Photo Credit: Trastevere Calcio Women

La posizione in classifica e i punti racimolati dal Trastevere fino a questo momento non devono ingannare: le romane hanno macinato chilometri, minuti nelle gambe ed esperienze in una categoria tutta nuova che adesso comincia a rivelarsi alla loro portata – come si è visto, tra le altre, contro il Como.
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ha avuto il piacere di intervistare Martina Sclavo, una delle protagoniste dell’ultima, favolosa stagione del Trastevere che è valsa la storica Promozione in Serie B, ed è una delle protagoniste della retroguardia romana.

Martina Sclavo ha vestito diverse maglie nel corso della propria carriera, vivendo tra Roma, Venezia, Ravenna e Bergamo prima di ritornare a casa, nella Capitale, e ognuna di queste esperienze tra Serie C e Serie B ha inciso sulla calciatrice che scende in campo con la maglia del Trastevere e sulla persona che è diventata: «A prescindere dalla categoria, questo sport porta con sé la meraviglia di essere una scuola di vita. Ogni esperienza, positiva o negativa che sia, ti lascia qualcosa dentro. Se devo pensare a una parola da attribuire ad ogni esperienza direi: Roma è famiglia, Venezia è maturità, Ravenna è riscatto e Bergamo rinascita.»

A differenza di altre calciatrici, costrette a mediare e a cercare un punto d’incontro con le persone attorno a lei, pronte a cavalcare l’onda del disfattismo per scoraggiarla fin dall’inizio, Martina Sclavo ha sempre avuto accanto a sé persone pronte a sostenerla mentre cercava di trasformare il calcio nel suo lavoro, persino quando giocava nelle squadre maschili: «Per fortuna ho sempre avuto la strada spianata. I miei genitori e i miei nonni i primi tifosi, i miei amici entusiasti. Non ho mai avuto problemi da questo punto di vista, anzi quando giocavo nelle squadre maschili, all’inizio del mio percorso, ero sempre difesa da tutti. Sono felice di quello che è stato il mio percorso.»

Sclavo non si vedrebbe in nessun’altra porzione di campo se non nella retroguardia, che è il suo ambiente sicuro. In un’analisi autocritica, la calciatrice ha affermato che ci sono ancora aspetti di cui non è pienamente soddisfatta, ma è consapevole di avere punti deboli importanti su cui fare leva in campo: «Sempre stata difensore esterno, con qualche parentesi da difensore centrale o esterno di attacco. Il terzino è il ruolo che mi rappresenta di più e la veste in cui mi trovo più a mio agio. Adoro la sensazione di quando si vince un contrasto difensivo e allo stesso tempo mi piace inserirmi e magari fare gol. Ho sicuramente ancora tanto da migliorare, ma penso che i miei punti forti siano la lettura difensiva e i tempi di inserimento.»

L’avventura con la maglia del Trastevere è cominciata lo scorso anno, ed è dunque ritornata dalla Serie B alla Serie C. Il salto “indietro” di categoria è stata una decisione dovuta al bisogno di ritornare a casa, e ha infine perseverato per ritornare alla serie cadetta insieme a tutta la squadra. Non si è pentita, neanche per un secondo, di aver riabbracciato la “sua” Capitale in un ambiente bellissimo in cui ha subito sguazzato come un pesce in un acquario, del tutto a proprio agio: «Trastevere è arrivato in un momento in cui avevo una forte necessità di tornare a casa e lo ringrazierò sempre per avermi aperto la porta e per avermi permesso di farlo. Ammetto che non è stata una scelta facile, perché l’intenzione era quella di rimanere in B; nonostante questo il Trastevere offriva quello di cui avevo bisogno, un ambiente sereno, voglia di vincere e far bene e senso di appartenenza.»

La Promozione del Trastevere in Serie B ha coronato il lavoro di un anno, pieno di sacrifici e di partite importantissime anche a livello psicologico per dare un’identità alla squadra di Mister Claudio Ciferri. I festeggiamenti delle amaranto nel cuore di Roma dopo aver raggiunto la tanto agognata e meritata Promozione sono state la ciliegina sulla torta di un cammino in cui le difficoltà non sono mancate: «È stato un campionato lungo, la vittoria l’abbiamo festeggiata l’ultima di campionato. Durante l’anno abbiamo avuto la forza di attraversare e superare un periodo negativo, questo grazie al gruppo fantastico che avevamo. La consapevolezza di poter raggiungere l’obiettivo l’abbiamo sempre avuta, avevamo troppa voglia di portarci a casa quel trofeo. Il Trastevere è proprio questo: gruppo, appartenenza, perseveranza, fame, sogni.»

La vittoria in trasferta contro il Bologna è ancora negli occhi, nel cuore e nella mente delle trasteverine, che sanno da dove sono partite e con quali mezzi sono riuscite ad arrivarci, ed è per questo che tre punti guadagnati sul campo di una corazzata come quella rossoblù sono ancora più speciali: «Il supporto delle persone sugli spalti sono sempre quell’uomo in più in campo; anche le critiche sono motivo di crescita e motivazione. Al triplice fischio tante lacrime di felicità; è una squadra partita da zero, con poca potenza economica, che ha sempre lottato al meglio con quel poco che aveva. Avevamo raggiunto il sogno di una Società, di un gruppo e di una famiglia.»

In chiusura, la calciatrice ha lasciato un messaggio per la tifoseria, che sostiene sempre le sue ragazze. Nonostante il Trastevere non abbia ancora centrato i tre punti in casa, le ragazze sono consapevoli dei margini di miglioramento e di quello che possono fare, avendo disputato gare di alto livello contro squadre ben più rodate. Inoltre, l’obiettivo “salvezza” è ben chiaro: «Nonostante i risultati negativi abbiamo sempre dimostrato di essere una squadra viva. Si è visto anche contro il Lumezzane, dove abbiamo avuto il coraggio di giocare a calcio contro una grande squadra. Dobbiamo crescere tanto, ci manca sicuramente l’esperienza in categoria, ma abbiamo grinta e voglia da vendere. Quella strafottenza di affrontare ogni squadra a testa alta, perché la categoria ce la siamo sofferta e sudata. Proveremo fino all’ultimo, come abbiamo sempre fatto, a prenderci quel che è nostro e che meritiamo… la salvezza.»

Si ringraziano Martina Sclavo, il Trastevere Calcio Women, la Responsabile del Settore Femminile Flaminia Lombardozzi e l’addetto stampa Valerio D’Epifanio per il tempo e la grandissima disponibilità.

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.

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