Ho così tanti ricordi legati a questo sport, alcuni di questi mi fanno davvero emozionare.
Quando avevo 10 anni scrissi una lettera alle Sara del futuro, le dissi che il mio sogno sarebbe stato quello di giocare in Serie A e fino a quell’anno, al 2018, tutto ciò era ancora solo un sogno. Per questo quella stagione con la maglia del Kungsbacka DFF è uno dei miei ricordi più belli e sono orgogliosa di aver fatto parte di questa storia.
Ho giocato 3 anni per il Kungsbacka DFF e non ricordo un giorno in cui i media non scrivessero cose negative sulla situazione economica della società. In più, in quei 3 anni abbiamo avuto ben 6 allenatori diversi. Insomma, la società era tristemente famosa per i suoi problemi economici e nessuno credeva che potesse puntare alle zone alte della classifica di Elitettan (la Serie B svedese).
Non è semplice spiegare a chi non era lì, dentro quel gruppo, cosa realmente è successo e le sensazioni che avevamo dopo il fischio finale del 13 ottobre 2018.
Facciamo, quindi, un passo indietro, all’inizio di quella stagione quando noi giocatrici, insieme al mister e alla società ci siamo posti l’obiettivo di vincere quel campionato. Il pre-season, durato 3 mesi e mezzo, è iniziato nella costa occidentale della Svezia e l’erba verde dei campi era solo un miraggio. Credo che tutte quelle volte che il secondo allenatore, “Proddan”, pronunciò la frase “on the line!”, con la pioggia mista a neve che ci cadeva negli occhi, credo che quello abbia aiutato a creare un senso di invincibilità nella squadra. Grazie a un capitano forte come Nellie Persson e giocatrici di esperienza come Lina “Gerra” Gerhardsson e Emma Kullberg, nel nostro gruppo cresceva un sentimento di fiducia nei nostri mezzi.

Così cominciò la stagione.
Durante le prime partite, nella nostra squadra continuò a crescere quel senso di fiducia e di forza. Potevamo anche essere sotto di due reti, ma eravamo in grado di ribaltare il risultato in pochi minuti e vincere 3 a 2. Anche se mancavano solo 5 minuti alla fine della gara ed eravamo in svantaggio, tra noi in campo regnava la tranquillità. Sapevamo che avremmo segnato.
Io giocavo come ala sinistra e sapevo che Klara Andrup avrebbe macinato come me chilometri correndo su e giù sull’altra fascia.
La prima parte del campionato si concluse con una sola sconfitta. Ma durante questi primi mesi non dovevamo pensare solo a vincere al sabato, i problemi erano soprattutto fuori dal campo. La società non poteva più mantenere le promesse fatte alle giocatrici e allo staff, e tutti noi, oltre a giocare, avevamo un lavoro, o studiavamo. Questo significava fare enormi sacrifici, allenarsi dopo una giornata di lavoro o di studio e tornare a casa alle 10 di sera.
Durante la pausa estiva la situazione divenne ancora più complicata e sui giornali scrissero: “…i problemi economici sono così grandi che i salari non saranno pagati. L’allenatore e il preparatore dei portieri hanno abbandonato la nave prima del naufragio…”

In sostanza, finita l’estate, non avevamo più un allenatore, non avevamo stipendio e avevamo perso la nostra miglior attaccante Karin Lundin, passata al Kopparberg Göteborgs FC. Ma una cosa ci era rimasta: la voglia di lottare e la nostra mentalità vincente. La squadra si rifiutò di mollare e “Aja” e “Robban” portarono avanti il gruppo per iniziare al meglio la seconda parte di stagione. Senza il nostro miglior attaccante, tutte le altre giocatrici avrebbero dovuto fare dei miglioramenti, e così fu. Saga Ollerstam, “Gerra” and Ida Petterson diventarono le nostre goleador. Tenevamo il possesso palla grazie alla calma e alla qualità di Klara Rybrink, Rebecca Cameras e Andrea Thoresson Diaz. Le giovani, come Melissa “Messi” Davin migliorarono molto e Karro Búcaro Stenman chiuse la porta a chiave. Anche l’idolo locale, Mimmi Asperot, nata e cresciuta a Kungsbacka e finalmente in campo dopo tantissimi infortuni, ci mostrò cosa voleva dire difendere quei colori e dare sempre il 100%.

Il momento più importante per noi in quel periodo era vincere un gioco, il “three zones” che facevamo in allenamento ogni venerdì. Se vincevamo, le sensazioni positive le portavamo in campo per la partita, se perdevamo invece, ci portavamo in campo il giorno dopo la voglia di rivincita.
Eravamo concentrate sempre al massimo, avevamo un compito da portare a termine, nonostante tutti intorno a noi non aspettassero altro che il naufragio della nave arancione.

