Nei giorni scorsi abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Lucretia Paggetta.
La giornalista ed opinionista ha aperto la chiacchierata sull’interesse verso il movimento femminile che riassume cosi:
“L’interesse sta sicuramente aumentando e la facilità di poter vedere giovani avvicinarsi al movimento aiuta anche a diminuire i pregiudizi che fino a poco tempo fa potevano rappresentare un ostacolo. L’interesse generale è cresciuto, ma senza dubbio c’è ancora molto margine di miglioramento. Il senso di appartenenza a un club può essere un elemento fondamentale per avvicinare sempre più tifosi, creando un legame emotivo che rafforza la passione per il calcio femminile”.
Sulla Serie A e sul passaggio al professionismo, invece, la redattrice di AllMilan.it ha sottolineato: “Lo reputo un cambiamento storico, in primis perché dà alle atlete la possibilità di sentirsi riconosciute come tali e di potersi concentrare esclusivamente sulla loro carriera sportiva e poi perché questo significa che le calciatrici ora hanno contratti da professioniste, con tutele lavorative, contributi previdenziali e garanzie simili a quelle dei colleghi uomini”.
A riguardo, poi, la content creator che lavora sui social media di Corriere dello Sport e TuttoSport continua: “È un passo fondamentale per la crescita del movimento dal mio punto di vista. L’ingresso di società maschili nel calcio femminile ha portato sicuramente maggiore visibilità, investimenti e strutture, il che ovviamente contribuisce a migliorare la qualità e l’appeal del campionato”.
Lucretia, laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione e che ha conseguito un master di 1° livello in Comunicazione e marketing dello sport, sposta poi l’attenzione sull’importanza dell’Album Panini dedicato al calcio femminile: “Sicuramente l’album Panini rappresenta un altro passo in avanti importante, soprattutto da un punto di vista ‘emotivo’. Per una bambina vedere una calciatrice su una figurina può essere motivo di orgoglio, rafforzare il suo senso di appartenenza, può accrescere la sua motivazione e determinazione nel seguire la propria passione. Significa riconoscere che anche il calcio femminile ha un posto nella cultura sportiva”.
L’opinionista lombarda, apprezzata sia in radio che in televisione, sul suo amore per il calcio, invece, ci confessa:
“Non ho mai giocato a calcio perché nella mia città non c’erano scuole calcio tutte al femminile, si parla di 15 anni fa ormai, ma mi sarebbe piaciuto moltissimo. Non ti nego che è un mio grande rimpianto”.
Lucretia, volto in passato della tv emiliana Ètv, sulla Nazionale poi ci confida:
“Non mi piace fare pronostici. Dopo Europei e Mondiali, forse al di sotto delle aspettative, speravo in una reazione. Il percorso fatto finora dimostra, dal mio punto di vista, che il gruppo ha saputo ritrovare entusiasmo e che mister Soncin, con le sue idee, ha avuto un impatto positivo. Per la prossima estate in Svizzera ovviamente spero che la Nazionale Italiana possa ritagliarsi un posto da protagonista”.
In chiusura la giornalista classe 2000, che ha realizzato contenuti anche per Betclic, sull’approdo di tante figure maschili di spicco nel femminile ci dice: “Penso che l’aspetto fondamentale sia che questi allenatori portino competenza ed empatia nel loro lavoro. Mi spiego: in qualsiasi ambito professionale, ciò che davvero fa la differenza è la dedizione al lavoro, lo spirito di sacrificio e la capacità di costruire rapporti umani e professionali con il gruppo. Che i tecnici siano uomini, donne o ex calciatori conta relativamente, se alla base c’è la volontà di valorizzare il movimento, lavorare con serietà e contribuire alla crescita degli atleti/e, sia dal punto di vista tecnico che umano”.









