A seguito dello scoppio della pandemia di Covid-19 l’esperienza alla Juventus di Linda Sembrant, e in Svezia, è cambiata rapidamente. Ecco l’intervista:

Il 7 marzo hai pubblicato un post su Instagram dove ti trovavi a sciare sulle piste di Sestriere. Cosa sapevi allora?

“Sapevo che il virus fosse ormai scoppiato nel nord Italia. Ma la foto è stata scattata sabato 29 febbraio, due giorni prima dell’introduzione della quarantena generale. A quel tempo, c’erano semplicemente consigli più generali riguardanti il fare maggiore attenzione.”

Quando hai realizzato che la situazione in Italia fosse davvero grave?

“Quando è stato annunciato il lockdown a livello nazionale ho cominciato a sentire ansia e paura. Le mie compagne di squadra italiane che erano con la loro nazionale ad Algarve, volevano tornare a casa ed erano molto spaventate di rimanere bloccate lì perché stavano chiudendo tutti i confini. Tutto è cambiato così velocemente.”

Hai avuto il tempo di stare isolata in Italia, com’è stato?

“In alcuni negozi di alimentari sono finiti i beni di prima necessità, la gente fuori indossava guanti e maschere, nessuno poteva incontrare nessuno, era irreale. Mercoledì 4 marzo ho deciso di tornare in Svezia ma ero molto nervosa di non poterci riuscire perché molti voli venivano quotidianamente cancellati.”

Quindi sei stata messa in quarantena per due settimane quando sei tornata in Svezia, come ti sei comportata?

“Mi sono allenata da sola e mi è stato consegnato il cibo a casa. Tutte le piccole cose che avevo sperimentato in Italia improvvisamente sono iniziate ad accadere anche qui. È stato strano ma io ormai ero abituata.”

Eri spaventata?

“Non da parte mia. Pensavo di più a chi mi stava accanto, se avessi infettato qualcuno nelle mie vicinanze. Ma ora, a posteriori, quando ho visto che diversi giovani sono stati colpiti così duramente, è stato spaventoso.”

Come hai continuato l’allenamento?

“Sono stati allenamenti misti tra esercizi con il pallone e corsa. Ho dedicato molto tempo ed energie al mio fisico. Probabilmente non sono mai stata così in forma nella mia vita! L’importante è riuscire ad entrare nella ‘routine’. E’ stato difficile passare dall’essere un atleta di squadra a un singolo individuo.”

Cos’altro hai fatto in questo periodo?

“Sono brava a cucinare e mi piace fare sempre nuove le ricette. Durante la quarantena, ho cucinato moltissimo, incluso il pane per i vicini.”

Quanto ti manca la squadra nazionale?

“Un sacco. Giocare per la Svezia è un grande onore, sono fiera di far parte della mia nazionale. Ogni partita è speciale e mi manca la mia squadra. Adoro l’ambiente. Lo spogliatoio, stare insieme.”

C’è qualcosa di positivo nel rinviare la stagione?

“Dopo la Coppa del Mondo in Francia ero davvero stanca, è stata una breve ma lunga stagione. Sono arrivata quasi direttamente alla Juve e ho avuto a malapena qualche pre-stagione. Ora ho molto tempo per recuperare.”

Hai mantenuto i contatti con le tue compagne di squadra in nazionale?

“Sì, io e Caroline Seger ci siamo sentite spesso. E Peter Gerhardsson ha verificato quotidianamente come ci sentivamo e se avevamo bisogno di qualcosa. Da allora sono stata in contatto con il nostro consulente psicologico. C’è stato davvero un ottimo supporto da parte della squadra nazionale.”

Photo Credit: Svensk Football