Un anno di sacrifici, un anno pieno di speranze, una stagione che ha visto il Real Meda al comando del Girone B di Serie per quasi tutto il Campionato di andata. Ma purtroppo il periodo pre Natalizio e la ripresa dopo le vacanze non sono stati ottimali e c’ĆØ stato un calo, un calo lecito. Una stagione che ha visto importanti infortuni come quello dell’azzurrina Serena Landa, il portiere Elena Ripamonti, il vice-capitano Marta Vergani e nel finale di stagione di capitan Fabrizia Fusi…Solo per citarne alcuni. Ma soprattutto un anno da squadra e di condivisione di attimi positivi e non, pensieri, tempo.

“Puntiamo a essere nelle prime tre” ĆØ stato il motto per tutta la durata della stagione delle pantere, ma alla penultima giornata di Campionato il verdetto contro il Milan Ladies ha confermato il quarto posto e l’addio al sogno e al desiderio di essere parte della futura unica Serie B a carattere Nazionale del 2018/19.

Fa male vedersi sfuggire proprio all’ultimo l’obiettivo prefissato da mesi, perchĆ© ĆØ come se tutto svanisse nel nulla.

Giulia Ragone, giocatrice del Real Meda, pone una riflessione sull’anno passato e sul fatto di essere squadra, perchĆ© ĆØ stata la chiave fondamentale per un team giovane e tutto da scoprire:
“Forse non ve lā€™ho mai detto ma sarĆ² sempre orgogliosa di Noi. PerchĆ© se siamo arrivate fino qui, significa che ognuna di noi ha preferito sacrificare qualcosa di importante della propria vita per costruire un gruppo.
Amici, amore, divertimento. Abbiamo fatto la scelta piĆ¹ importante, ci siamo regalate ciĆ² che di piĆ¹ prezioso cā€™ĆØ nella vita: il tempo.
Anche se ci prendiamo a scarpate durante gli allenamenti e delle volte litighiamo. Questa ĆØ la forza del nostro gruppo: nessuna vuole perdere, mai.
Abbiamo imparato a conoscerci e siamo cresciute insieme.
Ogni allenamento ci devono buttare fuori dalla doccia a suon di insulti perchĆ© non vogliamo piĆ¹ andare a casa.
Conosciamo la nostra forza, ma soprattuto le nostre paure e ogni singola debolezza. Sappiamo che i nostri comportamenti hanno sempre avuto piĆ¹ valore delle parole.
Il percorso che ci ha condotto a godere delle vittorie e a sopportare le sconfitte lā€™abbiamo tracciato insieme. Somiglia incredibilmente alla riga spessa di calce e gesso che traccia la nostra area di rigore, storta e incerta come il destino che abbiamo davanti agli occhi.Ā 
SarĆ  che il calcio mi ha insegnato ad avere piĆ¹ coraggio, sarĆ  che non ho piĆ¹ bisogno di chiedervi se abbiate combattuto vicino a me, ma di fianco a voi mi sento al sicuro. Come si dice, nella buona e nella cattiva sorte. Nel fango che impasta le caviglie e nella pioggia che appesantisce i calzettoni. Nel sole che asciuga i polmoni e nella terra che scortica la pelle.Ā 
Lontane da questo abbraccio vi sentirete perdute. Siamo state capaci di creare tutto questo, una forza disumana.
Pensate alla fatica, alla rabbia, agli schiaffi dati e presi, al gol sbagliato allā€™ultimo secondo, alle traverse, ai pali, a quel dannato rigore non fischiato. Prendete tutto e inghiottite. Facciamolo insieme.Ā 
Tutto o niente.
Abbiamo disputato un campionato da dieci e lode, in un anno perdere 4 partite ed essere la seconda miglior difesa del campionato non ĆØ cosa da poco. Ma delle volte non basta, il calcio dĆ” e il calcio toglie.
Siete state la mia forza, siete state e siete la mia seconda famiglia, siete e sarete sempre un pezzo del mio cuore. ❤🦁
#FINOallafine#grazie! “

Credit Photo: Alessandro Martellotta