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Anche la semifinale fra Inter e Roma si chiude a reti inviolate, ma regalando emozioni maggiori rispetto a quel Juventus-Sassuolo che l’ha preceduta. A gradire è sicuramente la squadra nerazzurra che accede alla finale in virtù della doppia vittoria nella stagione regolare (3-2 nella capitale e 3-1 a Milano), ma soprattutto in virtù di una partita di grande sacrificio, giocata in inferiorità numerica a partire dal 23’, quando Martina Bressan si è vista affibbiare il secondo cartellino giallo in soli cinque minuti (entrambi per interventi fallosi).

Ma i timori nerazzurri, di una possibile eliminazione, sono durati fino al fischio di chiusura, preceduto di pochissimo da un penalty di Rosanna Ventriglia che la numero uno interista, Matilde Robbioni, ha straordinariamente neutralizzato.

La cronaca del match non poteva che partire dai due momenti chiave, ovviamente vissuti in maniera diversa dalle due tifoserie, ma riavvolgendo il nastro della recita se ne possono trovare altri, magari meno clamorosi ma sicuramente altrettanto importanti. Si parte dopo minuto di raccoglimento, dedicato alla scomparsa di Papa Francesco (ricordato anche dalle squadre con il lutto al braccio) e sotto la direzione dell’arbitro Cosimo Papi della sezione di Prato, apparso indeciso in alcuni frangenti e dedito a sventolare i cartellini un poco a… sprazzi.

È l’Inter a dare l’avvio alle ostilità, ma è la Roma a prendere immediatamente l’iniziativa. Con entrambe le formazioni schierate a specchio (sia il mister nerazzurro Marco Mandelli, che il suo omonimo giallorosso, Marco Lucarelli, hanno adottato il 4-3-3), le romaniste in maglia bianca portano già al 3’ Elena Pizzuti al tiro, ma il suo sinistro finisce a lato. Sarà, quella dell’imprecisione nelle conclusioni, un po’ una costante della formazione capitolina, che quando però è riuscita a trovare lo specchio della porta ha visto i suoi tiri neutralizzati da una impeccabile Robbioni. Le “lupacchiotte” appaiono più convinte, nell’espletare le loro manovre, ma le “biscette” sebbene un po’ tentennanti provano a replicare con ficcanti contropiede, generalmente orchestrati da Jessica Ciano, come al 7’ ed al 13’ quando chiama il numero uno avversario, Giulia Mazzocchi, alla parata a terra. Al 16’, invece, è Cintia Soares Martins a provarci su punizione dalla distanza, ma Robbioni neutralizza senza eccessive difficoltà.

È a questo punto, che arriva la prima possibile svolta a favore romanista: Bressan decide di interrompere, con troppa foga e forza, due incursioni in velocità dalla fascia sinistra, atterrando in entrambe le occasioni Giulia Galli e rimediando due sacrosante ammonizioni, con conseguente cartellino rosso. Sulla seconda punizione, Pizzuti dà l’illusione del gol, cogliendo però soltanto l’esterno della rete. Da quel momento, l’Inter vede ridursi di molto le proprie capacità offensive (anche se Paola Fadda ed ancor più la Ciano, proveranno sempre a rendersi pericolose creando in più occasioni lo scompiglio nella retroguardia giallorossa). Il finale del tempo, però, vede un’Inter maggiormente fluida nella propria manovra, forse perché a quel punto ‘sgravata’ dai favori del pronostico.

Prima dell’intervallo si registrano ancora due parate sicure di Robbioni (la prima su di un destro di Ventriglia e la seconda su di un gran tiro di Pizzuti), un’incursione della Ciano che obbliga Terlizzi al fallo, con conseguente cartellino giallo, e l’ingresso in campo di Giorgia Beduschi al posto di Martina Romanello, con l’obiettivo del tecnico interista di riequilibrare la squadra. Ma il risultato non si sblocca.

In avvio di ripresa, la compagine di Lucarelli cerca di aumentare la propria pressione, incrementando la velocità di gioco, ma la propria imprecisione (soprattutto in fase conclusiva) le impedisce di ottenere risultati. Quella di Mandelli, invece, sarà via via costretta ad arretrare il proprio raggio d’azione, con l’obiettivo di difendere un pareggio che le garantirebbe comunque la finale per il titolo. Arrivano così i tiri di Maja Madon (49’) e di Martina Cherubini (56’), fuori però dallo specchio della porta interista, mentre quello di Giulia Galli (61’) termina fra le braccia del portiere. L’Inter riesce a stuzzicare la difesa avversaria solamente al 66’, con un’azione personale di Fadda che difetta, però, della mira necessaria.

Ne segue una fase di gioco piuttosto confusa, alimentata anche dalle tante sostituzioni effettuate, sino a quando la Galli, praticamente da sola davanti a Robbioni (86’), la calcia fuori a fil di palo. L’Inter è ormai alle corde e la Roma cerca gli ultimi assalti, ma anche la neo entrata Viola Capellupo, due minuti dopo il 90’, vede il suo sinistro volare oltre la traversa. Un altro minuto più tardi, Beduschi contrasta l’ancor velocissima Galli in area, mandandola a terra: per l’arbitro è rigore, che Ventriglia s’incarica di battere ormai allo scadere del recupero e che Robbioni neutralizza, in tuffo e con la mano di richiamo, alzando il tiro oltre la traversa.

A quel punto, è veramente finita e la squadra nerazzurra può festeggiare il ritorno in finale (dopo il titolo conquistato nel 2019), giusto premio per una partita di grande cuore e sacrificio, ma giocata anche con grande orgoglio. Per la Roma, c’è invece il rammarico di non aver saputo esaltare il proprio attacco (il migliore di tutta la Primavera 1) nonostante una superiorità numerica di oltre 70 minuti, anche se non deve svanire la soddisfazione per una qualificazione alle final four, arrivata quando ormai l’impresa sembrava quasi impossibile.

 

INTER – ROMA 0-0

Recupero: 2’ e 6’

Angoli: 1-5

Ammoniti: Rachello (I); Madon, Terlizzi e Galli (R)

Espulsi: Bressan (I) per doppia ammonizione

 

INTER: Robbioni, Consolini (81’ Viviani), Compiani, Robino (81’ Rachello), Verrini, Bressan, Ciano, Giudici, Sasso (66’Bufano), Fadda, Romanelli (32’ Beduschi)

ROMA: Mazzocchi, Paniccia (74’ Capellupo), Pizzuti, Madon (58’ Farrugia), Zappettini, Terlizzi (81’ Aulicino), Galli, Cherubini, Ventriglia, Catena, Soares Martins (74’Cornacchia)