La calciatrice Fabiana Vecchione, intervenendo durante il LIVE Instagram di NapoliSoccer.NET, ha rilasciato una lunga intervista parlando della sua avventura al Pomigliano. Con Fabianinha abbiamo anche parlato della sua esperienza nel Napoli Femminile e nel mondo del calcio a 5. Di seguito la sintesi testuale del suo intervento ed un video riassuntivo del LIVE Instagram con le parti salienti.

Come procede la quarantena?
“Abbastanza bene l’unica mancanza è il calcio, di uscire ne posso anche fare a meno ma del calcio no. La società ci ha dato del lavoro da svolgere e noi lo svolgiamo, tuttavia per dare la prova concreta al mister facciamo o le video chiamate oppure facciamo dei video e li mandiamo al mister”.

Fabianinha, come mai questo soprannome?
“Feci un gol in rovesciata e da lì non so chi mi ha chiamato Fabianinha. Mi piace anche fare dei giochetti con il pallone in stile brasiliano, forse anche per questo motivo mi chiamano così. Il mio idolo è Neymar, abbiamo lo stesso ruolo, è un grande giocatore con grandi capacità, anche se non riesce a sfruttare nel migliore modi un po’ per infortuni vari un po’ per sfortuna. In qualsiasi posizione lo collochi riesce a dare sempre il 100%”.

Come nasce la passione per il calcio?
“Non ti so spiegare, all’età di 4/5 anni già avevo questa passione innata per il calcio, ad 8 anni già giocavo in una squadra di maschietti, poi sono andata nel Napoli femminile e adesso sono qui al Pomigliano”.

Tra il Napoli ed il Pomigliano c’è stata un’esperienza nel calcio a 5…
“Credo sia stata l’esperienza più bella della mia vita, sia tecnicamente che mentalmente. Voglio ringraziare il mio ex presidente Simona. Giocare il calcio a 5 è stata un’esperienza importantissima. Nel campo grande ci sono dei momenti in cui mi aiuto con la suola, mi consente di spostarmi più rapidamente”.

Quel gol in rovesciata è frutto del calcio a 5?
“Non so se sia stato frutto del calcio 5, è stata una reazione di istinto, con anche un po’ di fortuna. Credo che donne e uomini abbiamo lo steso istinto; quando ci troviamo difronte ad una situazione che dobbiamo sfruttare, reagiamo d’istinto e l’istinto non ha sesso. Sono un po’ umile per dire che non è fortuna. Non è solo fortuna, c’è grande lavoro, tecnica e coraggio dietro quel gesto che ho fatto”.

Sogni?
“Quest’anno mi piacerebbe andare in B con il Pomigliano e poi sperare in una chiamata della nazionale italiana Under 23”.

Sei di Fuorigrotta, quanto ha influito il fatto di aver vicino lo stadio San Paolo nella tua passione per il calcio?
“Credo un bel po’, da quando sono nata ho sempre vissuto fuori lo stadio, giocando a pallone con i miei amici e vedendo le partite. Sono cresciuta in quest’ambiente e quindi era un po’ difficile non uscire calciatore o calciatrice.
Dopo Napoli, avevo perso un po’ tutti gli stimoli, tante cose non sono andate come volevo. Sono approdata nel calcio a 5, ho ottenuto risultati ed ho ritrovato me stessa ed ho deciso di ripartire in grande”.

Da donna hai avuto difficoltà nel comunicare ai tuoi genitori che volevi fare la calciatrice?
“Ho avuto difficoltà perché quando ero bambina il calcio femminile non era molto praticato, i miei genitore non volevano ed io andavo agli allenamenti di nascosto con mio zio. Oggi i miei genitori sono i miei primi tifosi e mi appoggiano su qualunque scelta e qualunque cosa faccio. Non è proprio un gestire, hanno visto i risultati che portavo a casa ed hanno capito. Sono stati loro a starmi vicino nei momenti più brutti che capitano a tutti”.

Un altro gol emozionate?
“Ero in Serie B, giocavo nel Napoli Femminile e segnai un gol contro il Catania da fuori area dal alto sinistro. Guardando la porta ho tirato a giro sul secondo palo, un po’ come piace fare a noi esterni. Fu molto emozionante”.

Segni tanti gol è difficile ricordarli tutti…
“È difficile però quelli emozionanti li ricordo un po’ tutti. Quest’anno sono arrivata a 21 gol se non sbaglio, mi piace molto segnare ma sono anche molto altruista. Sono una via di mezzo tra il bomber e l’assistman”.

Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta del Pomigliano?
“Sicuramente mi ha spinto la proposta di Salvatore Esposito, mio ex allenatore in rappresentativa Campania, una persona che io stimo molto che ha dato tanto al calcio femminile e continua a farlo, che ora allena le piccoline della SSC Napoli. Aveva tanta voglia di tornare ad 11 ed ho scelto la piazza giusta, volevo sentirmi protagonista e tornare a fare quello che più mi piaceva”.

Com’è stata la tua esperienza al Napoli femminile?
“Al Napoli ho vissuto gran parte della mia carriera, ho giocato in azzurro per 8/9 anni, ho debuttato in Serie A e non ho rimorsi solo bei ricordi. Ringrazio zio Mimmo per avermi fatto debuttare in azzurro. Un giorno mi piacerebbe giocare in A con il Napoli”.

Quanto è stato importante il mondiale per il movimento del calcio femminile?
“Dopo i mondiali chi non credeva esistesse il calcio femminile si è dovuto ricreduto. Le ragazze hanno fatto tanto per nostro movimento ed io ci tengo a ringraziarle”.

Cosa risponde a chi dice che il calcio non è per le donne?
“È una frase stupida ed io vorrei fare un gol a chi dice o pensa ciò”.

Ti piacerebbe portare in A il Pomigliano e fare un gol alla Juve?
“Mi piacerebbe tanto, alla A con il Pomigliano firmerei subito. È una piazza importante, mi ha rilanciato ed io ho ricambiato dando tanto a loro”.

Calcio a 5 e calcio ad 11 differenze?
“Nel calcio a 5 corri di più, non ti puoi fermare, non ci sono tempi morti se il mister ti vede ferma e ti manda a fare la doccia. Nel calcio a 11 femminile è un po’ più lento, non siamo come gli uomini e ci sono più tempi morti. Il calcio a 5 aiuta molto nella tecnica, anche nella visione di gioco. Per la velocità è importante conoscere la tecnica. Devi essere forte per giocare nel calcio a 5, non voglio dire che io sono forte ma ho imparato a giocare. Anche qui penso di essere stata fortunata”.

Photo Credit: L’ORA VESUVIANA