La nostra Arianna Acuti è stata intervistata da Marco Gargini per ChiantiSette.

Ecco a voi un estratto della pubblicazione.
Ciao Arianna, quest’anno ci sono stati tanti cambiamenti a Monteboro.
«La società è molto ambiziosa ed è molto attenta ai giovani. C’è un grande progetto dietro e vogliamo fare tutti bene».
La stagione è cominciata bene.
«Siamo partite forte e stiamo comunque andando bene. Le sconfitte con Milan e Florentia ci possono stare: si può inciampare, ma dopo la sosta dobbiamo ripartire alla grande per tenerci stretto il quarto posto».
Forse in alcune occasioni vi è mancata un po’ di esperienza.
«Un po’ di malizia, soprattutto nel secondo tempo a San Gimignano. Dobbiamo crescere: ci sta sbagliare, ma dobbiamo imparare dagli errori. Non si può perdere la concentrazione nemmeno per un minuto».
Ottimo inizio in Coppa Italia.
«La Coppa è molto importante per noi. Vogliamo fare bene anche lì e fare il massimo. Vogliamo andare avanti il più possibile».
Qual è il suo più grande sogno calcistico?
«Prima di tutto, fare bene con l’Empoli. Sono molto affezionata a questa maglia. E poi che passi il professionismo, non tanto per noi, ma per le generazioni future».
Se un giorno dovesse andar via da Empoli, dove andrebbe?
«Per me lasciare Empoli sarebbe difficile. Se dovessi andare via, mi piacerebbe fare un’esperienza all’estero, ma ora come ora non ci penso. Qui sto bene, siamo una bella famiglia».
Quali sono le calciatrici a cui ruberebbe qualcosa?
«Qui ad Empoli il carisma di Lucia Di Guglielmo, che è un grande capitano. Extra Empoli, forse dovrei prendere i piedi a Manuela Giugliano (ride, ndr)».
Se una bimba volesse giocare a calcio, cosa le consiglierebbe?
«Di farlo e di viverlo nel migliore dei modi. Mi rivolgo anche ai genitori: non date ascolto ai pregiudizi. Il calcio femminile è un mondo bellissimo dove si creano dei legami che ti porti dietro tutta la vita, amicizie importanti e tante altre cose. Direi di buttarsi in questo mondo perché regala tantissime soddisfazioni personali da condividere con tutto il gruppo».
I suoi genitori cosa dissero quando decise di fare calcio?
«Fu mio padre a portarmici. Poi avevo già la zia che giocava a pallone, quindi erano abituati. Mia madre penso che sia stata l’unica mamma a dire di andare ad allenarsi quando c’era maltempo. Mio padre mi accompagnava sempre a Siena. Sono stati contentissimi e io devo molto ai miei genitori: sono stata molto fortunata».
Credit Photo: Empoli Ladies