Differenze, riconoscimenti e meriti: il calcio femminile, dopo un periodo di ombre, sta lentamente ottenendo riconoscimenti importanti. 1000 Cuori Rossoblu ha parlato di questo e altro con Eleonora Goldoni, una delle calciatrici italiane più popolari. La Goldoni, che in questi giorni sta combattendo la battaglia al Covid-19 (non ci siamo voluti soffermare), ed è passata in estate dall’Inter al Napoli.

Com’è stato il passaggio dall’Inter al Napoli?

“Non è stato facile perché ho lasciato la mia squadra del cuore che tifavo sin da bambina; volevo giocare con i nerazzurri da quando ero piccola, per questo è stata una decisione molto sofferta, ma queste sono delle decisioni che nella vita di un calciatore sono all’ordine del giorno”.

Differenze tra le due città?

“Milano è una città in continua evoluzione, calcisticamente parlando c’è molta concorrenza tra le due squadre. A Napoli ho trovato un calore umano pazzesco, se dimostri di tenere alla maglia la gente è disposta e regalarti cuore e anima”.

Andiamo oltre, secondo te si sta riducendo il gap tra il calcio femminile e quello maschile?

“Questa è una domanda che mi fanno spesso e io rispondo sempre alla stessa maniera. Il calcio femminile sta iniziando ad avere grande successo perché è un calcio vero, fatto di persone vere che inseguono un pallone con tutta la passione che hanno. Dopo anni di buio, anche grazie ai Mondiali di Francia dello scorso anno, ora abbiamo la possibilità di allenarci da professionisti, anche se come tali ancora non siamo riconosciute. Il livello del calcio femminile è aumentato molto negli ultimi tre anni, e sono sicura che continuerà a salire”.

Quali dovrebbero essere i prossimi passi da compiere per colmare queste distanze?

“La maggior parte delle calciatrici deve fare un secondo lavoro per mantenersi: io faccio così. Un riconoscimento come calciatrici professioniste sarebbe giusto, visto che l’impegno e lo sforzo che mettiamo in campo è lo stesso di quello messo dai nostri colleghi”.

Hai scritto anche un libro. Che messaggio vorresti far arrivare a una giovane ragazza che vorrebbe avvicinarsi al mondo del calcio?

“Il libro l’ho scritto con una mia grande amica, l’intento principale è quello di ispirare le giovani leve a crederci sempre, in ogni situazione e non solo a livello sportivo. Siamo tutti uguali, tutti possono arrivare dove desiderano: basta crederci”.

Parli della bellezza del calcio femminile, come la descriveresti?

“La bellezza nel calcio femminile sta nella purezza di ciò che si vede, il calcio è la nostra vita e, anche se il gap con quello maschile rimarrà, lo spettacolo che possiamo dare dentro e fuori dal campo è assicurato. Noi viviamo i nostri tifosi, molti li conosciamo per nome e proprio questo è il bello: un calcio senza barriere”.

Torniamo a te. Hai un sogno per il futuro?

“Voglio tornare presto a giocare, questa è la prima cosa. Inoltre, vorrei continuare a mandare un messaggio positivo a tutte quelle ragazze che si vogliono avvicinare a questo sport: credetemi, cambia davvero la vita”

Photo Credit: 1000 Cuori Rossoblu