Credit Photo: Fabrizio Brioschi

La sfida salvezza del Tardini, valevole per il settimo turno di Serie A tra Parma e Pomigliano, termina con un 1-3 tanto roboante in termini di risultato ma che non trova pieno riscontro nelle statistiche complessive: il Parma ha fatto la sua partita, ha tenuto il 60% del possesso palla, ha espresso una maggior quantità e qualità di gioco, ha presenziato maggiormente la metà campo avversaria e ha messo in mezzo all’area di rigore la bellezza di 17 cross, 12 in più della formazione ospite, mancando però di concretezza in fase di finalizzazione come nel caso dell’unico tiro effettuato da dentro l’area piccola terminato a lato di pochissimo. Il Pomigliano è stato più incisivo sotto porta, verso la quale ha calciato con maggiore frequenza, soprattutto da fuori area, ha indirizzato meglio le conclusioni nello specchio, trovandolo 8 volte su 13, e ha trovato anche maggior efficacia sui calci piazzati in zona d’attacco. Tirando le somme di tutte le statistiche emerge appunto un indice di valutazione squadra che premia di poco la squadra campana con 55 punti su 100, solo 10 in più delle ragazze di Mister Ulderici.

Il primo tempo ha visto la formazione di casa giocare il numero più alto di palloni tra la metà campo e la trequarti avversaria, mentre il Pomigliano è stato relegato alla propria area di rigore. Nel secondo tempo le squadre si sono aperte e hanno spinto di più in avanti, in particolare la squadra di Mister Sanchez che ha preso campo avanzando, nel numero di palloni giocati, fino ai pressi dell’area avversaria. Tra primo e secondo tempo, è nei secondi 45 minuti di gioco che si è registrato il maggior numero di reti: la partita è stata sbloccata da Taty al minuto 19, ma è nell’ultima mezz’ora del match che sono arrivati il temporaneo 0-2 di Konat, il gol della speranza gialloblù da parte di Martinovic e il definitivo 1-3 di marca guatemalteca a firma Martinez.
La partita è stata giocata principalmente a centrocampo: Panini Digital ci fornisce un grafico sulla disposizione tattica che posiziona le 22 protagoniste nel punto esatto del rettangolo di gioco dove hanno mediamente ricevuto palla e ci conferma pienamente questo dato. La differenza sostanziale che ha portato i 3 punti a Pomigliano d’Arco si è registrata nella gestione del possesso palla in fase di costruzione: i flussi di gioco del Parma si sono limitati a un fraseggio tra difesa e centrocampo, senza premiare a sufficienza i movimenti delle esterne difensive, che accompagnavano l’azione alzando il proprio baricentro fin oltre la metà campo, o l’abbassamento delle attaccanti volto a non creare troppa distanza tra i reparti e a tenere unita la squadra. Il Pomigliano, invece, ha costruito sia da destra che da sinistra del rettangolo di gioco, per servire e sfruttare gli inserimenti centrali delle centrocampiste a riempire gli spazi concessi dai movimenti laterali delle attaccanti, volte a portare via le dirette marcatrici: è proprio partendo in posizione laterale lungo l’out di sinistra che Martinez, forte della sua corsa caratterizzata da velocità e progressione, ha chiuso il match realizzando l’ultima rete.
Considerevole, dal lato emiliano, la prestazione di Benoit a cui sono riusciti correttamente 82 passaggi come ad Heroum e che ha ricevuto 84 palloni. Da segnalare anche la prova di Acuti con un assist e 23 palle recuperate. Nel Pomigliano, una nota di merito va a Ferrario che, oltre ad aver tentato 3 tiri in porta, ha fatto registrare 50 palloni giocati, 25 passaggi riusciti e 9 giocate utili.