Arrivò sabato 13 ottobre 2018.
Avevamo la possibilità di conquistare matematicamente la promozione e l’atmosfera era piena di tensione e speranza. Mia madre prese il treno (4 ore andare e 4 a tornare) solo per vedere quella partita. Sapeva quanto fosse importante per me e per la mia squadra. Non ci fu partita, con tutta la calma e la fiducia in noi stesse che avevamo acquistato in quei mesi, vincemmo 6 a 2 contro il Västerås BK. Avevamo raggiunto il nostro obiettivo grazie al sacrificio, al lavoro duro e prendendoci sempre la responsabilità per ciò che potevamo controllare direttamente. Non dimenticherò mai quelle emozioni. Contro tutto e tutti, siamo rimaste imbattute nella seconda parte di stagione e il mio sogno di bambina di giocare in Damallsvenskan stava diventando realtà.

Vorrei poter dire che la storia, per il club finì bene, vorrei poter dire che la società esiste ancora, ma non è così. Il Kungsbacka DFF è fallito, la nave arancione è affondata.
Mi resta, comunque, la consapevolezza, la felicità e l’orgoglio di aver fatto parte di quella meravigliosa stagione del 2018 e di aver giocato in Serie A l’anno successivo, come sognavo da piccola, e so che tutte le persone con cui ho condiviso quei mesi provano le stesse emozioni.


There are so many memories connected to this sport, and few things in my life can trigger so many emotions. When I was 10 years old I wrote a letter to the future me saying that I wish I am playing in Damallsvenskan, and since then it was always a dream. The season of 2018 with Kungsbacka DFF is still one of the best football memories and something I am proud to be a part of.

During the three years I played for Kungsbacka DFF, I don’t think three months passed without the media writing any negative about the economy of the club. Notable is also that during these three years, we had six different head coaches. With that said, the club was known for struggling with the economy and no one believed that the team could be in the top of Elitettan (Sweden’s second division) in 2018. It is difficult to explain to someone outside that group, what really happened that season and the feeling we had after the referee blew the whistle the 13th of October 2018. But before the season started, the players together with the coaches and the club set the goal of winning Elitettan. The 3,5 month long pre-season started on Sweden’s West Coast and the green grass in April felt far away. I believe that all those times the assisting coach “Proddan”, pronounced the words “on the line” during this period, when the rain mixed with snow blew into our eyes, created a feeling of invincibility in the squad. With our strong captain Nellie Persson, and players with a lot of experience like Lina “Gerra” Gerhardsson and Emma Kullberg, a feeling of confidence was growing in the group.

During the first games, our team started to build up a confidence on the pitch like no other. We could be down 0-2 but we still managed to win 3-2 in the last minute. Even if we knew we had to score with only 5 minutes left, there was still a calm among us on the pitch. We knew we were going to score. I found my place on the left wing, and I knew Klara Andrup was going to run mile after mile every game on the other wing. The first half of the season went pass and we had only lost one game. But during this time, we did not only have teams to beat every Saturday. There were other battles going on the outside of the pitch. The club couldn’t keep the promises made to the players nor the staff, and the whole team had to work or study on 100% while playing. This means coming to training after a work day and coming home at 22 pm. In the summer break, the situation for the club got even worse and to quote a local paper it said:

“..the economical struggles are to big that the salaries cannot be paid. The head coach and the goalkeeper coach are leaving the sinking ship”.

After the summer we had no coach, no salaries and we had also lost our best scorer Karin Lundin to Kopparbergs Göteborgs FC. But if there was something that we had, it was fighting spirit and winning mentality. The team refused to give up, and “Aja” and “Robban” took the team on, going into the second half of the season. Without our best scorer, the other players had to step forward, and we did. Players such as Saga Ollerstam, “Gerra” and Ida Pettersson scored on set pieces. We kept the possession and played calm through players like Klara Rybrink, Rebecca Cameras and Andrea Thoresson Diaz. Young players such as Melissa “Messi” Davin came in with confidence and Karro Búcaro Stenman kept the goal closed. The local Kungsbacka-profile Mimmi Asperot came back after one of her many injuries, and weather it was training or game, she always showed the team how to give 100%.

The most important of the training week was to win the Friday session’s game called “three zones”. If you won, the good feeling stayed until the game day, and if you loss, you were eager for a comeback. At this point, the team knew what we could accomplish, however, people in the surroundings still waited for the orange ship to sink. On Saturday the 13th of October, we got the chance to secure our place in the first league and the atmosphere was filled with nerves and hopes. My mum took the train (four hours one-way), for this one game. She knew how much it meant for me and for the team. With as strong confidence as before, we won this game with 6-2 away against Västerås BK. We had reached our common goal by working hard together and taking responsibility for what we could control. This feeling is something I will never forget. Against all odds, we stayed undefeated on the second half of the season and the dream I had as a 10 years old girl to play in Damallsvenskan was about to come true. I wish I could say that the story for this club ended happily, and that I didn’t have to write that the club doesn’t exist anymore. However, as much as this is a part of the truth, the truth is also that I couldn’t be more proud for being a part of the season 2018 with Kungsbacka DFF and I know that the people I played with feel the same.

Sara Nilsson
Credit Photo: Florentia