In Emilia Romagna uno dei team presenti nel campionato d’Eccellenza è il Granamica. La formazione cara al presidente Fabio Marconi, inserita nel girone B, è guidata in panchina da Gianluca Grimandi e capitanata da Miriam Savini. Abbiamo raggiunto, per conoscere meglio la realtà bianco-blu Maria Chiara De Deo, centrocampista di Bologna classe ’87 al secondo anno con il Granamica, e Filomena Schiavo, portiere classe ’96 di Toscanella di Dozza giunta in estate.

Ragazze come vi siete avvicinate a questo sport?
Filomena:Sin da piccola sognavo di giocare a calcio. Sapevo che questo sport mi è sempre appartenuto. Avevo 13 anni quando finalmente scopro dell’esistenza di una squadra femminile, e da lì non mi ha più fermato nessuno. L’ho amato e rispettato, ho dato e mi è sempre tornato indietro qualcosa, il calcio è al centro della mia vita. Cambiare ruolo per me è stato importante, grazie al mio allenatore dei portieri sono riuscita ad apprezzare molte altre cose del calcio che prima ignoravo. Mi ha trasmesso passione e onore che sono le basi più importanti per essere un portiere. Non è solo la grande parata a fare di un portiere il migliore, anzi, è curare i minimi dettagli che si celano al di fuori della porta che fanno la differenza in esso. Imparare a rispettare i compagni e soprattutto gli avversari. È per questo che amo il calcio”.
Maria Chiara:Ho sempre amato la palla e questo sport. Ho giocato in squadre parrocchiali, con gli amici al parco, in squadra miste, calcetti vari fino ai 20 anni. Poi ho deciso di cominciare davvero. Ho contattato una squadra di Bologna, l’Ancora, che quell’anno militava nel campionato di Serie D, l’attuale Eccellenza. Da lì è partita la mia carriera calcistica. Ho fatto anni in Serie D vincendo anche un campionato con lo United, ho giocato diversi anni in Serie C, fino a quando è giunta la bella opportunità di affrontare un campionato di Serie B con l’Imolese. Ho deciso poi di cominciare anche ad allenare e nell’ultimo anno a Imola ho giocato in prima squadra, occupato il ruolo di secondo allenatore della Primavera, allenando anche alcune annate del settore giovanile. Dopo quell’anno bello e pieno ho deciso di attaccare le scarpette al chiodo. Ma proprio in questa estate è arrivata una proposta che non potevo rifiutare. Ho fatto da secondo allenatore, al mister Mauro Morotti, alla prima squadra della Spal, squadra che nasceva proprio quell’anno e che ci ha dato tante soddisfazioni. È stato davvero un anno magico, dove ho imparato molto dalla società, dallo staff e anche dalle ragazze. Ho giocato anche una partita quell’anno, proprio contro il Granamica. Quella partita mi ha fatto tornare la voglia di rientrare in campo. È così che ho deciso di valutare l’idea di entrare a far parte di questo gruppo. Sono stata contatta da Gianluca Baldazzi, il nostro direttore generale e, parlando con il mister che ci ha seguite l’anno scorso Emanuele Brunetti, ho deciso di intraprendere questo percorso che continua anche quest’anno“.

Filomena come è stato tornare ad allenarvi dopo tanto tempo in estate?
Che umore si respirava nei primi allenamenti?

Premetto che per me è stato diverso, poiché dopo 3 anni di stop, tornare sul campo mi ha dato sensazioni molto più forti. Dopo il lockdown molte cose sono cambiate, si respira un’aria diversa, non c’è contatto e il distanziamento non è solo fisico ma anche mentale, ovvero mancano i piccoli gesti di sostegno anche solo la classica pacca sulla spalla”.

