Il Città di Cornate ha centrato domenica scorsa la sua seconda vittoria nel Girone B di Promozione, dopo che all’andata ha sconfitto la Vibe Ronchese, battendo per 2-1 il PCG Bresso Women, grazie ai gol di Sara Montalto e Raissa Redaelli. Un successo molto importante, perché gli consente di lasciare l’ultimo posto del raggruppamento. Nel match vinto qualche giorno fa c’è una giocatrice che può dare esperienza a questa squadra appena nata: si chiama Roberta Ardemagni, attaccante classe ’82 e autrice di tre gol stagionali. La nostra Redazione ha raggiunto Roberta per risponderci ad alcune domande.

Roberta come ti sei innamorata del pallone da calcio?
«Il calcio me l’ha trasmesso mio papà, giocando a campetto coi miei amici. Ogni momento era buono per giocare coi miei amici, che fosse sulla ghiaia o sulla strada, sotto la pioggia, neve oppure fango. Poi la mia passione si è concretizzata a tredici anni, iniziando di fatto la mia carriera».

Come mai hai scelto di fare l’attaccante?
«In realtà sono partita come esterna ma, avendo un buon destro, la possibilità di giocare vicino alla porta, fare gol, tirare le punizioni e colpire di testa, mi ha portato successivamente a giocare come attaccante».

C’è un gol che ti piacerebbe condividere con noi?
«Era il 2004, quando ero in Rappresentativa. Nella semifinale del torneo stavamo pareggiando e, su una punizione dal limite dell’area, di destro ho messo la palla all’incrocio dei pali, portando la mia squadra alla finale e alla vittoria del torneo».

Descrivici il tuo percorso calcistico.
«Sono nata sulla strada, dato che non ho avuto una Scuola Calcio, sviluppando le mie capacità e fantasie motorie. Poi io e mio papà mi ha portato a giocare nel Milan, che era la squadra più vicina, quando avevo tredici anni. Dopo due anni, sono passata all’Atalanta, cinque anni più tardi approdo all’Aurora Bergamo, e, successivamente Tradate, Como, Almer, Orobica. Nelle stagioni successivi sono stata al Boltiere, Curno, Accademia Isola Bergamasca e, infine, Cornate».

Cosa ti ha spinto ad andare quest’anno al Città Di Cornate?
«La cosa che mi ha spinto ad andare al Cornate è perché c’erano due mie compagne di squadra, Mara Gatti e Arianna Vigevani, facendo con loro una promessa, ovvero giocare ancora con loro insieme».

Come valuti la prima parte di campionato fatta con la tua squadra?
«Siamo una squadra con tre generazioni, basti pensare che la piccola è del 2006, mentre la più grande è dell’81, tutte con tre filosofie di calcio differenti: da quelle che hanno la fortuna di avere tutti gli step per fare calcio a chi come me hanno avuto esperienze diverse. Ci abbiamo messo molto, ma alla fine abbiamo creato un bel gruppo, sia dentro che fuori dal campo. Sono comunque contenta di essere diventata un punto di riferimento per le compagne».

Domenica il Cornate ha battuto il PCG Bresso Women: ti aspettavi questo 2-1?
«Negli inizi di settimana dicevo alle mie compagne “domenica vinciamo 2-1” e alla fine abbiamo vinto, e questo va al lavoro che ha fatto il mister, trasmettendoci la voglia di lottare fino all’ultimo secondo: non a caso, negli ultimi dieci secondi eravamo tutte in area per difendere il risultato, e quando l’arbitro ha fischiato la fine, abbiamo esultato come se avessimo vinto il campionato».

In che modo avete messo ko il Bresso?
«Il Bresso era superiore sia tecnicamente che tatticamente, ma io abbiamo messo il cuore, soffrendo insieme e portare a casa il risultato».

Tra ventiquattr’ore si riprende a giocare, visto che avete con la Riozzese un match che, sulla carta, sembra proibitivo. Però niente è impossibile…
«Sarà una gara difficile, in particolar modo per loro, perché non abbiamo niente da perdere. Veniamo da una vittoria sudata che ci ha dato entusiasmo e consapevolezza dei mezzi. Se la Riozzese vorrà vincere la partita contro di noi dovranno giocarsela fino alla fine».

Come hai visto il Girone B di Promozione dopo dodici turni?
«Ci sono alcune squadre che hanno qualcosa in più, soprattutto per la qualità della rosa, non ci sono formazioni-materasso. A parte tre squadre ce la possiamo giocare con le altre».

Chi può vincere il campionato?
«Il Casalmartino perché è la squadra che è più attrezzata per salire».

La stagione è ripartita dopo un mese di “pausa forzata” dovuta al Covid-19. Quanto ha significato per te tornare in campo?
«Il fatto di poter giocare di nuovo mi dà, col calcio, la possibilità di sfogarmi. Quindi è importante essere ripartiti nella normalità».

Che aspettative hai sul calcio femminile lombardo?
«Quando ho iniziato a giocare a pallone io c’erano dieci squadre, ora sono cento. Ma fin quando non si ragiona in modo più ampio e tutte guardano solo all’orticello, il calcio femminile lombardo di base rischia di non uscire dai suoi limiti. A livello professionistico invece sta crescendo, dato che molte bambine hanno più opportunità di giocare, cosa che ai miei tempi non c’erano».

Com’è la tua vita extracalcistica?
«La mia vita extracalcistica è completamente legata al calcio: alleno Allievi a Presezzo, seguo Scuola Calcio a Orgnano e mi occupo di progetti sportivi scolastici. Tra l’altro, ho fatto un corso di allenatrice nel 2016. Io vivo di calcio».

Cosa ti aspetti da quest’anno?
«Dal punto di vista calcistico mi aspetto di migliorare il girone d’andata e di arrivare a metà classifica. A livello personale vorrei essere ancora più determinata a contribuire ai risultati del Cornate facendo gol, e di vedersi realizzare, finalmente, i miei sogni».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’Unione Sportiva Città Di Cornate e Roberta Ardemagni per la disponibilità.

Photo Credit: Roberta Ardemagni 

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.