La regina del soccer è tornata a casa per le vacanze estive. Eleonora Goldoni, la EG7 del calcio a stelle e strisce, è venuta a trovarci alla Nuova per raccontare la sua esperienza americana. Dall’anno scorso studia negli States e gioca per l’Università del Tennessee. Partendo dai Tre Campi (l’impianto di via Canapa dove si allena la New Team, calcio femminile a undici serie B) la Goldoni è riuscita nell’impresa di approdare al College d’oltre Oceano.

Eleonora, come è arrivata in America?
«Grazie alle selezioni giovanili della Nazionale: lì mi hanno visto gli scoutman dei college americani e uno di loro mi ha offerto una borsa di studio».
Come mai è a Ferrara?
«Adesso mi godo le vacanze d’estate, ma ad agosto torno negli States per studiare e giocare a calcio. L’altra pausa l’avevo fatta per le vacanze di Natale; la mia famiglia mi manca sempre».
Una ferrarese pronta a sfondare nel mondo del calcio, ma come vanno gli studi?
«Bene, bene: il secondo trimestre ha dato 10-0 al primo. E poi, dal punto di vista sportivo, nel primo trimestre mi ero infortunata, mentre ultimamente non mi sono più fatta male. Ho stretto anche amicizie sempre più forti».
Diceva della famiglia, quanto le mancano gli affetti lasciati a Ferrara?
«Vanno bene gli affetti a distanza, ma cambia molto da vedersi tutti i giorni a non vedersi per tre o quattro mesi».
Parliamo del calcio, come va la squadra?
«In campionato abbiamo perso le semifinali, non è andata granché bene, non abbiamo giocato all’altezza delle nostre potenzialità. Là hanno dei campi in erba naturale che sono dei biliardi, poi affrontiamo trasferte molto lunghe in aereo o in pullman».
In America il calcio femminile va alla grande (gli Usa sono campioni del mondo), ma in Italia stenta; quali differenze noti tra i due Paesi?
«In Italia il calcio femminile desta curiosità, ma poco interesse, anche se mi sembra che le cose stiano cambiando. Rispetto al calcio maschile c’è un abisso: la differenza fra gli stipendi, ad esempio, è spropositata tra le due realtà».
Vita da college, come le sembra?
«È tutto molto organizzato, ma non mancano gli attimi di svago. Ho perfino partecipato al famoso spring break: stacco dagli studi per dieci giorni a marzo. Sono stata a Miami, dove c’è sempre il sole, tanta gente, movimento e bei posti. Poi, là è pieno di italiani e una marea di ristoranti del nostro Paese. Gli americani mangiano davvero male, ma io ho mangiato solo un hamburger in un anno per non farmi venire il mal di pancia».
Torniamo a Ferrara, che figura è stata per lei quella di Roberto Baroni, presidente della New Team?
«Importante, che mi ha accompagnato all’inizio della mia carriera nel mondo del calcio femminile. Se non fossi passata dalla New Team non avrei realizzato il mio sogno».