Si è già parlato fin troppo di un primo tempo sottotono per la formazione di Milena Bertolini: il passivo al termine dei primi 45 minuti ha reso vani gli sforzi di un buon secondo tempo interpretato a dovere e col giusto approccio. Grazie al ca**o, questo è sotto gli occhi di tutti ed è la prima lacuna balzata agli occhi di tutti noi.
Un po’ di timore reverenziale?
L’emozione di prender parte, da protagoniste, ad una kermesse di tale importanza?
La tensione per le grandi aspettative che popolo tifoso e giornalisti hanno creato intorno all’ambiente?
Il risultato dice tanto, ma nasconde altrettanto: se analizziamo le statistiche nel loro complesso, notiamo che a fine partita le occasioni da gol create dalle francesi risultano solo 3 in più rispetto a quelle totalizzate dalla Nazionale italiana, nello specifico 12 contro 9. La differenza risiede nella percentuale realizzativa e nella conversione in rete di quanto creato: in parole povere la Francia è stata più concreta.
Il rapporto tra azioni create ed azioni riuscite si attesta al 74% per quanto concerne le azzurre, mentre il dato della squadra d’oltralpe è superiore di solo 8 punti percentuali. Nemmeno sul numero di tiri si registra una superiorità ben definita: l’Italia ha calciato 4 volte in meno rispetto alla Francia, ma, in proporzione, lo ha fatto con più precisione direzionando maggiormente i tiri nello specchio della porta. Maggior precisione azzurra si conferma anche sui cross effettuati, raddoppiando il dato bleu: mentre l’Italia ha portato a buon fine 7 cross su 15, le avversarie hanno tentato 16 volte di andare al cross, effettuandone a dovere solo 4. La propensione a cercare il disperato gol per riaprire la partita, ha permesso alle nostre ragazze di presentarsi 7 volte alla bandierina del corner, mentre i calci d’angolo battuti dalla formazione bleue sono stati solamente 3.
La superiorità francese si riscontra nella tenuta del campo, dove ha dominato in termini di costruzione del gioco e dove si registrano 461 passaggi riusciti su 536 totali: la percentuale di passaggi riusciti da parte delle azzurre non si discosta molto da quella francese, infatti supera anch’essa l’80%, ma il numero complessivo di passaggi è largamente inferiore e si attesta a soli 365 (171 in meno), che corrisponde alla media nazionale di passaggi per partita effettuati nel campionato di Serie A. L’organizzazione offensiva in fase di possesso e in contropiede premia la Francia: le azzurre hanno tentato 12 ribaltamenti di fronte, riuscendo a portarli a termine solo una volta.
L’Italia ha sovrastato le avversarie nell’efficacia del pressing di squadra, quindi possiamo affermare che l’organizzazione offensiva senza palla, unita alla grinta messa in campo nella seconda frazione di gioco, ha permesso alle azzurre di compensare il deficit fisico, che ha visto le nostre ragazze perdere 90 duelli su 148, e di condizione atletica.
Per quanto riguarda lo sviluppo del gioco sulle fasce, la partita è terminata in parità: ha vinto la Francia sulla fascia sinistra, dove per ben 31 volte ha creato attacchi, completandone 8 con tiri verso la porta, mentre sul lato destro del campo il dominio è azzurro.
Senza timore, concentrate sin dall’inizio, attendendosi alle indicazioni della C.T. in fase di pressing e nell’organizzazione tattica collettiva, le nostre ragazze potranno mettere in mostra maggior solidità nelle prossime partite e ambire a un passaggio del turno che una sola partita, d’esordio e per di più contro una delle favorite alla vittoria finale, non può aver compromesso.