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Lo sapeva dal momento in cui le era stato affidato il 3, storico numero portato da Sara Gama. Una eredità importante, da custodire gelosamente e con sacrificio, fin dai primi istanti in bianconero, colore indossato in modo inedito da Estela Carbonell.

La calciatrice spagnola (approdata per mezzo delle recenti operazioni di mercato del club piemontese) sta disputando con convinzione le sue prime partite in maglia “vecchia signora”, intenzionata ad accompagnare la squadra verso un iter di successo; un punto in più a favore per l’intenzione quello acquisito proprio questo fine settimana, quando la stessa si è distinta in prima persona per ottima performance, traghettando la propria compagine verso una vittoria decisa nel “friendly match” in casa Everton.

È stata, infatti, opera sua la rete raggiunta al 5’ della seconda frazione che ha sancito la momentanea parità pre rimonta. Il contributo difensivo, in sala stampa, ha festeggiato con queste parole il primo traguardo d’annata:Sono davvero felice – ha detto -, è importantissimo per me avere aiutato la squadra con il mio primo gol. Continuiamo su questa strada!”.

Si è trattato dell’ultimo test prima del vero e proprio percorso stagionale; una emozione che si può perfino toccare, con gesta che promettono grandi cose non solo individualmente ma anche a livello di formazione.

Schierata per la seconda volta in campo (la prima lo scorso 17 agosto contro l’Inter) Carbonell ha dimostrato di conoscere il peso di quella responsabilità citata e di voler proporre una valida offerta alla società che le ha dato fiducia; perché probabilmente la giovane e la Juventus sono legate dalla stessa passione per l’emozione, per l’impegno, per la collaborazione e l’unione di intenti. Un “team working” che cerca solidità e nel quale il difensore sembra già essersi addentrata al meglio, prendendosi l’azzardo di garantire la conquista di traguardi ancora più importanti.

Eleonora Mereu
Aspirante giornalista cagliaritana. Quella per lo sport femminile? Una passione nata anni fa, che mi spinge ora ad impugnare una penna per dar voce, nel mio piccolo, alle piccole e grandi realtà. Con le ragazze della Nazionale ho imparato ad apprezzare ancora di più il settore, percependo quanto scrivere sia un privilegio più che una missione, che va portato avanti con rispetto ed un reale sentimento per il movimento.