Credit Photo: Francesco Passaretta - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

In attesa del debutto in campionato contro la neopromossa Genoa in data sabato 4 ottobre, mercoledì 24 settembre, il Milan ha eseguito un allenamento a porte aperte che ha anche permesso alle calciatrici di rilasciare delle interviste.

Tra queste ha parlato anche il portiere milanista e della nazionale, Laura Giuliani, una delle principali leader della compagine rossonera, su cui si baserà la ripartenza del Diavolo, con la volontà di alzare il livello delle prestazioni per raggiungere degli obiettivi più sostanziosi.

Queste le dichiarazioni di Laura Giuliani riportate da Milan.News.it:

Hai in mente di scrivere un libro? Ti vedresti un domani come Ministro dello Sport?
“Urca. Io non sono molto politica, credo che possa fare tantissimo e sia democrazia, debba seguire le richieste del popolo e del momento storico che si vive. Non so cosa mi riserverà il futuro: ho fatto tantissimo nel mio passato e quindi so cosa vorrò fare e cosa scartare, focalizzandomi sui temi a me più cari. Mi piace lavorare con le persone di tutte le età: da questo si potranno aprire tantissimi sbocchi. Libro? MI piace tantissimo scrivere, metto giù emozioni e immagini ma soprattutto nei miei taccuini c’è il mio mondo interiore. Mi è stato proposto più volte ma dentro di me ho sempre avuto la sensazione di doverlo scrivere quando sentirò che il mio percorso sarebbe finito. Sto iniziando a pensare di scrivere qualcosa con degli amici: vediamo come metterlo giù.”

Hai superato le 100 presenze col Milan: come ti fa sentire? Ti identifichi nel milanismo?
“Io mi identifico molto in questa società, nei colori e nei valori che il Milan porta avanti da sempre. Arrivare alle 100 presenze è il traguardo che tutti sognano di raggiungere: quando ci sono arrivata non me ne ero neanche accorta, non conto nulla perché vivo ogni partita come se fosse la prima o come fosse l’ultima. Quando mi hanno detto che erano 100 presenze mi sono emozionata. Devo dire che è bello essere parte di questa società che mi ha accompagnata da quando sono nata e che è entrata nella mia casa attraverso mio marito che è milanista sfegatato da quando è nato. Mi ha passato tutta la passione, l’entusiasmo e il senso di appartenenza che nei milanisti è grandissimo: questo è quello che mi porto dentro io da tanti anni a questa parte. Il Milan non è solo una questione di club ma una questione di colori, di città e di valori: non è solo quello che porti sul campo ma anche quello che fai fuori che ispira i bambini e le bambine a dare il meglio di sè. Il Milan è anche questo: una grande famiglia che ti accompagna nel diventare la miglior versione di te.”

Nazionale, quanto vi ha dato l’Europeo con l’arrivo in semifinale?
“Arrivare all’orlo di una finale storica europea, da una parte è un rimpianto, perchè all’improvviso l’obiettivo ci è stato strappato: ho vissuto e rivissuto tantissime volte quel momento e al di là della frustrazione, credo che possiamo portarci dietro tanto da quello che abbiamo fatto. La crescita del movimento è sotto gli occhi di tutti, i risultati parlano ma è stata anche una spinta a livello culturale e sportivo. Il gap si colma lavorando ma soprattutto prendendo consapevolezza che non è una singola giocatrice che ti fa raggiungere determinati traguardi ma è il gruppo che si crea. Il gap passa anche da quello, avere persone competenti che ti possano supportare.”

Daniele Vitarelli
Nato in provincia di Monza e Brianza. Laureato in Storia e studente di Scienze Storiche presso Unimi a Milano, la mia passione principale, però, è sempre stata il calcio. Sono convinto che il calcio femminile possa diventare una realtà concreta in Italia e il mio obiettivo, oltre a migliorare me stesso, è rendermi utile per la crescita di questo movimento.