©BarbaraCaminiti. San Marino

Per noi italiani, è difficile considerare il territorio della Repubblica di San Marino, come un paese straniero. Anche se, politicamente ed amministrativamente parlando, è così. D’altra parte, penso che i suoi abitanti si possano sentire, almeno in parte, italiani, rispetto ai quali non esiste una vera e propria differenziazione etnica o linguistica. Per il calcio femminile, invece, San Marino è perfettamente integrata nell’attività italiana, con la sua squadra, la San Marino Academy, che partecipa al campionato nazionale di serie B ed anche, con la rispettiva formazione, a quello di Primavera 2.

E proprio ad una ragazza di questa selezione under 19, il difensore Cristina Carli, abbiamo rivolto le nostre domande. Per prima cosa, come in pratica a tutte le ragazze sinora ascoltate, vorremmo sapere come si è avvicinata al calcio e quando ha capito che sarebbe diventato il suo sport preferito: “La prima volta che ho provato a giocare a calcio avevo 7 anni. A scuola erano venuti degli allenatori dell’Academy e dal primo momento in cui l’ho provato mi è piaciuto. Poi sono andata al campo a fare un allenamento e lì ho capito subito che era lo sport adatto a me. Da quel momento non ho più smesso e col tempo ho creato un legame sempre più forte, fino a capire che non era solo una passione ma una parte di me”

Ma questa ‘parte di lei’, l’ha costretta a lasciare in disparte altre attività sportive, per dedicarvisi? “In realtà no. Da piccola ho provato diversi sport, ma nessuno mi aveva mai veramente convinta. Dopo aver provato calcio non ho avuto più dubbi: è stata una connessione molto spontanea e naturale”

Passando alla realtà della San Marino Academy, quest’anno la sua squadra Primavera non sta attraversando un gran periodo (è ultima in classifica nel girone B, anche se deve recuperare una partita): per quali motivi, secondo Cristina? “Rispetto all’anno scorso ci sono stati diversi cambiamenti. La squadra è nuova e c’è anche un nuovo allenatore” sottolinea la nostra intervistata “Nonostante questo stiamo diventando sempre più affiatate in campo e ad ogni allenamento lavoriamo per migliorarci. Il livello delle squadre è molto alto e ogni partita è una battaglia, ma sono sicura che con il lavoro che stiamo facendo i risultati arriveranno anche quest’anno”

Quali sono comunque, i reali obiettivi della vostra squadra, per la stagione 2025-2026? “L’obiettivo è dare sempre il massimo ogni volta che scendiamo in campo, per la squadra e per noi stesse. Vogliamo essere più competitive e più consapevoli, e ogni giorno lavoriamo dentro e fuori dal campo per migliorare e crescere sia come gruppo che a livello individuale”

La Carli, come già accennato, è un difensore di ruolo: ha però un modello di giocatore, sia maschile che femminile, a cui si ispira? “Sono una grande appassionata di calcio. Non ho un vero e proprio modello…” è la sua convinta risposta “però quando guardo una partita da fuori cerco sempre di osservare e imparare qualcosa di nuovo da aggiungere al mio bagaglio personale, per poi provare a metterlo in pratica in allenamento e in partita”

La Repubblica del monte Titano, non solo è completamente ‘circondata’ dal territorio italiano, ma è una realtà anche molto piccola rispetto alla vastità dello ‘Stivale’: capita mai, alle ragazze sanmarinesi, di sentirsi come un Davide contro tanti Golia? “Si, nel corso degli anni è capitato di sentirsi più ‘piccoli’ ma questo non ci ha mai fermato, anzi ci ha dato ancora più forza” ammette la nostra Cristina, che poi aggiunge orgogliosamente “Noi non rappresentiamo solo una società ma un Paese intero, e questo ci spinge a dare sempre tutto. Scendiamo in campo con la consapevolezza di poter competere con chiunque, senza paura”

Cristina Carli è molto giovane, essendo nata il 13 novembre del 2008, e quindi ha ancora molto tempo davanti per raggiungere traguardi importanti: ma se, per qualche malaugurato destino (che ovviamente le auguriamo possa restare una mera ipotesi) dovesse rinunciare al calcio giocato, cosa le piacerebbe fare una volta diventata ‘grande’? “Il calcio rimarrebbe comunque centrale nella mia vita. Mi piacerebbe restare in questo mondo, magari lavorando in un ambito legato allo sport e aiutando altri ragazzi e ragazze nel loro percorso. Il calcio non mi ha formato solo come sportiva, ma anche come persona, e i valori che mi ha insegnato vorrei portarli anche nel mio futuro”

Una persona che dimostra di essere ben radicata, come si suol dire, ‘con i piedi per terra’ e che, ne siamo convinti, riuscirà a raggiungere, se non tutti, almeno gran parte dei progetti che si è prefissata e che potrà presto trasmette i suoi elevati valori, anche alle generazioni più giovani.

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