrei cambiato categoria. Nei dintorni da me ci sono pochissime squadre, e mi è capitata il Riccione. Ero un po’ triste, perché pensavo avrei smesso di giocare, e invece quando mi hanno chiamato ho subito detto di sì, e mancava solo l’accordo tra le due Società. Novelli era interessato al portiere del Riccione, e quindi mi ha utilizzato come scambio per trovare un accordo giusto per entrambe.»
Nonostante Montanari sia da pochissimo una calciatrice della compagine romagnola, l’accoglienza nei suoi confronti è stata esemplare: «Mi hanno accolta subito molto bene. Loro si allenano alle tre del pomeriggio e hanno cambiato alcuni allenamenti per farmi allenare con la squadra, perché col lavoro esco tardi. Mi è capitata quasi all’ultimo momento, il campionato della Serie C stava chiudendo. Mi piace, perché è una Società piena di ragazze che hanno un sacco di passione, e che in sé ha passione: è piena di spese per fare questi campionati, non ha dietro il maschile e si deve autofinanziare. La passione che ha nel portare avanti i progetti dal giovanile alla Prima Squadra mi ha convinto subito, quindi ho deciso di andare da loro anche per questo motivo», e una calciatrice innamorata del calcio come lei non avrebbe potuto scegliere una Società che non ne condividesse quest’aspetto. In altre parole, il Riccione è stato più di una semplice “scelta quasi obbligata”, perché ha già messo in evidenza quelli che sono i suoi punti di forza, primi tra tutti la passione di tutti, Staff e Società compresi.
Montanari ha già debuttato tra i pali del Riccione sul difficile campo della Roma Calcio Femminile in uno scontro diretto importantissimo, e «L’emozione era come se fosse la mia prima partita in carriera. Ho amato il calcio, lo amo ancora tutt’ora, ed è come se fosse sempre la prima volta; è stata una settimana particolare, per me: fino a giovedì non ero ancora una calciatrice del Riccione, quindi è stato un “pronti, via, subito in campo” facendo un mezzo allenamento il sabato mattina. Avevo un po’ di timore, anche se ho giocato tanti anni era un po’ di emozione e di ansia prepartita», e quando si dice che una calciatrice ha passione si vede nel desiderio di far bene fin dalla prima partita con una casacca diversa. L’estremo difensore, inoltre, non conosceva «le mie compagne, quindi al primo impatto ho capito di avere una squadra di valore, con elementi validi, un’ottima squadra, è stato il mio primo pensiero», l’è bastata una partita per capire di essersi inserita in un orologio i cui ingranaggi funzionano e in cui ogni calciatrice vuole che questo funzioni e scocchi alla precisione.
«Spero che le compagne ascoltino qualche consiglio: nella partita c’è stato qualche momento in cui la squadra era un po’ agitata, non riuscivano a segnare e volevano vincere a tutti i costi, e ho cercato loro di aiutarle dando loro calma. Credo e spero che alle mie compagne sia utile in questa cosa, perché un tempo anch’io mi sarei agitata», una giocatrice di grande esperienza come Montanari saprà, come fatto fin dalla prima partita, dare consigli alle calciatrici più giovani spinte dalla fame di vincere, predicando soprattutto la calma, che in molte occasioni ti può risolvere la partita. Per lei, dunque, l’avventura con la maglia del Riccione sembra aver avuto inizio nel migliore dei modi.
Gli obiettivi del Riccione si possono enucleare in poche righe e riassumere in tre parole, che sono “sognare in grande”: «Dai discorsi che si facevano con le compagne, sognano tutte in grande. Stanno facendo un ottimo campionato, non se l’aspettavano proprio. Hanno visto che lassù possono starci, e ci stanno credendo proprio. Erano dispiaciute domenica, perché l’Original Celtic ha perso nello scontro diretto, ed era un motivo per prendere punti alla prima, vuol dire che le mie compagne ci credono, e di conseguenza ci credo anch’io: è un flusso dove vengo trascinata, perché quando c’è questa grinta, questa voglia di arrivare, è sempre bello. Sono competitiva dalla nascita, quindi rimanere competitivi fino alla fine del campionato per giocarsi le prime posizioni sarà bellissimo.»
La giocatrice ha infine dispensato un consiglio prezioso, rivolgendosi alle ragazzine che si trovano, come lei in passato, a dover fare i conti con un brutto infortunio, rimarcando che è importante tenere bene a mente l’obiettivo di ritornare in campo senza, però, avere fretta di farlo, perché serve molta pazienza: «Ho rischiato di mollare, perché il mio infortunio è arrivato a 29 anni, però – soprattutto nel femminile le ragazze hanno una passione incredibile, e devono averla quando succedono queste cose: non giochi per arrivare a essere miliardaria, e tutta la passione che si ha ti aiuta a recuperare dagli infortuni – bisogna avere pazienza: non vedi i risultati subito, li vedi dopo un po’, e io ci ho messo anche più del dovuto, perché era periodo Covid. Alle ragazzine dico che tutto passa, basta avere la costanza di crederci e di impegnarsi nel sistemarsi, perché se non ci si cura non si guarisce da soli.»
Si ringraziano Francesca Montanari, l’addetta stampa Camilla Fuzzi e il Riccione Women per il tempo, la disponibilità e la gentilezza.






