“Sprecone” e “Cinica”: questi i due aggettivi che si possono impiegare, rispettivamente, per il Milan di Suzanne Bakker e la Roma di Luca Rossettini. Uscite galvanizzate dalla vittoria corsara in casa del Genoa, le rossonere hanno avuto a disposizione il primo match casalingo per provare a spiccare il volo verso la parte alta della classifica, mentre le giallorosse dovevano a tutti i costi entrare sul rettangolo verde con lo spirito giusto per cancellare la deludente prestazione in casa del Real Madrid.
A spuntarla sono state le giallorosse all’ultimo respiro, ma l’analisi a fondo del match racconta di una partita dal risultato finale bugiardo.
Il Milan gestisce il giropalla, il gioco e le occasioni per tutto il primo tempo, benché si tratti di 45 minuti di studio, soprattutto: Dompig spreca tantissimo davanti alla porta di Baldi, ma è comunque propositiva e veloce palla al piede. Il centrocampo gira, innesca al momento giusto le attaccanti – che invece sono spesso accerchiate da avversarie. Soffia e Mascarello impostano tutto, propiziando gli inserimenti in avanti.
Nel mentre, la Roma rimane in attesa e incassa la percussione rossonera. Il blocco mentale dovuto alla partita di Champions è lapalissiano, e solo uno scossone può cambiare questa condizione di timore. Prima parte di gara soprattutto sponda Milan, ma le conclusioni sono poche e spesso telefonate. Buon per la Roma, incasellata in uno scacchiere di cui non riesce a capire la mossa successiva.
La ripresa accende tutte le giocatrici in campo, le squadre si allungano e le conclusioni cominciano a essere più frequenti e velenose. Il gioco entra finalmente nel vivo.
Baldi è un punto interrogativo: l’italiana si mostra un po’ indecisa in uscita in alcune occasioni, come nel caso della cliente scomoda Dompig – che per sua fortuna sbaglia a calibrare. Dragoni troppo chiusa, Bergamaschi imprecisa, Pilgrim spenta. Heatley gioca una partita quasi sempre al top, se non per qualche piccola sbavatura, e come lei anche Thogersen – una garanzia delle capitoline.
I cambi di Rossettini fanno la differenza. Greggi subentra e fa subito vedere i sorci verdi alla difesa del Diavolo, con lei e con Galli è una Roma a trazione anteriore che approfitta di un paio di passi falsi avversari per tramutarli in mosse vincenti.
De Sanders MVP del match: tutti i palloni della retroguardia passano da lei, l’intervento in scivolata su Viens vale più di un gol, e che dire della rete al 76′? Bellissimo il suo arcobaleno in acrobazia a sbloccare la gara. Corelli ci mette una pezza per la Roma all’83’, la formazione ospite la ribalta poi con Giugliano al 90’+1, che serve lo scacco matto alle padrone di casa. Il cinismo e la concretezza hanno dunque premiato la squadra di Rossettini, che ha però giocato un match di grande, grandissima fatica.
Cosa deve recriminarsi il Milan? Di non aver sbloccato il match nel primo tempo. Di cosa deve invece ritenersi soddisfatta la Roma? Del giusto approccio nel momento più delicato, che ha infine consegnato il bottino proprio alle giallorosse.






