Per scrivere questo editoriale, voglio partire dai titoli di tre film che hanno segnato la storia del cinema mondiale: “I 400 colpi”, di François Truffaut, “Salvate il Soldato Ryan” di Steven Spielberg, e “Inside man”, di Spike Lee. Tre capolavori della cinematografia attraverso i quali ripercorreremo la stagione della Fiorentina Femminile, culminata con un insperato quarto posto e una base dalla quale ripartire in vista del futuro.

Perché Inside man? Per chi non lo conoscesse, è un film del 2006 in cui si narra di un’epica rapina in banca. Ma come si evince dal titolo, l’evento funge solo da cornice. La trama si concentra sulle motivazioni, sui contrasti interiori, sui concetti di verità e giustizia, di giusto e sbagliato che corrompono l’animo umano. Ma, soprattutto, la domanda principale del film è: fino a dove può spingersi un uomo per ottenere il risultato che vuole? 

La sintesi della stagione della Fiorentina risiede tutta in questa domanda finale. Le viola, dopo la fuga di Bonetti, quella di Kim, il Covid e gli infortuni, si sono unificate e coalizzate per raggiungere il loro risultato a qualunque costo. E l’unico traguardo rimasto era il quarto posto che avrebbe consentito alla società di rimanere ai vertici alti del calcio femminile, evitando che il Colosseo potesse mettere in ombra la cattedrale di Santa Maria del Fiore. Solo le ragazze ed il tecnico Antonio Cincotta sanno quello che è successo negli spogliatoi al termine di ogni allenamento e di ogni gara. Ciò che è balzato agli occhi degli osservatori esterni è la capacità di macinare gioco e risultati, anche contro grandi squadre, senza preoccuparsi di eventuali ripercussioni. Mentalità che contraddistingue Dalton Russel, protagonista della pellicola di Spike Lee che alla fine… beh dovete vedere il film per capire.

L’ultimo mese e mezzo della Fiorentina è una perfetta rivisitazione della storia di Salvate il Soldato Ryan. Da otto uomini in missione per salvare uno un altro singolo a ventisei ragazze in missione per salvare una stagione. In entrambi i casi la missione ha successo, seppur con modalità differenti. Il capolavoro di Spielberg è un viaggio che parte dalle spiagge della Normandia, in quel fatidico 6 giugno del 1944, fino all’epilogo nell’entroterra francese. La stagione della Fiorentina è partita bene, salvo poi subire un crollo devastante che sembrava dovesse costringerla ad un mediocre finale a metà classifica. Niente di più sbagliato. Come il lungometraggio del regista Premio Oscar, tutto si conclude con una battaglia finale (corrispondente all’ultimo mese e mezzo di stagione) che vede alla fine la missione riuscire. Seppur non ci saranno coppe da disputare e non si andrà in Europa, la stagione della Fiorentina è salvata!

Veniamo poi a I 400 colpi di Truffaut. In questo caso la trama del film non si sposa con ciò che si è visto nel corso del massimo campionato femminile da parte delle viola. Si tratta solo di un rimando ad un dato statistico. Perché con il successo sul campo del San Marino Academy, il tecnico Antonio Cincotta ha raggiunto le 100 vittorie sulla panchina gigliata. I 100 colpi di un allenatore che ha nuovamente dimostrato di essere uno dei migliori attualmente presenti sul mercato femminile. Stando alle voci che girano, sembra essere arrivato il momento della separazione tra lui e la società, dopo cinque stagioni di onorato servizio in cui abbiamo più volte evidenziato sia i lati positivi, sia quelli negativi. Pochi trofei certo, ma tante partecipazioni all’Europa che conta, e quasi tutte culminate con il raggiungimento degli ottavi di finale. Rimane da capire però quale sarà il suo destino all’ombra del Duomo.

Nei prossimi due mesi sono destinate a cambiare molte cose. Alcune calciatrici lasceranno Firenze, altre ne arriveranno. Non si sa quale sarà il destino del tecnico e quale quello di una società che vuole comunque restare ai piani alti del calcio femminile. Saremo spettatori interessati per capire quale sarà il (o più) film che si assoceranno alla Fiorentina. Per il momento si va al riposo con tante domande e poche certezze.

Credit Photo: Claudio Giovannini