Tatiana Bonetti è stata ospite della tredicesima puntata stagionale di “Terzo Tempo”, format promosso dalla rivista della provincia di Cuneo Idea interamente dedicato allo sport e a tutte le sue sfaccettature. La giocatrice della Freedom è stata intervistata nel corso di una lunga diretta iniziata proprio parlando di calcio femminile, con un occhio di riguardo verso la realtà calcistica della provincia e del Piemonte e la Serie B, che la numero 33 biancoblù ha ormai fatto sua.
«Sicuramente siamo molto contente per i tre punti, era importante, se non fondamentale, ottenerli. Il “come” li abbiamo ottenuti è stato molto particolare, perché l’approccio alla gara non è stato dei migliori. Abbiamo avuto delle occasioni nel primo tempo, nonostante non fosse il migliore che avessimo mai fatto, e siamo state sfortunate in alcune situazioni, come sul mio colpo di testa parato o la traversa di Chiara Marenco. Subire il 2 a 0 ci ha un po’ tagliato le gambe, ma la reazione che ha avuto la squadra vale più di ogni altra cosa, e quindi ci teniamo di positivo questo», in apertura Bonetti ha analizzato la partita contro la San Marino Academy, cominciata ai limiti di una tragedia e terminata invece con una straripante goleada da parte delle biancoblù, che si sono infine imposte per 5 a 2 partendo da uno svantaggio di due reti.
Sette nitide occasioni nel primo tempo, ma le biancoblù sono andate a riposo sullo 0 a 1 per la San Marino Academy. Bonetti sostiene che la squadra non fosse brillante «come in altre occasioni, e questo è stato condizionato dal campo di allenamento, pesante anche per via della neve. Nelle gambe forse avevamo un po’ di carico, ma le occasioni ci sono state. Forse dobbiamo stare più attente in alcune circostanze, perché ci sono partite che non recuperi più, ed è un peccato, perché noi costruiamo tanto, ma sprechiamo tanto.»
Ancora focalizzata sulla partita al “Paschiero” contro le sammarinesi, Bonetti ha perciò rimarcato che la squadra nello spogliatoio durante l’intervallo ha forse trovato lo stimolo giusto per provare a scendere in campo e vincere la partita: «Noi ragazze non abbiamo spiccicato una parola, c’è stato un momento di gelo e tensione dove ognuna sapeva di dover fare quel qualcosa in più per cambiare le sorti del match. Il Mister ci ha spronato, dovevamo scendere in campo per andare a prenderci quello che era nostro. Nel secondo tempo ho invece visto una squadra unita e coesa. Dovevamo avere una reazione per non far andare la partita nei binari sbagliati, abbiamo scelto di tirare fuori il carattere per noi stesse: quando combatti ad alti livelli cerchi sempre di dare il massimo, è qualcosa che da personale siamo riuscite a trasformare in qualcosa di squadra.»
La dettagliata rassegna dell’attaccante riguardo le partite disputate dalla sua squadra è proseguita sui punti da lei reputati persi in itinere, e sottolinea in particolare due match in cui le biancoblù avrebbero meritato di più anche ai fini della classifica: «Nella partita col Verona avevamo avuto un sacco di occasioni e abbiamo poi preso gol quasi alla fine, e abbiamo lasciato dei punti, poi la partita di Brescia di qualche settimana fa abbiamo preso gol al 94′, sicuramente meritavamo qualcosa di più. A livello di classifica potremmo essere ancora più in alto. A mio parere, la Freedom sta facendo una buona prima parte di campionato.»
«Ho un bagaglio importante, ho giocato in squadre che mi hanno permesso, sia loro e sia la mia voglia di arrivare e di vincere, di crescere. Ho visto realtà importanti, ho giocato competizioni importanti, tra cui la Champions League, anni fa ho giocato in Nazionale, è tutto un insieme che mi fa essere oggi la calciatrice che sono. La cosa che cerco di non dimenticarmi è da dove sono partita, dei sacrifici della mia famiglia e dei miei, e di divertirmi: il calcio dev’essere anche un piacere, quando sei in campo devi goderti il momento. Tutto quello che sto cercando di trasmettere alla Freedom è il mio capire i momenti della gara e come aiutare le mie compagne di squadra», Bonetti non ha tralasciato nessun aspetto della propria vita professionale e ha anzi voluto spendere qualche parola per tutto il proprio percorso calcistico, partito dalla Riozzese e arrivato alla prestigiosa maglia azzurra della Nazionale, passando per la Women’s Champions League e tenendo sempre a mente che per giocare a calcio serve anche divertirsi.
Tatiana Bonetti ha poi parlato di Freedom, la Società che le ha dato fiducia per la stagione e in cui ha subito lasciato il segno in ben sei occasioni. La calciatrice ha affermato che «l’anno scorso ho fatto la Serie B, ma in una squadra che aveva l’obiettivo chiaro di vincere il campionato. La Freedom, in questo momento, per me è una Società che deve ancora fare qualche passo per essere una squadra che sta al top, però per arrivare c’è un percorso da fare, e in questo momento lo reputo abbastanza iniziale, ed è una sfida per me tutti i giorni. Ci sono tante differenze tra le realtà in cui sono stata e quella di oggi, sono superfelice quando riesco a dare il mio segno a queste ragazze, tante sono giovani e hanno un percorso differente dal mio, è un insieme di tante cose», per la calciatrice la vera sfida è aiutare questa squadra a crescere e a diventare un gruppo compatto partendo dalle nuove arrivate, che rispetto alla rosa della passata stagione sono molte, ed è un processo che richiederà tempo, fiducia e tanto lavoro, ma sta già cominciando a mettere in luce che le giovani hanno desiderio di fare bene e lasciare il segno.
