Credit Photo:Cantera Adriatica

Una squadra nata “per caso, per divertimento”(per citare le parole del suo presidente) e forse nessuno si aspettava che potesse raggiungere dei traguardi così alti, eppure quest’anno il nome Cantera Adriatica Pescara lo si potrà associare a “triplete” grazie alle sue conquiste in campo. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Alessandra Gabrielli, allenatrice delle soprannominate “leonesse” abruzzesi per fare il punto della situazione presente e futura della squadra e del calcio femminile italiano.

Alessandra, è il caso di dirlo: che incredibile stagione con la Cantera Adriatica Pescara, avete vinto il Campionato Eccellenza, Coppa Italia regionale e centrato la tanto sperata promozione in serie C. Si aspettava un risultato di questo tipo?
“È stata una stagione pennellata idea dopo idea, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. Nello sport la passione, l’entusiasmo e la voglia di arrivare creano una magia indescrivibile. Le risate delle ragazze al mio primo “quest’anno vinceremo due campionati”, al primo incontro in campo avuto con loro, si sono trasformati in splendidi sorrisi partita dopo partita. Non me lo aspettavo, lo desideravo…”

Che cosa si porta dentro dopo una stagione così fruttuosa?
“Mi porto dentro un miscuglio di emozioni indescrivibili, che toccano il lato tecnico non più di quello umano. La gestione di un gruppo non è semplice, soprattutto finché gli obiettivi del singolo non si amalgamano con quelli del gruppo. Le ragazze però hanno risposto meravigliosamente alle vittorie così come alle frustrazioni e ai piccoli e inevitabili conflitti (sono utili anche quelli), e ciò che mi è rimasto dentro è stato un grande “VOLERE É POTERE”…E un grandissimo “la forza del lupo è il branco, e la forza del branco il lupo”.”

Massimo Gianetti, presidente della squadra, ha raccontato in una passata intervista che questa realtà è nata per caso, per divertimento, e lei è stata una delle protagoniste principali della nascita e, come allenatrice, dello sviluppo e dei  successi. Dopo questa scalata ora vi aspetta la C: come vi state preparando?
“Quello che ha detto il presidente è vero….Così come è vero che le cose migliori sono a volta quelle meno programmate, quelle che nascono da emozioni, passioni e valori comuni. Ci stiamo preparando a un campionato di valore superiore aggiungendo valore tecnico tattico alle nostre giocate, e migliorando la mia preparazione, cosa che come in passato si rifletterà inevitabilmente sul rendimento e sulla sicurezza delle mie ragazze. Siamo tutti molto determinati a fare bene, a tirare fuori il 100% da ciascuna di noi.”

In passato è stata giocatrice calcio a 11 e Futsal: i suoi successi non si limitano alla Cantera calcio a 11 ma anche con la Cantera calcio a 5 che quest’anno è riuscita ad accedere alla serie A2 sotto la sua guida. Rimarrà alla guida di entrambe per la prossima stagione?
“Purtroppo questo non è stato materialmente possibile. Giocare 2 campionati nazionali vuol dire avere il dono dell’ubiquità per essere il tecnico di 2 squadre. Non mi è stato concesso…purtroppo!”

Come e cosa si aspetta nel prossimo campionato?
“Mi aspetto che io e la mia squadra dimostriamo un valore tecnico e tattico degno di questa categoria, e che umanamente quella magia che ci ha messo le ali continui a farci volare. Mi dicono che sogno ad occhi aperti quando parlo di alta classifica e risultati concreti, ma nella mia vita ho sempre lasciato i sogni e ai sognatori, e fatto il possibile per definire i miei obiettivi da raggiungere. Tra le cose che ho imparato lo scorso anno ne aggiungo una:” in questa squadra, TUTTO È POSSIBILE!“.”

Ricordiamo che Lei è anche mamma nella vita. Che consigli si sente di dare ai genitori con una figlia che vorrebbe intraprendere questo tipo di sport? E quali si sentirebbe di dare ad una giovane giocatrice?
“Le confesso che questa domanda mi emoziona molto, e tocca una parte di me molto fragile, proprio come Elisa recita in una delle sue meravigliose canzoni. Sono cresciuta con genitori che vedevano sotto i loro occhi una figlia “femmina” con una passione indefinita per questa incantevole sfera. Genitori contrari agli sport da maschiaccio e a quelli da femminuccia. Genitori che pagavano fior di soldi per soddisfare la loro felicità di vedere la propria figlia in tutù rosa danzare sulle punte. Anni di massacro fisico-psicologico, anni di pianti zittiti dall’amara dolcezza di un gelato da 2000 lire per soddisfare la propria felicità. Anni buttati prima di capire che le figlie non sono carillon, a cui dare un giro di chiave perché facciano il proprio dovere. Anni gettati al vento prima di capire che la vera felicità di un genitore non deve passare dalle punte dei piedi o da un vestito, MA RISIEDE NEL SORRISO DEI PROPRI FIGLI! Quindi, fate di tutto, genitori, per sostenere le passioni dei vostri figli. Lasciate anche che facciano sacrifici per inseguirle, lo faranno con maggiore determinazione. Alle giovani calciatrici mi sento di dire: ” siete molto fortunate ragazze! Siete oggi nella posizione di lavorare per raggiungere il vostro massimo, affinché venga riconosciuto e apprezzato in modo “professionale”. Usate questa possibilità per emozionarvi ed emozionare cavalcando le ali della vostra passione. Respirate l’aria della fiducia in voi stesse e delle emozioni che provate e che sarete in grado di trasmettere. Che esse si fermino alla vostra persona, famiglia o a un’intera nazione dipenderà da tanti agenti, MA SOPRATTUTTO DA VOI!.