Martedì pomeriggio, Rosalia PIpitone è stata protagonista di un’intervista in Wonder Football, la trasmissione di Roma Radio di approfondimento sulla nostra squadra femminile.

Ecco i temi toccati dal portiere giallorosso.

Sulla vittoria in Coppa Italia

“Il gol subìto mi è dispiaciuto soprattutto per come lo abbiamo preso. Eravamo sul 6-0 e abbiamo abbassato un po’ la guardia e regalato un gol che, anche se in questa partita non ti penalizza, non va comunque bene. È stato un errore nostro e un po’ mi sono arrabbiata”.

Sulle compagne di reparto Ceasar e Casaroli

“Siamo tre portieri con caratteristiche molto diverse. A livello tecnico cerchiamo sempre di prendere spunto l’una dall’altra. Camelia quest’anno è arrivata con l’umiltà giusta e ha dimostrato di avere grandissime doti. Si è messa subito a disposizione, cerca sempre di dare il massimo, come anche Valentina. Anche io cerco sempre di dare qualcosa in più da trasmettere a loro due. Sono due persone che otterranno tanto nella vita, perché l’umiltà e il rispetto della propria compagna è alla base di una carriera futura di gran successo. Valentina per me è un esempio, perché da sempre il 100% come anche le altre compagne che magari giocano di meno”.

Sulla squadra

“Siamo cresciute tantissimo anche grazie ai nuovi innesti, si è alzata la qualità del gioco. Uno dei pregi di questa squadra è saper giocare palla e il cercare sempre di imporre il proprio gioco. Cerchiamo sempre di giocare e di fare bel calcio. Dobbiamo sicuramente migliorare nella gestione della gara, siamo una squadra molto giovane e a volte dobbiamo gestire meglio la palla e capire meglio i momenti. Spesso avremmo dovuto essere più furbe e questo ci ha penalizzato in alcune situazioni”.

“Io ho la responsabilità di dare l’esempio alle mie compagne e di poter dare qualche consiglio e di portare la mia esperienza ventennale a chi oggi è il futuro del nostro calcio. Con le più giovani ho un bellissimo rapporto, cerco sempre di dare quell’equilibrio che magari ad una ragazza più giovane può mancare”

Su Betty Bavagnoli

“La coach è sempre molto disponibile, accetta sempre il dialogo e con le sue competenze cerca di trasmetterci il massimo. Lei ha determinati principi, vuole che giochiamo la palla, vuole che attacchiamo facendo un passo avanti, è sempre rimasta fedele ai suoi principi. Quest’anno sta curando molto i dettagli e chiede il 100% da tutte noi”.

Sulla sua carriera

In porta ci sono capitata per caso. Io volevo fare l’attaccante ed ero un attaccante e durante una partita di Primavera si fece male il portiere e mi chiesero di fare gli ultimi 10 minuti in porta perché ero la più alta. Dopo aver parato due tiri il mister mi chiese di andare in porta e da lì non sono più uscita. Poi è arrivato l’infortunio quando ero nelle Aquile Palermo. Come nella vita, quando inciampi o rimani per terra o inizi a lavorare di più. Il mio infortunio era particolare, perché mi avevano detto che avrei avuto dei problemi a giocare. In quel momento ho imparato a non abbattermi, non è stato facile soprattutto a 17 anni. Però quell’esperienza mi ha fortificato tanto, ora ho 34 anni e gioco ancora”.

Sul momento del calcio femminile

“Il calcio femminile è cambiato parecchio, adesso la qualità del gioco si è alzata e ci sono tantissime giocatrici brave. Magari qualcuna spicca di più ma ora è più uno sport di gruppo. Incontri le squadre, non più i singoli. Con l’ingresso delle società professionistiche il calcio femminile è cambiato molto, è cambiata la qualità delle strutture e dei tecnici, le giocatrici hanno la possibilità di migliorarsi tanto. Prima non era così, avevi meno tempo a disposizione per allenarti e le strutture erano meno adeguate”.

Sulla Nazionale

“L’esperienza in azzurro è stata la vittoria di una vita. Facevo parte delle giovanili, poi non sono stata più convocata fino ai 32 anni quando con Milena Bertolini ho avuto la possibilità di far parte del gruppo. Ci ho sempre sperato per anni, quando è arrivata la chiamata per il Mondiale ho rivisto tutta la mia vita; trovarsi alla prima partita del Mondiale non è una cosa che dimenticherò facilmente. È stata un’emozione grandissima per tutte, è passato il messaggio che eravamo un gruppo prima che calciatrici. Lo siamo state davvero e per me è stata un’emozione grandissima fare un Mondiale con tanti spettatori e vedere la gente che ti riconosce, che ti aspetta o ti scrive. È stata una grandissima emozione.”

La sua vita a Roma

“È da nove anni che vivo a Roma, è una città passionale. Anche se in una grande città come questa ci sono tante cose da risolvere, è una delle città più belle del mondo. Se giri per Roma ti accorgi che è meravigliosa. Nel tempo libero leggo molto e mi piace passeggiare, organizzare cene con le mie compagne. Cerco di staccare totalmente dal calcio, è giusto anche così. Penso sempre al calcio ed è giusto staccare ogni tanto la spina. Parlo e interagisco sempre con le mie compagne. Ci piace passare il tempo insieme, è un bel gruppo. Non avevo mai trovato un gruppo così unito, dentro e fuori dal campo. C’è un grande equilibrio”.

Credit Photo: AS Roma