Ho iniziato a giocare con i ragazzi e tuttora posso dire che è stata una fortuna. Grazie a loro sono cresciuta tanto caratterialmente oltre che come giocatrice.
Ma se sono arrivata veramente ad essere la calciatrice che sono oggi, devo solo ringraziare i miei che mi hanno sempre spinto e appoggiato sulla scelta di giocare a calcio, hanno sempre fatto mille sacrifici. Quando andai per la prima volta in una squadra femminile, la Lux Chieti, avevo 14 anni e i miei tutte le sere mi accompagnavano aspettavano che io finissi e si tornava a casa, il più delle volte si cenava tardi ma, come dicono loro, ne è valsa la pena di tutti quei sacrifici.


All’età di 19 anni arrivò la mia prima grande opportunità, mi chiamò il Bardolino, beh che dire in quegli anni era la squadra che vinceva e io non ci pensai neanche un attimo. Accettai subito la loro proposta, non potevo farmi scappare l’occasione!
Giocare con gente come Panico, Brunozzi, Tuttino, Boni e Gabbiadini, era una fortuna e da loro potevo solo che imparare! Poco prima di iniziare il campionato vincemmo la Supercoppa e per me fu il primo titolo, mi ricordo che ero emozionata, felice, stentavo a crederci!
Poi purtroppo nella prima giornata di campionato mi ruppi il malleolo, fu un bel colpo da digerire ma non potevo abbattermi, quell’anno ci giocavamo lo scudetto, eravamo in piena corsa Champions e poteva essere una svolta per la mia carriera.
Mi ripresi velocemente dall’infortunio e una delle partite che ancora oggi ricordo con grande emozione, sono proprio i quarti di finale di ritorno contro il Brondby.
Perdemmo in casa 1-0 e in Danimarca si doveva vincere, non c’erano alternative.
Al ritorno fece un eurogol Tuttino (ancora oggi mi ricordo la palla che va ad insaccarsi all’incrocio dei pali). 1 a 0, calci di rigore. Il nostro portiere, Carla Brunozzi, con le sue parate ci portò in semifinale. Avevamo fatto un’impresa, nessuna squadra italiana era riuscita ad andare così in avanti, un record che dura ancora oggi. Purtroppo il sogno di andare in finale si fermò sul più bello: in semifinale perdemmo con il fortissimo Francoforte dove giocava una certa Birgit Printz, pochi oggi forse la conosco ma era una giocatrice pazzesca, una capace di vincere 3 Champions, 2 Mondiali, 3 Europei, 3 volte miglior calciatrice del mondo…insomma, un fenomeno.


Un’altra impresa che mi ricordo con emozione fu quando giocavo alla Reggiana, stagione 2009/10, eravamo una buona squadra, c’erano tra le altre Sabatino, Costi, Vicenzi, Neboli, Magrini, in panchina una certa Milena Bertolini, ma nessuna pensava di poter vincere la Coppa Italia.
Fu tutto inaspettato: in semifinale eliminammo il Tavagnacco, favorito, grazie a un goal di Sabatino e in finale avremmo dovuto incrociare la “forte corazzata rossoblù” (come Rodella chiamava la Torres di Tona e Domenichetti). Una partita durissima, ma riusciamo a passare in vantaggio sempre con Daniela Sabatino. Noi rimaniamo in 10, loro pareggiano con Iannella. Anche in quell’occasione si arrivò i rigori, ancora una volta mi portarono bene e festeggiamo un trofeo bellissimo!


Non posso certo non ricordare gli anni in Nazionale, tra Under 19 e maggiore, ancora oggi devo dire che l’esperienza al Mondiale U19 in Thailandia è una delle cose più belle che ho vissuto in tutta la mia carriera, ma questa è un’altra storia e io non sono una che ama parlare troppo fuori dal campo.


Vorrei chiudere solo con un ultimo ringraziamento a Tommaso, Becagli, con lui è stato un “colpo di fulmine” reciproco, per lui ho accettato senza pensarci due volte di scendere di categoria e indossare la maglia della Florentia in Serie B.

Evelyn Vicchiarello
Credit Photo: Florentia Calcio Femminile