La Coppa Italia di Serie C l’ha vinta il Vicenza Calcio Femminile, che ha battuto nell’atto conclusivo del torneo la Ternana per 1-0. A decidere le sorti dell’incontro è stata Marta Basso, attaccante classe ’98, e veste per il terzo anno la divisa biancorossa. La nostra Redazione ha raggiunto nuovamente Marta, che in campionato ha segnato trentatré reti, per risponderci ad alcune domande.

Marta cosa ti ha convinto a diventare una calciatrice? E ad essere un’attaccante?
«La passione per il calcio l’ho sempre avuta, con i miei genitori accompagnavano mio fratello più grande a vedere le partite e mi mettevo a giocare anch’io fuori con un pallone, a dire la verità penso di averne viste poche. Ho cominciato a giocare a centrocampo perché il mister mi vedeva bene lì, ho fatto anche il portiere ma non era qualcosa che faceva per me e poi alla fine mi hanno messo in attacco, prima ala e poi negli utili anni punta centrale. Alla fine, questo ruolo è quello che preferisco».

Cosa ti ha spinto a far parte, tre anni fa, del Vicenza Calcio Femminile?
«Dopo tutta la vita calcistica passata nella stessa società avevo bisogno di nuovi stimoli e volevo confrontarmi con una categoria diversa in quanto venivo dall’eccellenza. Poi è stato Agresti a contattarmi e a spiegarmi il progetto e mi ha convinta subito».

La stagione si è conclusa vincendo la Coppa Italia Serie C, sconfiggendo in finale la Ternana. Che gara è stata?
«Giocare una finale di Coppa Italia di serie C su un campo sintetico a fine giungo la trovo una cosa non adeguata infatti il caldo ha abbassato i ritmi ed era insostenibile. Dal punto di vista del gioco la gara è stata equilibrata nel primo tempo e nel secondo tempo abbiamo rischiato pochissimo andando vicine anche al raddoppio».

Tra l’altro, sei stata fondamentale in finale, visto che hai segnato il rigore che ha consegnato il trofeo alle tue compagne.
«La questione del rigore era diventata una questione di principio perché avevo sbagliato gli ultimi due, in campionato e l’ultimo la giornata prima con Trastevere, ed avevo perso un po’ di fiducia però appena l’arbitro ha decretato il calcio di rigore mi sono fatta dare il pallone. Ero tranquilla sapevo cosa dovevo fare ed è andata bene».

A chi vuoi dedicare questa vittoria?
«In primis ai miei genitori e mia nonna che, quando può, mi segue ovunque, e poi a noi gruppo e a tutti i supporter che ci hanno seguito ovunque per sostenerci».

Il successo in Coppa Italia ha fatto da contraltare al secondo posto ottenuto nel Girone B. Cosa è mancato per vincere anche il torneo?
«Il nostro pregio e anche il nostro difetto sono il voler sempre attaccare, lo dicono i numeri essendo il miglior attacco, e questo ci ha portato a scoprirci in qualche occasione dove bastava attendere. Poi durante l’anno abbiamo avuto anche infortuni pesanti che sono stati sostituiti dalle ragazze della primavera che si sono integrate alla perfezione e si sono distinte anche in campo però mancava un po’ di esperienza».

In campionato hai segnato trentatré reti. Ti immaginavi di realizzare questo score? Qual è, del trentatré gol segnati, il tuo preferito?
«Mi ero posta come obbiettivo i venti gol perché comunque non li ritengo pochi, poi via via della stagione mi sono resa conto che potevo farne di più grazie anche all’aiuto delle mie compagne. Come dico sempre io sono lì davanti ma il lavoro duro lo fanno loro. Il mio goal preferito è stato allo stadio menti, c’era una cornice di pubblico e un’atmosfera fantastica, avevo i brividi».

Come valuti il Girone B di Serie C che si è appena concluso? Qual è stata la squadra che ti ha stupito più di tutte?
«Il girone è stato equilibrato nelle varie parti della classifica, sia in testa che in coda. La squadra che mi aveva stupito di più all’andata era stato il Bologna perché aveva un ottimo gioco al ritorno devo dire il Trento non solo perché ha vinto il campionato ma anche perché non ha sbagliato uno scontro diretto».

Il calcio femminile italiano ha fatto ulteriori passi avanti?
«Finalmente vorrei dire, da venerdì 1° luglio si è ufficialmente passati al professionismo. Ci sono gap con altre nazioni che sono ancora grandi basta pensare al numero di tesserate tra Spagna, Germania e Francia. Con i Mondiali e spero ora con gli Europei le ragazzine hanno dei modelli da poter seguire e mi auguro che il numero di nuove bambine continuino a crescere».

Com’è la tua vita fuori dal campo?
«Sono una persona tranquilla, non amo feste o discoteche e il tempo libero lo passo con le amiche o a guardare qualche serie tv».

Cosa ci aspettiamo da te per il prossimo anno?
«Rimango a Vicenza e spero di aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi con i gol».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Vicenza Calcio Femminile e Marta Basso per la disponibilità.

Photo Credit: Ufficio Stampa Vicenza Calcio Femminile

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.