Eccoci, pronti per il prossimo passo. Era l’estate del 2009. Eravamo passati dalla Serie B alla Serie A2. E io dal SSV Brixen approdavo al CF Südtirol, una società che aveva in mente di rappresentare il calcio femminile in Alto Adige. Un progetto ambizioso, tirato su da poche persone, un presidente che vendeva tende, un vice presidente in grado di convincere chiunque a fare da sponsor per sostenere la squadra, un mister che ancora oggi lo definisco più uno psicologo per quanto era in grado di caricarti. E poche altre persone fantastiche pronte per fare questa Serie A2, per la prima volta, insieme con il meglio delle ragazze che c’era in giro per l`Alto Adige: il nostro capitano Ruth Warger, l’anima alla Gattuso in mezzo al campo, Desiree Righi, il nostro Cannavaro, Rose Oberlechner, che a 39 anni si faceva quella fascia su e giù come se ne avesse 19 (più 20 anni d’esperienza), Silvia Marcolin che ci dava le giuste geometrie in campo, Mel Mumelter la ragazza multifunzionale, poteva giocare ovunque, Tiffy Unteregelsbacher e Evi Mittermair, le nostre buone anime e animatrici, le due bomber Stefy Rigatti e Ale Tonelli: con loro era facile giocare, bastava dargli la palla e loro facevano gol. Per citarne solo alcune. Era un bel mix di caratteri, culture, lingue. Italiani, tedeschi, ladini. Tutti insieme.
E quindi mi sono ritrovata in questo nuovo ambiente, con gli allenamenti prima in un posto sperduto vicino al confine con l’Austria e poi finalmente, dopo la preparazione estiva, a “casa mia”, a Bolzano. Dopo un’inizio un pò così, metodologie in porta che definivo “da circo“ (mister Genta, tu sai!) e che mi facevano perdere la testa, ci siamo trovati a Novembre in una pizzeria dopo una partita, col mister e alcune ragazze della squadra. Lì per lì, tra una pizza al tonno, una capricciosa e una birretta, ci siamo detti: “Ma se provassimo ad andare in Serie A?” Era un’idea pazza. Eravamo a metà classifica.
Questa parola “Serie A” spaventava alcune ragazze, non mister Genta e neanche me. Più si parlava di quello, più si guardava la classifica e più ci sembrava uno stimolo abbastanza grande, gigante, un sogno, che valeva la pena inseguire.
È cominciata così una striscia positiva di 13 partite, tra balletti, rigori parati, risse, sputi su quel campo a Cervia (la nostra rivale più grande), Samurai obesi che ballavano in sala video a carnevale (grande cap!), partite iniziate senza maglia da portiere, foto delle titolari fatte in 10 (perchè una aveva la diarrea ed era in bagno), partite giocate su campi di patate. C’era chi giocava a “chi prende più avversari” e tante altre storie che hanno fatto sì che un semplice gruppo di persone diventasse di giorno in giorno sempre più unito. Le partite finivano quasi tutte 1-0 o 2-1 per noi, mai con due gol di differenza. Non ci piaceva vincere facile. La difesa alzava il muro e davanti si inventavano qualcosa i nostri genietti. Una qualità calcistica limitata, ma che cuore e grinta aveva questa squadra!
Insomma, ci siamo aggrappati a questo sogno con i denti e con un cuore immensi. Abbiamo fatto credere a sempre più ragazze della squadra e ai tifosi che tutto era possibile. Così ci siamo ritrovati a giocare ad aprile contro il Milan femminile (non l’AC Milan di oggi) con 500 persone sulle tribune di Bolzano che al 93esimo sono impazzite per il nostro 1-0. Da brividi!
La penultima partita di campionato potevamo permetterci una sconfitta e così infatti è stato: Cervia matematicamente promosso in Serie A, ma rimaneva ancora un posto disponibile. Così siamo arrivate all’ultima partita di campionato, a Pordenone, contro il Graphistudio. Stadio (lo stesso del maschile) e campo bellissimi, loro difendevano in 10 (volevano che non salissimo perchè all’andata avevamo stravinto 12-1, unica eccezione di vittoria con tanti goal di scarto). Più passavano i minuti e più saliva il nervosismo in campo, dovevamo vincere. Fino a quando non abbiamo segnato l’1-0 e poi il 2-0 che ci hanno regalato la prima storica promozione Serie A di una squadra altoatesina!
Mi ricordo che quel viaggio di ritorno è stato memorabile, è durato tantissimo e avrei voluto non finisse mai!

P.S.: Lo stesso giorno sono dovuta partire per l`Europeo con la Nazionale Under 19… e indovinate chi non ha sentito la sveglia per andare a cena?!

Credit Photo: Florentia Calcio Femminile