“Sono venuta al Cittadella per dare una svolta al mio percorso e per capire quali potranno essere i miei obiettivi. Qui mi trovo benissimo sia con le compagne che con lo staff tecnico”. Parla Chiara Ripamonti al nostro sito nel giorno del suo ventesimo compleanno (31/03/2021 ndr). Il giovane difensore è in prestito alla società veneta dalla Fiorentina dove si sta mettendo in mostra pronta a tornare in viola con un bagaglio d’esperienza migliorato: “è un ambiente sereno nel quale ho tanta voglia di dare il mio contributo – prosegue nel corso della nostra chiacchierata –. Dovremmo solo cercare di fare qualche punto in più nelle prossime gare. Fin qui ne abbiamo perso qualcuno per strada”.

Come ti sei avvicinata al calcio?
Io ho giocato a pallone praticamente da sempre, non c’è stato un momento esatto in cui è scattata la scintilla. Ho semplicemente portato avanti una passione che davo per scontata. Quando ero più piccola mi destreggiavo in oratorio assieme ai miei amici e da lì non ho mai smesso fino ad arrivare dove sono ora.

Nel 2018 sei passata dall’Inter alla Fiorentina, rimpiangi la scelta o senti di aver fatto bene?
Il mio trasferimento a Firenze è nato in maniera improvvisa. Ero arrivata ad un punto in cui ho dovuto prendere la prima vera grande decisione della mia carriera. Ho avuto diverse offerte tra cui quella della Fiorentina (anche la Juventus aveva manifestato interesse ndr) alla quale ho risposto senza pensarci due volte. Per me è un grande club; in viola sono cresciuta tantissimo a livello personale, individuale e calcistico. Tornassi indietro, me lo sono ripetuto tante volte, rifarei tutto. A Firenze sono maturata, sono diventata una donna. Non cambierei mai questa scelta.

A Firenze che ricordi hai delle tue compagne?
Ho conosciuto persone speciali. Ognuna di loro mi ha trasmesso qualcosa. Con alcune di loro ho legato tantissimo e rimarranno per sempre nel mio cuore. Siamo unite da un rapporto di stima e affetto reciproco con alcune delle calciatrici fiorentine.

C’è un ricordo particolare nel calcio a cui sei legata?
Direi il goal al 95esimo a Praga. Sicuramente è uno di quegli istanti che non scorderò mai. In quel match ho capito l’importanza di vivere le partite anche dall’esterno del campo. Nonostante non avessi giocato quella sera, sono uscita dallo stadio sudata e senza più voce. Quando tieni tanto ad una maglia alla fine la vivi con tutta te stessa, e quella serata era come se fossi in campo con le mie compagne. E’ stato un grande sollievo, meritavamo il passaggio del turno per quanto fatto all’andata e la fortuna ci ha assistite in quel caso. Non sono una che esulta tanto ma se ci ripenso, credo di non aver mai gioito così tanto come quella sera.

Antonio Cincotta sembra nutrire molta stima nei tuoi confronti.
Mi fa piacere. Io sono arrivata a Firenze con lui che era già diventato allenatore solista. In campo ha sempre avuto gran cuore e autorità. Mi ha accolta nel gruppo avendo sempre un occhio di riguardo nei miei confronti essendo giovane. Lo stimo moltissimo. Sotto la sua gestione in tre anni sono cambiata moltissimo.

Che tipo di allenatore è?
La cosa che più ho apprezzato di lui è che sa quello che vuole insegnare e trasmettere alle sue ragazze e mostra grande passione nel farlo. Non smetterò mai di ringraziarlo per avermi fatto diventare chi sono ora. Per me è un tecnico straordinario.

E come ti stai trovando con coach Ilenia Nicoli?
Anche lei è molto passionale e si vede. Ha una metodologia diversa da Cincotta ed è sempre pronta ad ascoltarti. E’ una coach che è fissa nelle sue idee e questo mi permette di apprezzarla moltissimo. Ultimamente sta provandomi in un ruolo diverso e apprezzo la sua fiducia nel volermi dare chance in questo senso. Sia lei che il suo staff sono di ottimo livello.

Come affronti la quotidianità?
Solitamente tutto gira attorno all’orario dell’allenamento. In quel paio d’ore si fa sul serio. Testa bassa e massima concentrazione. Sia prima che dopo cerco di metterci qualcosa per riempire le giornate: hobby, studio, amicizie. Non ho una pianificazione schematica.

Chi è Chiara Ripamonti fuori dal campo?
Una ragazza normalissima; sono al primo anno di Scienze umanistiche per la comunicazione all’Università di Firenze e dedico molto tempo allo studio e alla preparazione degli esami. Mi dedico un po’ alla cucina che mi piace molto e sono un’assidua lettrice. Coltivo le mie amicizie, com’è giusto che sia, anche se in questo periodo è molto più difficile a causa del Covid. Sono una persona tranquilla.

Avvento del professionismo, cosa ne pensi?
Sarebbe ora! Penso che se guardiamo ai sacrifici che facciamo e al lavoro che c’è dietro ad ognuna di noi e paragonassimo tutto al livello dei maschi, sarebbe tutto uguale. Viene da domandarsi quindi “perché noi no?”. E’ un discorso molto largo da fare comunque, non vale solo per il calcio femminile ma per tanti altri sport in cui militano donne. Penso sia giusto eguagliare tutto. Il professionismo è un primo passo in quel senso.

A giugno tornerai a Firenze… e poi?
Non faccio mai piani a lungo termine. Ora sono al Cittadella e penso solo a migliorare e a dare il meglio di me per questa società. A giugno poi tireremo una riga e valuteremo il da farsi.  Non posso dare una risposta ora perché si baserebbe sul nulla. Ora sono qua, più avanti vedremo.

Credit Photo: Nicolò Meneghetti/Cittadella Women