Elisa Mele è l’esempio fulgido della capacità del Settore Giovanile biancoblu di sfornare talenti pronti già per palcoscenici importanti a soli venti anni. La centrocampista bresciana al primo anno in prima squadra ha saputo prima aspettare il suo momento lavorando duro in allenamento, sfruttare poi l’occasione concessagli a gennaio da Bertolini, fino a conquistare la maglia da titolare nelle due partite contro il Wolfsburg, facendo così il suo esordio in Champions League.

Cosa hai provato quando sei scesa in campo contro le tedesche?
“La prima emozione provata è stata un miscuglio tra gioia ed inevitabile agitazione. Ricordo le parole del mio allenatore in Primavera quando mi ripeteva sempre che con la costanza, i sacrifici e soprattutto l’umiltà avrei potuto togliermi delle belle soddisfazioni. L’esordio in Europa entra di diritto nelle maggiori soddisfazioni che mi sono tolta, in particolare la gara di ritorno quando abbiamo giocato nella mia Brescia davanti a molti miei conoscenti ed amici, ma soprattutto davanti a mio padre che è stato il mio primo allenatore in assoluto. Ho ripensato al campetto dell’oratorio da cui tutto è iniziato, poi al campo di allenamento delle giovanili a Paratico ed infine allo stadio dove stavo entrando e all’esordio in serie A; in quel momento sentivo in me che un sogno si stava realizzando”.

Cosa vi lascia l’esperienza europea di quest’anno?
“Un bagaglio di esperienza enorme e una grande consapevolezza nei nostri mezzi. Non è da tutte le squadre arrivare dove siamo arrivate noi ed uscire con il rammarico per come è andata la prima delle due sfide contro le tedesche”.

Adesso è caccia agli altri due obiettivi di stagione: campionato e Coppa Italia.
“Il capitolo Champions si è purtroppo chiuso con quel pizzico di rammarico a cui accennavo prima, ma con anche grande soddisfazione per ciò che abbiamo fatto. Fin dal giorno dopo la partita abbiamo subito iniziato a pensare alle due competizioni che restano dove sappiamo che ogni partita sarà una finale da disputare con il giusto approccio per raggiungere i nostri obiettivi”.

Quale può essere l’arma in più per la volata finale?
“La serenità che sta alla base di un buon spirito di squadra che a sua volta è la base per costruire grandi successi. L’amalgama creatosi nello spogliatoio è davvero forte e proprio grazie a questa unità, che coinvolge anche i vari componenti degli staff che giornalmente ci seguono, riusciamo ad affrontare ogni difficoltà traendo forza l’una dall’altra, lavorando ogni giorno con il sorriso”.