Nata con l’obiettivo di valorizzare la figura del tecnico e di promuovere una cultura sportiva fondata su competenza, etica e passione, l’AIAC opera su tutto il territorio nazionale attraverso iniziative, programmi educativi e attività di aggiornamento rivolte a tutte le categorie di allenatori, dai settori giovanili al professionismo.
All’interno di questo contesto si distingue il contributo di numerosi membri, che con professionalità e dedizione, supportano quotidianamente le attività dell’associazione; tra questi vi è Veronica Brutti: grazie alla sua esperienza nel settore e alla profonda conoscenza delle dinamiche sportive (la figura è attualmente responsabile del settore femminile AIAC Veneto, ma lascia una intensa impronta da calciatrice ed allenatrice) svolge un ruolo fondamentale nel coordinamento del progetto, sostenendo la missione regionale.
A proposito di ciò, Brutti, ai nostri microfoni, ha dichiarato: “Il Veneto crede nella formazione continua dei tecnici come motore del cambiamento.
Con AIAC stiamo sviluppando un’offerta che integra competenze tecniche, pedagogiche e relazionali; il calcio femminile non richiede solo allenatori e allenatrici preparati, ma educatori ed educatrici consapevoli delle particolarità e del valore del percorso formativo delle calciatrici.
Come referente regionale femminile, mi piacerebbe, con la collaborazione delle province, organizzare momenti formativi con il supporto di esperti federali, psicologi dello sport e professionisti del movimento”.
Un percorso che tiene conto delle province il cui ruolo, nell’ambito della medesima complessa organizzazione, è evidentemente fondamentale: “La chiave, anche in questo caso, è la rete – ha spiegato -. Quando le province lavorano in sinergia, con obiettivi comuni e linguaggi condivisi, l’impatto è immediato.
L’obiettivo di AIAC Veneto è superare la frammentazione, quindi unire le province sotto una visione condivisa, costruire progettualità che non si esauriscano in un evento, ma diventino parte di un percorso stabile. Serve una struttura che ascolti, raccolga le esperienze locali e le trasformi in modelli replicabili.
La coesione territoriale, in particolare nel settore giovanile, è la condizione per offrire alle ragazze un percorso continuo, riconoscibile e motivante, indipendentemente dalla provincia in cui giocano; su questo ci stiamo ancora lavorando”.
Le opportunità sul territorio, circa la rappresentanza “in rosa”, coinvolgono attualmente molteplici realtà in diverse categorie. Alla domanda “che ruolo potranno svolgere, secondo la sua visione, nel panorama calcistico attuale?” la responsabile ha risposto: “Le società venete stanno diventando laboratori di sviluppo e inclusione. La loro forza è nella varietà; dai club storici alle nuove realtà di base, tutte contribuiscono a costruire un percorso comune.
Nel panorama nazionale? Il Veneto può essere un modello di filiera formativa completa, capace di unire la crescita tecnica con quella personale delle atlete.
Le realtà locali, inoltre, se messe in rete, possono diventare presìdi territoriali di cultura sportiva, punti di riferimento per bambine, famiglie e scuole.
L’obiettivo è chiaro: trasformare la passione in opportunità, offrendo percorsi di qualità in ogni provincia”.
“Offerta” è una parola che si ripete con costanza per quel che riguarda il programma AIAC Veneto che, a detta dello stesso profilo, punta attualmente su tre filoni principali: “formazione – potenziamento dei corsi tecnici con moduli specifici sul femminile; territorio – incontri provinciali, eventi di promozione nelle scuole e nei centri sportivi; comunicazione – dare visibilità alle esperienze delle atlete e delle allenatrici, creando modelli positivi.
Le criticità, però, non mancano: “non avendo strutture condivise ed essendo questo, per tutti, un lavoro di volontariato, spesso si fa fatica a trovare il tempo e il modo per essere tutti presenti per condividere idee e visioni”, ha continuato ad affermare.
Il movimento nazionale, negli ultimi anni, ha fatto dei passi da gigante: a testimoniarlo i dati post europeo – oltre i messaggi portati dall’ormai affermato professionismo introdotto a luglio 2022 – che hanno aperto uno ulteriore spiraglio sulla crescita del settore “Women”; ecco la visione sul tema della protagonista odierna: “l’europeo ha rappresentato un punto di svolta anche per il Veneto. L’attenzione mediatica e l’identificazione con le Azzurre hanno generato un effetto moltiplicatore: le società hanno potenziato i settori femminili, e il numero di bambine tesserate sta crescendo in modo costante.
Ma il vero “plus” non è solo quantitativo, è culturale. Il calcio femminile oggi non chiede più spazio, lo occupa con competenza e passione, e il territorio sta rispondendo con apertura e curiosità, come da tradizione.
C’è più visibilità, più collaborazione tra club, e una rete di tecnici sempre più qualificati e sensibili alla dimensione educativa dello sport”.
L’augurio, con un occhio di riguardo per il futuro, è che si possa arrivare ad un ulteriore punto di svolta, senza più distinzione alcuna sulla disciplina: “spero che tra qualche anno non si debba più parlare di “calcio femminile” e “calcio maschile”, ma solo di calcio giocato con passione, competenza e pari dignità!”.
Si ringrazia Veronica Brutti e lo staff AIAC Veneto per la gentile concessione.






