Credit photo: Francesco Passaretta - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Nella quarta giornata del campionato di Serie A si è giocata, al Puma House of Football di Vismara, Milan – Lazio, terminata con il punteggio di 2-1. Questo risultato ha permesso alle ragazze di Suzanne Bakker di trovare la prima vittoria stagionale, a differenza proprio delle rivali che restano ferme a due pareggi e due sconfitte. Decisiva nella serata è stata la subentrata Nikola Karczweska che all’82° ha completato la rimonta, iniziata da Jamie Piga dopo il momentaneo vantaggio laziale firmato da Noemi Visentin.

Grazie ai Match Analysis della Panini Digital possiamo analizzare il fatto che la partita sia stata abbastanza equilibrata, anche se l’IVS (Indice di Valutazione Squadra) ci indica come il Milan abbia leggermente meritato di più la vittoria: 56 contro 44.

Questa piccola superiorità delle padrone di casa è evidenziata anche dal dato del possesso palla e della superiorità territoriale che sono pari a 54% contro 46%. Si nota inoltre come in realtà sia stato il primo tempo ad essere maggiormente in mano rossonera: 57% contro 43%, questo nonostante il fatto che la prima frazione sia finita in pareggio, mentre il gol decisivo sia arrivato dopo l’intervallo dove, almeno territorialmente parlando, c’è stato più equilibrio.

Nel corso della prima metà il Milan si è schierato con un 4-2-3-1 che spesso si trasformava in un 3-4-3 con il terzino sinistro Angelica Soffia, centro del gioco milanista, che si alzava sulla linea di centrocampo e l’esterno destro Monica Renzotti, invece, che si abbassava. Oltre a questo, la punta centrale Nadia Nadim giocava molto bassa tra Chante Mary Dompig e Evelyn Ijeh per andare a legare più facilmente il gioco e andare a creare un vero tridente offensivo. Nella seconda frazione invece veniva mantenuto il modulo di partenza ma i due difensori centrali, Piga e Nadine Sorelli, tenevano una posizione molto bassa e larga, mentre i due terzini, Soffia e Emma Wilhelmina Koivisto, erano molto alti per sostenere il centrocampo. Probabilmente questa scelta è stata dettata dal fatto che la squadra di casa abbia deciso di aumentare i lanci a superare il centrocampo per dare inizio all’azione e in modo da velocizzare la ricerca del gol: si è passati infatti dal 20% prima dell’intervallo al 32% dopo. Una delle zone a maggiore densità è stata, per tutto il corso del match, l’area del portiere Laura Giuliani. Non è un caso, dunque, che il portiere rossonero sia stato molto attivo: seconda per palle giocate (45), per giocate utili (8) e per palle recuperate (8), dietro alla sola Sorelli a quota 9, oltre ad un, per nulla secondario, rigore parato a Martina Piemonte ancora sul punteggio di 1-1. Anche la fascia sinistra è stata molto densa, infatti è stata teatro del 62,5% dei cross nel primo tempo ed è stata protagonista dell’asse principale del gioco del Milan, cioè Soffia – Dompig, con ben 29 passaggi in totale (16 dal terzino all’esterno, 13 a parti invertite).

Dall’altra parte la formazione di Gianluca Grassadonia ha adottato un 3-5-2 che non ha subito grosse variazioni con il passare dei minuti. L’unica vera grande differenza era la posizione delle due mezzali, Eleonora Goldoni e Flaminia Simonetti: esse giocavano molto strette e vicine alle due punte centrali Piemonte e Visentin, tenendo anche una posizione ovviamente più avanzata, mentre nella seconda metà hanno mantenuto un baricentro più basso probabilmente a causa di una mole maggiore di compiti difensivi. Anche in questo caso le due zone con più densità sono l’area del portiere Sara Cetinja, considerato il fatto che da quelle parti sono passati ben 47 palloni nell’arco totale della partita, e l’out di destra, presieduto dal braccetto Francesca Pittaccio che ha concluso 13 passaggi verso l’esterno destro Elisabetta Oliviero rendendolo l’asse più attivo delle ospiti, dal quale è partito ben il 62,5% dei cross di cui il 72,4% solo nella prima frazione.

