Il Calcio Padova Femminile è al momento in terza posizione del Girone B di Serie C con sette punti. Un risultato fatto da un gruppo che si conosce da anni. Ma sono rispettate le aspettative di inizio stagione? A risponderci è Sara Amidei, difensore classe ’90 e capitana della formazione biancorossa.

Sara che significato ha per te essere capitana del Padova?
«Partiamo da questo scudo che è prestigioso per questa città, consci del fatto che l’affiliazione col maschile rappresenta un punto importante per la nostra realtà. Come capitano devo rappresentare alle giovani un senso di costanza e responsabilità. Bisogna essere un punto di riferimento per le future giocatrici».

Come è partita la passione per il calcio?
«Ero piccolina e andavo sempre a vedere le partite con mio papà, e da lì avevo capito che potevo avvicinarmi a questo mondo».

Perché hai scelto il ruolo di difensore?
«Inizialmente giocavo in attacco, poi mi sono spostata come esterna e infine mi hanno spostato in difesa».

Qual è l’emozione più bella vissuta con la maglia del Padova?
«La partita contro la capolista Vicenza del 3 febbraio a casa loro, nel quale abbiamo vinto in rimonta. Una grande gioia perché il giorno prima ho compiuto negli anni».

Come stai vedendo il Padova dopo tre giornate?
«Nella prima partita abbiamo pareggiato contro l’Unterland, ma col senno di poi ci siamo rese conto che potevamo vincerla. Col Portogruaro e Spal abbiamo vinto. Stiamo facendo un campionato soddisfacente. Abbiamo una squadra rinforzata e possiamo giocarcela, cercando di fare meglio rispetto all’anno scorso. Sarebbe stato bello affrontare il Cortefranca, che è una squadra da battere e ha quel tasso tecnico in più rispetto alle altre. Questo virus purtroppo sta colpendo tutti, quindi credo sia stato giusto sospendere il campionato, con la speranza di riprendere in sicurezza».

Ti va di rivolgere un messaggio alle tue compagne?
«Sono consapevole delle difficoltà del momento, e lo vedo negli occhi delle mie compagne durante gli allenamenti: auspico che sia la voglia di tornare come prima, e che possiamo allenarci bene e tornare in campo come si faceva un tempo. Sicuramente ci saranno tempi migliori, ma dobbiamo stringere i denti».

Secondo te in che direzione sta andando il calcio femminile veneto?
«In Serie C penso che la riforma abbia portato una sorta di beneficio per il nostro movimento, soprattutto a livello di agonismo. Noi abbiamo poche squadre con le giocatrici hanno difficoltà a lasciare una squadra, perché sarebbe un tradimento a differenza di quelle che ha la Lombardia, la quale possiede un terreno fertile, sia a livello di giocatori che a livello di mercato. Nel nostro piccolo il Padova sta crescendo molto in termini di numeri».

Condividi la scelta di portare nel 2022 il professionismo nel calcio femminile?
«L’entrata del professionismo potrebbe portare alle ragazze di occuparsi solo di calcio, ma che venga accompagnato ad una serie di tutele».

Come sei fuori dal campo?
«Mi divido tra studio, calcio e lavoro. Cerco di scandirli in modo da realizzarli fino alla fine. Mi rendo conto negli ultimi tempi che portare avanti una passione come il calcio è difficile».

Sei felice dei risultati che hai raggiunto?
«In termini sportivi ho raggiunto obiettivi inaspettati, soprattutto con la maglia del Padova, e indossare la fascia di capitano è un motivo di orgoglio e di soddisfazione».

Cosa ti aspetta nel prossimo futuro?
«Prima di ritirarmi spero di riportare il Padova in Serie B, mentre personalmente vorrei affermarmi nel mondo del lavoro. Il mio sogno è quello entrare nella Procura Antimafia o avvocato nel mondo sportivo».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Calcio Padova Femminile e Sara Amidei per la disponibilità.

Photo Credit: Calcio Padova Femminile

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.