Avere la responsabilità della gestione di un intero settore non dev’essere semplice, ma più che un ruolo è forse una vera e propria missione. Sviluppo, valori da trasmettere, gestione di risorse che sono lì, presenti, e meritano di essere alimentate. Lo sa bene Stefano Landucci: l’attuale Responsabile calcio femminile della Toscana è mente del progetto regionale, ora in piedi più che mai per implementazione di crescita e formazione, basi su cui lo stesso è stato costruito.
La figura citata (eletta a settembre 2024 dopo la consistente parentesi come coordinatore della rappresentativa ed i trent’anni di gestione da parte dell’ormai ex Luciana Pedio), coinvolta in una piacevole intervista redazionale, ha così illustrato l’attuale situazione territoriale.
Benvenuto! Quanto è importante il ruolo da lei ricoperto e cosa porta con sé di esso?
Mi sono sempre occupato di sport, ricoprendo anche ruoli come quello di dirigente calcistico o prendendo parte al settore politico, presentando un occhio di riguardo per sport e sanità, appunto. Il percorso che ormai da anni a questa parte ho intrapreso all’interno del settore femminile è sicuramente importante; si tratta di un mondo in forte espansione composto da ragazze che danno il massimo.
L’impostazione che personalmente do al mio lavoro sul territorio è sicuramente quella di vivere presenza e contatto con tutte quelle figure che non sono solo comparse ma attori principali (le ragazze stesse e le dirigenze delle varie società). Il mio intento? Valorizzare in modo significativo anche le esperienze giovanili che spesso sfociano in una non continuità, per questo punto su un progetto che possa investire risorse e competenze in funzione della massima espressione.
Gli obiettivi raggiunti sotto la sua supervisione quali sono stati in questi anni e quali, invece, quelli nel mirino al momento?
Il potenziale di crescita è vasto, ma non riesce del tutto ad emergere per tutta una serie di motivi: ostilità complessiva che tocca l’attività, piccole grandi lacune anche nelle strutture che con il boom offerto anche dagli europei si stanno iniziando a colmare ma il gap tra realtà di base e categoria massima rimane ampio.
Importante anche la continuità delle società che va assolutamente migliorata; devono credere nel movimento ma a lungo raggio, perché sono ancora tanti i progetti che nascono e muoiono in un anno.
In Toscana sono diverse le realtà di calcio femminile all’attivo (vedi Arezzo, Livorno, Rinascita Doccia e altre): questo dimostra che la regione è vicina a questo tipo di investimenti, il che non è mai scontato. Quali sono secondo lei i punti di forza e quali le cosiddette “lacune”?
Le realtà della regione presenti in serie C hanno fatto molta fatica a permanere in categoria tanto che alcune non esisteranno nemmeno più (vedi Pietrasanta). La riforma a 4 gironi (fortemente voluta) funge da segnale positivo perché permetterà meno costi ed una più facile e resistenza nel tempo. Punti di forza? La coesione per un unico obiettivo che intende porre al centro la crescita in ambiente sano di bambine e ragazze.
In ogni caso ci troviamo in un momento in cui il femminile sta acquistando sempre più spazio e visibilità…il report con dati aggiornati sui tesseramenti lo dimostra. Sotto il punto di vista dell’opportunità quale è la situazione in regione?
La promozione è estremamente importante; il ruolo dei media e la costruzione di convegni e appuntamenti costanti potrebbero davvero aiutare a valorizzare questo tipo di investimenti; il salto di qualità ci deve essere non solo grazie all’attività della stampa di settore, ma anche attraverso quella locale. Con la visibilità cresce anche la cassa di risonanza dell’offerta che viene data.
Devo dire che sono molto contento. Nonostante le iscrizioni non siano ancora concluse, i numeri sono incoraggianti e vi sono quattro prime squadre e juniores in più rispetto allo scorso anno, ciò significa che si sta andando nella direzione giusta. La provincia di Grosseto, tra le altre, era quella più in difficoltà, quest’anno invece risulta coperta da opportunità per tutte quelle ragazze intenzionate a partecipare, e questa è una grande soddisfazione.
Cosa si augura per il futuro sia del comparto femminile della regione Toscana che per quello generale?
Mi piacerebbe che ogni protagonista di questo movimento avesse davvero la possibilità di esprimersi nel massimo rispetto del proprio ruolo e delle proprie capacità. Mi auguro che in regione, ed in generale sullo stivale, la crescita sia esponenziale; come prospettiva vorrei, inoltre, la forbice tra serie A e serie minori si riducesse in modo tale che quando si parla di calcio si parli di un unico sport.
Si ringrazia Stefano Landucci per la gentile concessione.