Maria Chiara come è andata la passata stagione per voi? Come avete vissuto lo stop dello scorso campionato?
“La stagione scorsa è stata complicata per certi versi. Squadra con tanti innesti, elementi nuovi anche molto diversi tra loro. È stato un percorso non facile ma che ci ha tolto anche qualche soddisfazione. Una squadra con un buon potenziale da far venire fuori al meglio. Purtroppo lo stop ha frenato tutto questo lavoro di creazione di un’identità di squadra. Non è stato facile per noi atlete ne per la società. E anche quest’anno è partito con qualche incertezza a causa di questo momento difficile che stiamo vivendo. Ma devo dire che la società ha davvero messo tutto quello che poteva per trovare una stabilità, e per poterci permettere di allenarci al meglio e con una rosa completa, con nuovi innesti importanti ma anche con ragazze giovani da far crescere, con un nuovo mister e con uno staff ancora più completo”.

Filomena come avete metabolizzato il nuovo stop? 
“Non bene, ripartire con una speranza e poco dopo doversi rifermare è come buttare via un lavoro appena iniziato. Anche se gli allenamenti continuano con molte più restrizioni si sente la pesantezza della situazione che non ci da la possibilità di lavorare come prima. Ma nonostante tutto speriamo in una ripresa del campionato al più presto”.

Maria Chiara come reputi il movimento nella tua regione?
“Sicuramente i media e l’evoluzione del calcio femminile in Italia hanno avuto un forte impatto anche nella nostra regione. La gente si interessa, le società creano squadre, si comincia con scuole calcio per le bimbe che vogliono avvicinarsi a questo sport. Molte strade nuove si stanno aprendo ed è bello per le nuove generazioni che possano avere tante cose che in questi anni abbiamo conquistato allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, battaglia dopo battaglia per mostrare a tutti chi siamo e quanto valiamo anche in campo come donne”.
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Filomena il tuo giudizio sul campionato di Eccellenza nella tua regione?
“Ovviamente non possiamo paragonarlo al campionato maschile, ma le società delle squadre femminili ce la mettono tutta per far sì che noi ragazze ci sentiamo allo stesso livello. Ci sono tante squadre agguerrite e tante calciatrici valide, che alzano il livello del campionato. Sicuramente non abbiamo gli spalti pieni ma l’affetto del nostro piccolo pubblico non manca mai”.

Maria Chiara: quali erano gli obiettivi ad inizio stagione?
L’obiettivo iniziale era sicuramente quello di trovare questa identità di squadra, un po’ lasciata in sospeso a marzo, trovare un’unità, formare una squadra e da lì partire con un discorso tecnico e tattico per affrontare la stagione, essere competitivi e lottare ogni domenica in un campionato comunque non facile. Tante squadre si sono rafforzate, tante nuove ragazze si avvicinano al calcio femminile”.

Quale momento reputate il più bello delle vostre carriere?
Filomena: Il momento più bello della mia carriera è stato l’esordio in Serie A2, nel 2016 contro la Jesina. Non credevo di riuscire ad arrivare ad un livello così alto, o almeno di poter debuttare nella seconda serie calcistica. Ricordo il pre-partita, nello spogliatoio il mister dopo aver  esposto la squadra titolare pronunciò il mio nome lasciandomi di stucco. Era un sogno per me e in quel giorno si era avverato. Che dire, di momenti belli quando ripenso al calcio, ma questo sicuramente li batte tutti “.
Maria Chiara: “Ho tanti ricordi belli di questo sport e ho tanti ricordi un po’ dolorosi, come in ogni vera storia d’amore. Ho avuto la fortuna di incontrare e di essere allenata da persone che hanno vissuto il calcio ad altissimi livelli. Ho avuto la fortuna di vivere dentro una società che nel maschile militava in serie A. Ho avuto la fortuna di giocare con e contro ragazze che oggi sono nella serie maggiore. Ho avuto la fortuna di aver giocato partite importanti, di aver segnato gol importanti. Non saprei scegliere un momento. Posso dire che tornare in campo dopo tutto questo periodo sarà davvero una liberazione e una gioia che varrà la pena vivere”.

1 commento

  1. Forza Mena con la perseveranza e la passione si raggiunge qualsiasi traguardo…. Sei il nostro orgoglio

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