Il calcio femminile, lo sport che per Tatiana Bonetti è molto più di una passione, a suo parere ha subito moltissimi cambiamenti in positivo: «Rispetto a quando ho iniziato è cresciuto moltissimo, c’è molto più interesse, qualche sponsor che segue qualche atleta, però secondo me non siamo ancora ai livelli dove meriteremmo di stare. La Serie B non è molto seguita, la Serie A un po’ di più, però se faccio un paragone con la Spagna, la Francia e gli Stati Uniti il calcio femminile deve crescere ancora di più a livello di visibilità, di strutture importanti, è un lavoro in continua crescita. Può crescere ancora in maniera esponenziale»; malgrado i passi in avanti, siamo ancora molto lontani dai traguardi che ci si auspicherebbe per le atlete e per la loro visibilità, soprattutto se parte il confronto con altre Nazioni in cui questo sport è decisamente più seguito e sostenuto.
«Ci stiamo provando, vogliamo stare nelle prime posizioni. Giochiamo per stare sempre più in alto. Se guardo questa prima parte, alcune partite potevano andare diversamente e magari potevamo essere quinte, però non è un posizionamento brutto: per una squadra allestita quest’anno, penso che stia facendo bene. L’anno scorso è arrivata undicesima, se continuiamo a giocare a certi livelli possiamo ambire a qualche posizione più in alto, e speriamo che anche la fortuna ci assista. Dopo ogni partita la classifica può cambiare: qualche settimana fa eravamo none, è tutto in divenire, ed è per questo che si deve sempre essere concentrate. Non abbiamo un distacco così clamoroso dalle altre, quindi secondo me la concentrazione e la voglia di ambire ad alcune posizioni fanno la differenza», il campionato della Freedom potrebbe riservare molte sorprese per il futuro ed è nelle mani delle biancoblù, che stanno facendo molto bene pur essendo, come detto poc’anzi, un gruppo effettivamente nato da poco nella sua interezza.
«Sportivamente bisogna lavorare sui centri sportivi e gli impianti, il campo dove ci siamo allenate non è proprio il top, e per il livello che stiamo mostrando e che è in continua crescita meriteremmo qualcosa di più», in provincia di Cuneo si presta attenzione al calcio femminile, ma mancano ancora degli accorgimenti perché si possa effettivamente dire che le ragazze hanno le condizioni giuste per potersi allenare, soprattutto in vista di campionati di buon livello come quello che la Freedom sta giocando in questa stagione.
Nel 4-4-2 proposto dal Mister, la numero 33 biancoblù si trova spesso affiancata da Sofia Pasquali e Giorgia Berveglieri, due compagne che pian piano stanno creando un’ottima intesa con lei e che spera di poter capire al volo molto presto. Per il momento, i lavori in corso stanno cominciando a portare i loro frutti: «Mi sto trovando bene, stiamo cercando di conoscerci in breve tempo. Giochiamo insieme da pochi mesi, su alcuni meccanismi dobbiamo lavorare di più e spero che questa connessione continui a crescere, perché a me piace giocare così nell’uno-due. Da quando sono arrivata c’è stata una crescita, è come se ci amalgamassimo partita dopo partita. Non sono una prima punta, nella mia carriera ho fatto la trequartista, l’esterno d’attacco, mi piace molto variare. Quando si crea l’affinità e la voglia di giocare insieme, viene tutto più facile. Chi ci guarda può vedere che costruiamo azioni fatte in un certo modo, ed è anche bello vedere una partita così», la Freedom punta a centrare i tre punti e, match dopo match, collaudare un attacco che oltre a divertirsi e a capirsi con uno sguardo gioca un bel calcio.
Mister De Martino «è uno molto determinato, sa dove vuole arrivare e ci mette tutta la grinta che ha per trasmetterlo. Sto cercando di seguirlo e di fargli capire che sono come lui e la penso abbastanza sulla stessa lunghezza d’onda; è uno che sente tanto il calcio, e a volte andrebbe un po’ sedato quand’è in panchina (ride)», la tenacia del tecnico biancoblù viene trasmessa di riflesso anche alle calciatrici, che stanno pian piano entrando in un’ottica volta al miglioramento continuo e al non accontentarsi mai.
Neanche Tatiana Bonetti vuole accontentarsi delle proprie prestazioni personali e di squadra, e sta disputando una grande stagione in cui ha già siglato sei reti e confezionato assist per le compagne, due aspetti che la fanno sentire fiera del proprio percorso con la Freedom fino a questo momento e che le danno energia e fiducia per il prosieguo: «Sono molto contenta, al di là dei gol, che fanno piacere, perché sono un’attaccante e sarei falsa a dire il contrario. Sono contenta perché, anche quando non segno, cerco sempre di dare il mio contributo con un assist, con un’invenzione, una giocata, e quello racchiude quella che sono io: mi sento così, come calciatrice, che cerca di mettere il suo zampino per aiutare la squadra. Se dovessi tracciare una linea, sarei molto soddisfatta del percorso che sto facendo.»






