In esclusiva Il Calcio Femminile, per la rubrica ICFSerieB, abbiamo avuto il piacere di intervistare Tessa Rigolino, difensore e capitano della Novese. Alle sue ragazze chiede sempre il massimo impegno. Si ispira a Paolo Maldini ed una volta appesi i scarpini al chiodo vorrebbe rimanere nel mondo del calcio come massofisioterapista.

Ciao Tessa.
Nella vita di uno sportivo, spesso accade che ci siano dei momenti più significativi di altri. Momenti legati sicuramente ad emozioni forti. Momenti magari legati a successi, o perché no anche a sconfitte che portano sempre un particolare insegnamento.
Qual’è stato il momento più significativo nella tua carriera da sportiva?
“Il momento più significativo della mia carriera sportiva è sicuramente la promozione in serie B ottenuta lo scorso campionato con la Novese. E’ stato per me un anno, sportivamente parlando, bellissimo e ricco di emozioni. Un obbiettivo raggiunto insieme ad un gruppo fantastico, dentro e fuori dal campo. Credo che nessuno si sarebbe aspettato nulla da noi, ma con tanto impegno e fatica abbiamo ribaltato ogni pronostico e raggiunto la tanto sperata promozione.”

Sei alla quinta stagione con la maglia biancoceleste. E di questo gruppo ne sei la capitana. Che tipo di rapporto hai con le tue compagne? C’è qualcosa in particolare che chiedi loro per via del ruolo che ricopri?
“Nonostante io sia il capitano della squadra il rapporto con le mie compagne è sempre rimasto lo stesso. Credo che la nostra forza sia sempre stata questa, l’esserci sempre l’una per l’altra in ogni momento. Quando siamo in campo per la partita o per gli allenamenti da loro chiedo sempre il massimo impegno e non mi hanno mai delusa, anzi, spesso e volentieri sono rimasta piacevolmente sorpresa dai loro atteggiamenti, dalla loro forza, anche nei momenti più difficili.”

Siete salite di categoria la scorsa stagione, ed ora state partecipando al campionato di Serie B. Quali sono le principali differenze che hai notato facendo il salto di categoria?
“Il campionato di serie B è molto difficile. Il livello è sicuramente più alto, per una neopromossa il gradino di difficoltà è maggiore e si percepisce a pieno. I ritmi di gioco solo molto più elevati rispetto al campionato di serie C e soprattutto la mentalità delle nostre avversarie ora è diversa, nel senso che alzando l’asticella delle difficoltà è normale ci sia più competizione e soprattutto ci sia un modo diverso di intendere il calcio essendo una categoria al di sotto della massima serie.”

Il vostro stadio è intitolato a Costante Girardengo. Pietra miliare dello sport Italiano; un nome inciso nella storia sportiva Italiana, tanto da ispirare cantautori come De Gregori. Girardengo fu il primo Campionissimo del ciclismo Italiano; tu hai qualche personaggio sportivo come riferimento?
“Da sempre il mio personaggio sportivo di riferimento è Paolo Maldini, essendo io una tifosa milanista. Credo sia stato una delle bandiere più importanti del calcio italiano e del Milan. Mi sono sempre ispirata a lui, fin da piccola.”

Ho letto che hai iniziato a giocare a calcio sin da quando avevi 5 anni con i tuoi compagni di scuola; quindi gran parte del tuo tempo l’avrai dedicata a questa attività. C’è qualche altra attività che ti sarebbe piaciuta fare, o che, magari, svolgi parallelamente al calcio?
“Sono stata molto fortunata, ho sempre avuto la possibilità di giocare e cosi ho fatto. L’unica cosa che ho sempre cercato di conciliare al meglio con lo sport è stato lo studio, per cercare di stare al passo con la scuola e l’università nel migliore dei modi. Fortunatamente ci sono riuscita e di questo sono molto soddisfatta.”

Dal mondiale di Francia 2019 qualcosa è cambiato. Sempre più gente si sta iniziando ad appassionare a questo movimento. Dove vedi il calcio femminile nei prossimi anni?
“Spero vivamente che tra qualche anno il calcio femminile possa aver acquisito ancora più importanza di quella che attualmente ha, nonostante si siano fatti passi da gigante nel corso del tempo. Mi piacerebbe molto un giorno vedere stadi pieni per una partita di campionato come succede normalmente in quello maschile, anche se purtroppo la differenza è ancora enorme.”

E tu? Cosa ti piacerebbe fare finita la carriera da calciatrice? Hai qualche desiderio particolare?
“Finita la mia carriera di calciatrice mi piacerebbe continuare a fare quello che sto già facendo, cioè il mio lavoro da massofisioterapista. Magari un giorno, quando deciderò di smettere, potrei iniziare a seguire qualche squadra, cosi da rimanere comunque all’interno dell’ambito sportivo.”

A tutte le bambine che vogliono fare le calciatrici e che ti leggeranno, hai qualche messaggio da dare?
“A tutte le bambine che sperano di diventare calciatrici vorrei dire di continuare ad inseguire il loro sogno. Probabilmente con il passare degli anni il calcio acquisirà sempre più importanza e sarà ancora più bello praticare questo sport.”

Credit Photo: Novese Calcio Femminile