Veronica Boquete, trequartista del Milan femminile, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Seguro Deportivo, le sue parole:

Su quando ha iniziato a giocare a calcio:
«Quando avevo 5-6 anni sono entrata nella mia prima squadra e fino a 15 anni sono stata l’unica ragazza a giocare con i ragazzi; a quel tempo essere una ragazza e giocare a calcio non era ben visto…»

Sulla sua città natale:
«Santiago de Compostela è una città famosa, abbiamo la fortuna di avere il ‘Camino de Santiago’ come un grande riferimento mondiale. Il centro storico è meraviglioso, la gastronomia è fantastica… Sono molto orgogliosa di essere nata in una città così piccola e familiare, ma allo stesso tempo così internazionale e accogliente».

Sullo stadio intitolato Vero Boquete:
«Sono cresciuta andando in quello stadio, lì ho scoperto il calcio di primo livello e ho iniziato a sognare di essere una professionista. Inoltre vivo in quel quartiere, sono cresciuta nella casa di mia nonna, che è anche molto vicina, ora che il mio nome porta quello di Vero Boquete, è il più grande riconoscimento della mia carriera, il migliore dei titoli. Non credo ancora che sia vero, è un orgoglio e un privilegio».

Sull’essere donna e i problemi con il calcio:
«Quando avevo 5 anni sono entrata nella mia prima squadra, c’era un regolamento federale che vietava alle ragazze di giocare con i ragazzi… quella è stata la prima grande barriera che ho dovuto affrontare. Per tanti anni ho dovuto ascoltare troppi commenti lamentarsi del semplice fatto di essere donna. Essere una calciatrice professionista non era un’opzione per me, era impossibile».

Sul sostegno della famiglia sulla decisione di giocare a tutti i costi a calcio:
«Supporto totale, senza la mia famiglia non sarei dove sono oggi, mi hanno sempre sostenuto e aiutato. I miei genitori mi portavano agli allenamenti e alle partite, mio ​​fratello era sempre con me… sono stata fortunata ad averli al mio fianco, non era la stessa situazione per tante altre ragazze».

Sullo sviluppo del calcio femminile:
«Negli ultimi anni il campionato e tutto il calcio femminile internazionale sono andati a gonfie vele, è il momento più bello della storia del nostro sport e dobbiamo approfittarne per consolidarlo e spingerlo».

Sul giocare al Milan:
«Essere in un club grande e storico come il Milan è sempre speciale, mi sto davvero godendo l’esperienza e colgo l’occasione per vedere un nuovo stile di gioco, un altro modo di allenarmi…».

Sul ricordo più bello della carriera:
«Vincere la Champions era il mio grande sogno ed è uno dei momenti più belli della mia carriera. Anche giocare un Mondiale o un Europeo è stata una bella soddisfazione. Come giocatrice e come Vero Boquete ne sono orgogliosa».

Su cosa avrebbe voluto cambiare nella carriera:
«No. Tutto ha fatto parte della mia carriera, della mia esperienza di vita, della mia crescita personale… ci sono sempre cose belle e brutte, alti e bassi, dubbi e certezze, vantaggi, conseguenze…».

Sull’evoluzione del calcio femminile in Spagna e su cosa deve migliorare:
«Negli ultimi anni, con l’ingresso delle grandi società calcistiche, c’è stata una spinta verso il professionismo, e questa è la chiave. Ci sono condizioni sempre migliori e questo rende il livello sempre più alto. Cosa deve migliorare? Andare tutti nella stessa direzione, questo ci farebbe fare le cose meglio e più velocemente».

Sulla condizione fisica:
«Mi sento molto bene! Nella mia carriera non ho avuto grossi infortuni e mi sono sempre preso molta cura di me stesso. Questo, unito al fatto che è ora che il calcio è meglio compreso e conosciuto. Mantiene le prestazioni ad un livello elevato».

Sugli infortuni e i consigli da dare a riguardo:
«Niente di importante, ma gli infortuni ci sono sempre. È molto difficile non avere alcun disagio o non subire un incidente. Fare un buon protocollo di prevenzione con l’assicurazione contro gli infortuni, rafforzare molto a livello muscolare, mangiare bene, idratarsi molto, riposare…questa è sempre la chiave».

Sul futuro:
«Vorrei finire la mia carriera in Spagna, tornare nel mio paese e godermi tutti i cambiamenti che sono avvenuti da quando me ne sono andata. Tra 5 anni… mi rivedo su una panchina, ad allenarmi».

Sull’idolo sportivo da piccola:
«Sono cresciuta guardando il calcio del momento, ricordo come mi impressionò molto Ronaldo il brasiliano… poi ho vissuto anche i bei tempi in Spagna con Xavi, Iniesta, Silva… E il migliore che abbia mai visto è e credo sarà sempre Messi»

Credit Photo: Andrea Amato