Le Biancorosse Piacenza sono un club emiliano ai nastri di partenza del campionato d’Eccellenza regionale. La società presieduta da Cristina Zoccheddu partirà con ambizioni importani, puntando al salto in Serie C. L’undici allenato da Alberto Sgobbati vede tra le sue fila la trequartista., e capitano, Veronica Rizzo. Abbiamo raggiunto l’esperta ventisettenne originaria di Piacenza, alla terza stagione con la maglia biancorossa.

Veronica come ti sei avvicinata al gioco del calcio?
Mi sono appassionata a questo sport fin da bambina giocando con i cugini e i vicini di casa. Mi ricordo che passavamo giornate intere a giocare per strada, richiamati dai genitori solo perché era pronto a tavola. All’età di 10 anni, mi avevano informato che un’altra ragazza giocava in una squadra maschile per cui ne ho approfittato e mi sono ritrovata in una vera e propria squadra di calcio, un piccolo traguardo era stato raggiunto. Le difficoltà non sono state poche: a partire dalla credibilità iniziale dei propri compagni e degli avversari che si trovavano di fronte non una bensì due ragazzine, alla doccia nello spogliatoio dell’arbitro quando era permesso. Tutto questo però non hai mai fermato la voglia di mettermi in gioco anzi, più giocavo, più mi appassionavo a questo sport. Non smetterò mai di ringraziare mister Groppelli per tutti gli insegnamenti e per avermi dato motivo di credere e andare avanti nella mia passione”.

Nella tua carriera hai avuto importnati esperienze guadagnandoti diverse soddisfazioni giusto? 

“Si a 13 anni circa arrivò la chiamata da parte di una squadra: il Milan Femminile mi voleva dare una possibilità, come poter rifiutare. Inizialmente non è stato facile passare da una squadra maschile ad una femminile, soprattutto per una mentalità di gruppo e di gioco differente. Dopo un anno, parte della squadra ha deciso di seguire l’allenatore Gianni Losco a Mozzanica. Li inizia l’avventura più bella, l’avventura che mi ha permesso di togliere le soddisfazioni maggiori e che mi ha fatto conoscere delle persone a cui devo veramente tanto a partire dal Presidente Sarsilli e famiglia. Ricordo sempre con il sorriso i 7 anni passati a Mozzanica. Il presidente Sarsilli ha costruito una squadra da zero e, dalla piccola squadra di paese, ho avuto la possibilità di poter arrivare alla massima serie nella quale ho militato due anni”.

Dalla tua esperienza in Serie A per te un brutto infortunio che ti ha tenuto ferma giusto?
Dopo due stagioni in Serie A, non riuscendo a trovare lo spazio che desideravo, ho preferito cambiare squadra approdando all’Orobica Bergamo,  in A2, dove sono rimasta per due anni. Solo quando ho iniziato l’università, ho pensato di dovermi avvicinare a casa perché non potevo più garantire il mio costante impegno. Da li ho giocato per 3 anni a Cremona, in C, fino alla rottura del crociato che mi ha costretto al fermo di 6 mesi.

Non ti sei data per vinta sino al tuo approdo con le Biancorosse Piacenza. Cosa ti ha spinto a sposare questo progetto?
“Dopo anni di calcio praticato lontano dalla mia città, ho deciso di far parte di questa squadra per supportare il grande impegno della presidentessa Cristina Zoccheddu. Dopo l’operazione ho cercato di rimettermi e, dopo una breve parentesi a Cortefranca, ho deciso di unirmi alle Biancorosse Piacenza. Nella scorsa stagione, dopo una prima con alti e bassi, abbiamo dato il massimo per vincere il campionato. Siamo arrivate terze con due partite in meno delle altre squadre, centrando anche la finale di Coppa Emilia”.

Che obiettivo vi ponete per la prossima annata?
“L’obiettivo di quest’anno è vincere il campionato, non ci nascondiamo. Il presidente ha creato una squadra per vincere grazie ad innesti di grande qualità. La carica giusta c’è, la qualità c’è, il gruppo anche, bisogna solo dare il massimo e mettersi a disposizione del nostro allenatore Alberto Sgorbati che ha già dimostrato di avere ottime capacità nel suo ruolo. Siamo tutte entusiaste per questa stagione, dopo un periodo così lungo senza poter giocare, abbiamo tutte una gran voglia di metterci in gioco e, consapevoli del nostro valore, provare a vincere il campionato e salire di categoria”.

Come valuti la crescita del calcio a tuo avviso?
“Ultimamente il movimento del calcio femminile sta crescendo molto, si sta parlando finalmente di professionismo. Spero che le bambine che si avvicinano al mondo del calcio, possano togliersi soddisfazioni grazie ad un movimento calcistico più avanzato rispetto ai miei tempi, non dimenticando mai la passione che le ha guidate e portate all’interno di questo mondo”.

Quale è stato l’emozione più bella della tua carriera?
“L’emozione più grande è stata vincere il campionato di Serie A2, ed essere sicure di aver fatto il possibile per ringraziare il presidente per quanto fatto fino ad allora. Poi porterò sempre nel cuore la convocazione, del 2008, con l’Italia Under 17 e le partite giocate in Serie A con il Mozzanica”.