Sara Gama, capitano della Juventus Women e dell’Italia femminile, ha parlato della situazione del movimento del calcio femminile e non solo, ai microfoni de Il Messaggero. Ecco le sue dichiarazioni.

IL CALCIO FEMMINILE
«Come dico sempre abbiamo fatto più in cinque anni che in vent’anni di buio totale. Sono stati fatti degli investimenti e tanti club hanno creduto in noi, hanno messo dei soldi e così siamo arrivate preparate ai Mondiali del 2019. Le cose non piovono dal cielo. Quello di Francia è stato in parte un exploit e in parte una vittoria. La vittoria deriva dall’aver fatto così bene ad un mondiale, risultato assolutamente oltre le aspettative»

SARA GAMA SIMBOLO
«Nel calcio c’è bisogno di avere dei simboli, dei giocatori che siano rappresentativi e che ispirino le ragazze e i ragazzi. Quindi simboli ce ne devono essere e mi auguro che ce ne siano sempre di più, perché vuol dire che stiamo progredendo. Noi giocatrici rappresentiamo semplicemente il primo volto con cui questa disciplina si presenta al grande pubblico, non siamo niente di più e niente di meno. E visto che siamo i primi esistono ancora questi discorsi: i pregiudizi non possono essere abbattuti dalla mattina alla sera. Chi è arriva dopo di noi dovrà lavorare, ma abbiamo dato una bella spallata alla porta, poi ognuno deve fare il suo pezzo. E quindi ci sarà bisogno di altri simboli. La direzione in ogni caso è stata presa».

IL FUTURO
«Bisogna investire perché i risultati non arrivano da soli. Semmai dobbiamo continuare a recuperare terreno, perché l’Italia deve competere per vincere. La mentalità deve essere competere per eccellere non per galleggiare. Bisogna stare sul pezzo».

Credit Photo: Pierangelo Gatto