La preparazione atletica di una squadra di calcio è un fattore determinante per il raggiungimento dei successi sportivi. Negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante sulle tecnologie e le conoscenze che stanno dietro al lavoro dei preparatori che sono ormai una figura professionale indispensabile per l’allenamento di team e di ogni singolo atleta che vuole raggiungere dei risultati soddisfacenti. Da questa stagione la preparazione atletica dell’Atalanta Mozzanica è affidata al professor Alessandro Cè, professionista del settore da tanti anni, con esperienze che spaziano dal tennis al basket. Voluto per le sue ottime credenziali da mister Ardito, si affaccia al calcio femminile per la prima volta.

Ciao Alessandro, un preparatore atletico nasce sicuramente dal mondo dello sport. In quali discipline ti sei cimentato in gioventù?

Fin da piccolo La passione per lo sport mi è stata trasmessa dai miei genitori. Da ragazzo ho fatto principalmente tre sport: tennis, sci ed equitazione. Devo dire che in tutti e tre ho raccolto buoni risultati. Lo sci è stato forse il mio preferito, sono stato campione provinciale di Cremona nel “gigante” e ho vinto per tre anni di fila i campionati studenteschi. Purtroppo per ovvie ragioni logistiche era anche quello più difficoltoso da coltivare (A Crema non ci sono montagne…). Sono però nato in pratica all’interno di un centro ippico, nel quale lavorava mia madre e va da sé che sul cavallo passavo gran parte della mia giornata. All’equitazione rimangono i ricordi più belli, anche perchè il rapporto che nasce tra uomo e animale è qualcosa di difficile da spiegare. Anche in sella ho vinto diversi concorsi. Il tennis purtroppo l’ho scoperto tardi e forse se l’avessi praticato prima avrei potuto raggiungere risultati importanti. Ho vinto tornei a livello provinciale arrivando nella classifica C4, ma nel momento in cui cominciavo a prendermi delle soddisfazioni ho dovuto abbandonare l’attività agonistica poiché ho iniziato a frequentare l’ISEF. Avevo già capito che quella dello sport sarebbe stata la mia professione.

Nel tempo libero pratichi ancora questi sport?

Certo, anche se non ho il tempo di farlo come vorrei, ma qualche partita di tennis me la concedo ancora. Inoltre ho coinvolto da due anni i miei figli sia nello sci che nell’equitazione. Se oggi ho trasformato la mia grande passione nel mio lavoro lo devo a tutta la mia famiglia, ma in particolare a mia moglie che in questi anni si è sacrificata tanto a livello di tempo per consentirmi di continuare a vivere di sport.

Com’è nata la decisione di diventare preparatore atletico?

Alle superiori ho frequentato ragioneria, ma già prima del diploma volevo che lo sport diventasse il mio lavoro. Dopo l’ISEF ho iniziato come allenatore di pallavolo, ruolo che ho svolto per vent’anni, dopodiché  ho concentrato la mia attenzione sulla preparazione fisica, prima sempre con la pallavolo e successivamente col basket e col tennis. Ancora oggi lavoro col Tennis Club Crema che ha la squadra in serie A, seguendo direttamente quattro ragazzi che sono già nel giro del professionismo. Nel calcio ho collaborato come recupero infortuni con alcune società della LND e negli ultimi 7-8 anni seguendo queste squadre direttamente sul campo.

Infine arriva la prima esperienza nel calcio femminile con l’Atalanta Mozzanica

Nel femminile sono nuovo per quanto riguarda il calcio, ma nella pallavolo ho fatto l’allenatore proprio di femminile per tanti anni e il preparatore per sei e nel tennis ho lavorato anche con delle ragazze. Quindi non ho trovato grosse difficoltà ad approcciarmi a questo mondo.

Come è nato il contatto tra te e la società bergamasca?

Mozzanica era una realtà che conoscevo già per fama. E’ stato mister Ardito a contattarmi per chiedermi la disponibilità a lavorare qui. In passato avevo già collaborato con Marco Sacco e perciò è stato abbastanza facile trovarmi a mio agio con lo staff. Direi che con mister Ardito è scattata subito una sintonia, è come se lavorassimo assieme da una vita. Ho trovato un ambiente di ragazze entusiaste. Lavorare con loro è un piacere, ogni proposta di lavoro è fatta con la massima attenzione e impegno. Anche il calcio femminile sta vivendo un cambiamento: gli aspetti tattici sono cambiati, predomina sempre di più la fisicità e l’aspetto atletico.

Dopo tre mesi circa di lavoro che primo bilancio ti senti di dare?

Un bilancio sicuramente in crescita! Durante la preparazione abbiamo sistemato tante cose da tutti i punti di vista. Le ultime due settimane di pausa hanno portato ad alzare l’asticella. Sia per quello che è il mio modo di lavorare, sia per quello che mi è stato richiesto dal mister, non avevamo l’obbiettivo di fare una preparazione iniziale dura per avere una squadra pronta subito, ma fare un lavoro continuo per tutto l’anno. Il risultato che vogliamo ottenere è di avere una crescita costante della squadra nell’arco di tutta la stagione. Dobbiamo dare una svolta alla carenza di risultati di queste prime partite. I risultati sono l’unico neo che trovo, perché dal punto di vista dell’impegno delle ragazze e della dedizione al lavoro non posso che parlar bene. Sono venuti a mancare proprio quei due risultati in più che avrebbero dato più morale ed una classifica secondo me più veritiera. L’apice a livello di prestazione è stata la gara con la Juventus. Le prossime gare con Orobica e Roma saranno un crocevia che ci dirà cosa possiamo realizzare. Ci sono state tante novità, una rosa rivoluzionata, ma onestamente a parte un paio di squadre non ho visto situazioni così distanti da noi. Certo c’è tanto da lavorare per trovare meccanismi e automatismi, ma la cosa che mi fa ben sperare è che vedo nelle ragazze ampi margini di miglioramento.

Credit photo: Atalanta Mozzanica