Per quanto entrambe le squadre abbiano tentato di impostare le proprie azioni partendo dal basso bisogna sottolineare che le biancocelesti hanno deciso di mantenere questo metodo per tutta la partita con il 92,3% di azioni di questo tipo. Dall’altra parte il Milan, come abbiamo già visto, nel secondo tempo ha diminuito questo tipo di svolgimento del gioco riuscendo, comunque, a trovare la rete decisiva. La formazione ospite ha invece optato di non stravolgere il suo modo di giocare, a differenza di ciò che aveva fatto contro la Juventus la scorsa giornata; nonostante questo però il risultato è stato il medesimo: gol di Cantore all’84° per l’1-2 bianconero e gol di Karczewska all’82° per il 2-1 rossonero con le conseguenti due sconfitte per le laziali.

La protagonista del gioco delle ragazze di Bakker è senza ombra di dubbio Soffia che, come già detto precedentemente, impostava verso sinistra con scambi con Dompig e spesso anche con verticalizzazioni dirette su Nadim che, per l’appunto, si abbassava per cucire il gioco e per far salire le compagne. Non è un caso che il terzino sinistro sia la prima per passaggi riusciti (47, ben 18 in più rispetto alla seconda che è Koivisto), per passaggi ricevuti (37) e anche per palle giocate: sono 72 i palloni arrivati dalle sue parti, di cui solo 23 persi (percentuale minima rispetto alle sue compagne). Da non sottovalutare anche la prestazione di Sorelli che ha recuperato 19 palloni, prima in questa speciale classifica, ed è seconda per giocate utili, a pari con Giuliani.

Come abbiamo già anticipato, la Lazio ha portato avanti un’impostazione molto più ricercata che andava a coinvolgere tutto il pacchetto arretrato, da Cetinja a Connolly, da Federica D’Auria a Pittaccio, fino ai due esterni. Infatti l’obiettivo era trovare sugli esterni Oliviero e Martina Zanoli per poi passare da Piemonte, vero centro e regista offensivo delle biancocelesti e, infatti, seconda per palle ricevute a pari con D’Auria (33). Nella costruzione delle azioni non rientravano invece le due mezzali e il mediano Louise Danneman Eriksen che hanno avuto compiti più difensivi. A questo punto risulta ovvia l’ampia utilità dei tre difensori: Pittaccio è prima per palle giocate (68, di cui perse solo 23), seconda per passaggi riusciti (39, anche se non molto precisa con solo il 57%) e per giocate utili (8) e terza per palle recuperate (17). D’Auria è prima per passaggi riusciti (41) ma solo terza per precisione tra le giocatrici di movimento, nonostante una percentuale molto alta (72%, superata proprio da Connolly con il 73% e da Zsanett Kajan con il 100% ma con soli 3 passaggi fatti), seconda per palle giocate (57) e terza per giocate utili (8). Non bisogna dimenticare la prestazione di Oliviero che è stata la prima per giocate utili (10), ha recuperato 18 palloni, classificandosi seconda e, infine, è terza per palle giocate (53).Risulta ovvio che la squadra di Grassadonia abbia dunque tentato di imporre un proprio gioco senza, però, riuscire a capitalizzarlo a proprio favore. Questo lo si può anche notare dai dati sulle conclusioni, infatti le biancocelesti calciano due volte in più rispetto al Milan, 9 volte su 11 lo fa su azione e tutte le volte da dentro l’area. Se bisogna fare i complimenti a Giuliani che riesce a farsi trovare pronta 4 volte su 5, tra cui un rigore parato, d’altro canto viene spontaneo domandarsi come le ospiti non abbiano trovato la porta per più di metà delle volte, considerato il fatto che esse abbiano calciato sempre da dentro l’area; imprecisione che è anche sottolineata dall’enorme mole di conclusioni di Piemonte: sono 6 tiri, tra cui il rigore, senza mai trovare la via del gol. Invece le rossonere arrivano a calciare in maniera differente: 5 volte da azione e 4 volte indirettamente da calcio piazzato, gonfiando la rete in entrambi i modi e mostrando, almeno in questa partita, di essere state più ciniche della Lazio, nel gioco e sotto porta.

Daniele Vitarelli
Nato in provincia di Monza e Brianza. Studente di Storia presso Unimi a Milano, la mia passione principale, però, è sempre stata il calcio. Sono convinto che il calcio femminile possa diventare una realtà concreta in Italia e il mio obiettivo, oltre a migliorare me stesso, è rendermi utile per la crescita di questo movimento.