La prima rete in una nuova stagione ha sempre un sapore molto particolare. Soprattutto se quel gol arriva dopo oltre cinque mesi di stop del campionato a causa della pandemia da coronavirus. Ancor più se l’acuto sia servito a vincere un match di capitale importanza. Noemi Manno ha provato tutte queste sensazioni. Ed altre ancora. Perchè la 22enne siciliana ha un legame ormai radicato con Bari e con la Pink Sport Time, club nel quale milita ormai da quattro anni, interrotti soltanto da una parentesi a Verona. E allora, l’attaccante racconta ogni sensazione.

Noemi Manno, che cosa ha significato vedere la rete che ha ripreso a gonfiarsi dopo tanto tempo?
«Ho inteso il gol contro il Napoli come un segnale di speranza. Non c’era il pubblico, ma raramente sono stata così felice dopo aver segnato. Ho pensato ai mesi in cui non si poteva giocare, all’incertezza che ha accompagnato il nostro sport proprio nel momento in cui stava prendendo importanza e visibilità. Il calcio è la nostra passione: senza, non possiamo vivere. La mia preghiera è che non ci si fermi di nuovo. Noi facciamo tamponi ogni quattro giorni e mille sacrifici. Spero che in Italia saremo tutti responsabili per superare questo momento complicato».

Negli anni siete state abituate a conquistarvi un posto in paradiso soffrendo fino in fondo. Partire bene può essere il segno di un torneo diverso?
«Intanto ci siamo assicurate uno scontro diretto fondamentale. Il Napoli è una matricola, ma di ottima qualità. Vincere è sempre il viatico migliore per prenotare una stagione positiva».

Ormai è una veterana della Pink: come valuta la squadra attuale rispetto a quelle del passato?
«Secondo me eravamo forti anche lo scorso anno. Ora abbiamo inserito diverse giovani, l’età media si è abbassata. Ma siamo un bel gruppo: sono convinta che potremo toglierci grandi soddisfazioni, soprattutto se giochiamo con la grinta di domenica scorsa. Devo molto alla Pink: una società gestita in gran parte da donne che davvero mette al primo posto la valorizzazione dello sport al femminile. Qui mi sento a casa: non potrei chiedere di meglio».

Come è iniziata la sua avventura nel calcio?
«Avevo cinque anni e vedevo sempre mio fratello giocare a calcetto. Avevo una voglia matta di provare: ero convinta che mi sarei divertita moltissimo. Il consiglio che do sempre alle bambine è non seguire i luoghi comuni. Se vi piace il calcio, giocatelo. E vedrete che nulla al mondo potrà fermarvi».

Quali sono i suoi sogni nel cassetto?
«Vorrei realizzarmi a tutto tondo. Come persona e come calciatrice. La mia speranza è che il nostro calcio possa avere la dignità promessa. Facciamo attività sportiva per tante ore al giorno: sarebbe giusto ottenere il riconoscimento che eviti a tante di noi di doversi arrangiare anche con altri lavori. L’Italia si è innamorata del calcio femminile con il grande exploit al mondiale. Ebbene, devo ammettere che vivere un’avventura del genere sarebbe fantastico. Per arrivare in nazionale bisogna superare una grande concorrenza, ma io non smetterò mai di sognare la maglia azzurra». 

Credit Photo: Vanni Caputo