Il Derby d’Italia, ultima partita della Serie A femminile per le nerazzurre di Mister Gianpiero Piovani, se l’è portato a casa la squadra milanese con un gol di Bugeja da subentrata grazie a una splendida azione personale. Partita giocata con il giusto mordente, la corretta freddezza sotto porta e una ripresa che dimostra una mentalità focalizzata sui tre punti.
Ecco le pagelle nerazzurre a cura della nostra redazione.

RUNARSDOTTIR: 6,5. Attenta su ogni pallone, ne perde ingenuamente uno in pieno recupero della prima frazione che potrebbe essere velenoso. Nel complesso, abbastanza inoperosa, ma presente nel momento del bisogno (vedi le parate sui tentativi di Vangsgaard a campo aperto).

MILINKOVIĆ: 6,5. Vuole prendere il vizio del gol, tenta una conclusione dalla distanza, altissima sopra la traversa. Fa buona guardia nelle marcature, perfetta nelle entrate sulle avversarie; altra buona prova per la grande, ma piccola, calciatrice con un futuro brillante nella difesa.

MERLO: 7. Marcatura scomoda per lei (una certa Cristiana Girelli, va da sé), ma ne esce bene e trova spesso compagne, e rimedia anche un pestone alla mezz’ora da parte di Bonansea. Nella seconda frazione deve gestire persino Boattin, calciatrice ritrovata e ingestibile, come un gatto dal veterinario. Brava!

ANDRÉS: 7. Fa valere il fisico su Cantore in ripartenza, innescata da Krumbiegel, brava a liberarsi di Tomaselli. Incredibile la girata in area alla mezz’ora, uscita di un soffio a lato del palo. Non si può aggiungere altro, se non che le sue gare sono sempre di una qualità superiore alla media.

SERTURINI: 7. Prova anche lei a scendere a difendere quando la sua squadra è in difficoltà. Bellissima la sua galoppata verso l’area di rigore bianconera al quarto d’ora, senza però trovare compagne appostate in area. Ottima partita in tutti e novanta i minuti, giocatrice indispensabile in tutte le fasi, possesso e non possesso.

TOMASELLI: 7. Duello continuo con Krumbiegel, che a volte vince una, a volte l’altra. Ottima partita per lei, sfortunata in qualche circostanza nei contrasti.
dal 60′: BUGEJA: 7,5. Entra e ha subito modo di andare a segnare anticipando Harviken su un pallone perso nei pressi dell’area da Schatzer. Cecchino.

CSISZAR: 7. Aggressiva per dare filo da torcere a Bonansea, contro cui vince molti contrasti importanti. Incassa un giallo per un fallo su Brighton lanciatasi verso la porta e potenzialmente pericolosa a pochi giri d’orologio dallo scadere. Molto brava.
dal 71′ DETRUYER: SV.

MAGULL: 7,5. Non ancora allo stato di forma ideale, ma la qualità esce comunque. Partecipa bene alla manovra, è autrice di una prestazione superba che ha praticamente zero difetti. L’età è solo un numero. Sarà proprio sicura di aver fatto bene a ritirarsi dalla Nazionale?
dal 90′: ALBORGHETTI: 10. Altra calciatrice che gioca la sua ultima di Serie A dopo una carriera nerazzurra fino al midollo. Giusto che anche lei abbia l’occasione di brillare su un palcoscenico calcato da stelle nel passato, nel presente e che lo sarà anche nel futuro. Non si può dare voto a una calciatrice del suo calibro.

SCHOUGH: 7. Si inserisce bene tra le linee della Juventus e trova spazi che solo gli umani possono immaginare. Bellissimo il dribbling su Harviken, e anche la conclusione, angolata ma non abbastanza, che liscia il palo. Ripresa compresa, ha ottimi spunti quando l’Inter cresce. Anche lei dimostra che l’età conta solo per prendere la patente e poco altro.

POLLI: 7,5. Bello il tacco alla mezz’ora, bello il modo in cui controlla i palloni, bello come si sbarazza della difesa avversaria. Lotta in area, anticipa, esce bene dalle marcature. Partita da incorniciare per lei, che ha già deciso l’andata della Poule.
dal 71′ BARTOLI: 6,5. Le viene annullato un gol in fuorigioco, una prodezza di tacco che sarebbe stata una gioia per gli occhi. Pochi minuti sfortunati, ma di grande valore. Grazie al replay, si è capito fosse un errore chiamarlo.

WULLAERT: 7,5. Vederla giocare fa paura (in senso buono). L’attaccante belga è veloce, riesce a battere le bianconere in velocità e a farsi trovare in area dopo pochi passaggi, merito di un controllo del gioco delle compagne che non si fa mai cogliere impreparato. Imprecisa al tiro, le piovono addosso le occasioni con una Juve che gioca un po’ col freno a mano tirato (e con la testa nei festeggiamenti).

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.