Serena Pinzin, anno 2001, è l’attuale capitano delle Giovanissime dell’Inter Femminile Milano. 
Inizia a giocare all’età di 6 anni grazie alla passione trasmessagli dal padre e dallo zio, grandi fanatici del calcio e in particolare tifosi della Juventus. 
Debutta come attaccante in una squadra maschile nelle zone di Milano dove vive, ma si ritrova ogni anno a retrocedere di posizione in campo fino ad essere terzino. Ma il suo livello calcistico è tale da farle passare i provini per l’inter Femminile e in poco tempo a portare anche la fascia di capitano nella categoria Giovanissime.

Tu e la tua squadra siete reduci dal un’importante torneo in Svezia: la Gothia Cup. Era la prima volta che partecipavi? Ti piacerebbe tornarci?
Racconta un po’ com’è strutturato il torneo sia in campo che fuori dal campo.

Sì, era la prima volta che partecipavo alla “Gothia Cup”.
Sicuramente mi piacerebbe tornarci per provare le stesse emozioni e viverne delle nuove. Inoltre la Gothia Cup è un’occasione che non capita a tutti e soprattutto tornarci da campioni sarebbe un’emozione unica.
Credo che per rendere possibile tutto ciò ci voglia una intera città come goteborg che si metta a disposizione del calcio , come infatti è successo.
Durante tutta la settimana ho osservato i vari eventi come la cerimonia iniziale che ha dimostrato l’importanza di questo torneo e il grande lavoro delle persone. Le varie coreografie, le sfilate delle varie squadre, i fuochi artificiali sono stati componenti favolose di una presentazione che fin’ora avevo visto solo in t.v.. Inoltre hanno messo a disposizione varie scuole, i mezzi pubblici gratuiti e decine e decine di campi per far trovare tutte le squadre a loro agio .
Non avrei mai immaginato tutto questo sul campo le riprese in diretta, il tappeto d’erba perfetto…. Tutto questo ci ha portato alla finalissima nello stadio.
Tutto quel pubblico gli spogliatoi bellissimi, l’entrata in campo dal tunnel, l’inno nazionale hanno reso l’atmosfera ancora più bella come se stessi vivendo un sogno.

Sei il capitano della squadra.
Com’è stato alzare la coppa della Gothia al “Gamla Ullevi” di Goteborg?

Essendo il capitano della squadra quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita finale, la mia testa stava pensando alla coppa e mi chiedevo: “chissà se è leggera o pesante; sarà grande o piccola…?” Poi l’ho presa in mano l’ho sollevata davanti al pubblico che aveva gli occhi puntati su di noi. Sono orgogliosa di essere il capitano di questa squadra fantastica. In questa stagione ne ho sollevate di coppe ma questa ha un sapore diverso perché è simbolo della conclusione di una stagione perfetta.

Spesso il calcio femminile italiano viene “screditato” perché non è professionistico e il livello non è alto come quello delle altre squadre Europee.
Ma con questa vittoria avete dimostrato e dato prova che l’Italia c’è, che anche l’Italia è pronta a raggiungere i vertici del mondo calcistico femminile.
Durante il torneo avete affrontato squadre giovanili provenienti da altre Nazioni e Continenti. Com’è il loro livello?

Secondo me è ora che il calcio femminile in Italia passi al professionismo perché il nostro livello non è inferiore a quello degli altri paesi. 
La differenza tra loro e noi è soltanto un maggiore riconoscimento e interesse da parte della gente.
Questo torneo è un esempio per far crescere sempre di più il calcio femminile in tutto il mondo. Le squadre che abbiamo affrontato erano principalmente Svedesi tranne nella finalissima dove abbiamo giocato contro le Norvegesi. Non abbiamo avuto la fortuna di confrontarci con altre nazioni ma guardando alcune partite il loro livello è stato sempre molto simile al nostro: tutte le squadre avevano un’idea di calcio e riuscivano a metterla in pratica durante le gare. Poi il livello è diventato sempre più elevato soprattutto dai 16esimi in poi hanno dimostrato di avere non solo il fisico ma anche un’idea di gioco del calcio.



Giocare 9 partite in meno di una settimana è molto stancante, specialmente se si gioca a Luglio dopo che il campionato è già finito da due mesi. è stato duro prepararsi al torneo? O avete avuto anche un periodo di riposo?
Dopo la fine del campionato abbiamo avuto un po’ di riposo circa 3 settimane e subito i primi di Luglio abbiamo ricominciato ad allenarci. 
La stanchezza si faceva sentire a causa dei duri allenamenti del mister e del gran caldo estivo di Luglio ma le fatiche sono state ricompensate con questa grande vittoria.

Nella stagione 2015-2016 non avete mollato nulla: Gothia Cup, ma ancora prima il campionato. Nel mezzo altri tornei vinti. Cosa pensi sia o siano gli elementi più importanti che vi hanno portato a questi grandi risultati? 
Qual è stato il momento migliore della stagione? 
La stagione si può definire perfetta e quest’ultima vittoria la definisco la ciliegina sulla torta! Gli elementi che ci hanno portato a questi risultati sono sicuramente il gruppo che si è formato in questi due anni di lavoro , la passione per questo sport che ci unisce e ci dice continuamente di non mollare mai, lo staff che ci ha dato sempre la voglia di andare avanti anche nelle difficoltà, il mister Pierantonio Naplone che ci ha fatto crescere sia calcisticamente sia come persone. 
Un grazie speciale al mister e un ringraziamento a tutta la squadra perché insieme ci siamo spinti sempre più in alto.

Un ringraziamento molto speciale a capitan Serena Pinzin che ci ha rilasciato questa intervista molto minuziosa e motivante. Le auguriamo il meglio per il suo futuro calcistico e non, ma soprattutto un’altra annata di calcio vincente come questa.