Come nasce la tua esperienza nel calcio femminile?
«Ho iniziato ad allenare a 15 anni, partendo dai settori giovanili. Negli ultimi anni mi sono avvicinato al calcio femminile e me ne sono innamorato. È un ambiente autentico, dove la passione è fortissima e le ragazze hanno una voglia incredibile di migliorarsi. Oggi, con la Caronnese Women, sento di far parte di un progetto serio e stimolante.»
Perché hai scelto di specializzarti nei portieri donne?
«È stata una scelta naturale. Ho notato che nel femminile c’era un grande potenziale inespresso, soprattutto tra i pali. Le differenze rispetto al maschile ci sono: le ragazze sono molto ricettive, attente ai dettagli, ma a volte serve più lavoro sulla gestione dello spazio e sull’aggressività. In compenso, mostrano una costanza e una dedizione straordinarie.»
C’è un episodio che ti ha particolarmente segnato?
«Sì, ricordo una partita decisiva in cui la nostra portiera commise un errore pesante. Era abbattuta. Nei giorni successivi abbiamo lavorato insieme, non solo tecnicamente ma anche mentalmente. Nella gara dopo fu la migliore in campo. Quell’esperienza mi ha insegnato che il nostro lavoro va oltre la tecnica: siamo anche educatori e motivatori.»
Quali sono gli esercizi chiave per migliorare reattività e posizionamento?
«Utilizziamo esercizi dinamici, con palloni di diverse dimensioni, ostacoli e stimoli visivi. Per il posizionamento, simuliamo situazioni reali di gioco: tiri da fuori, cross, uno contro uno. L’obiettivo è rendere ogni gesto automatico, ma sempre consapevole.»
Come si integra il lavoro dei portieri con il resto della squadra?
«Il portiere non è un’isola. Dopo la parte specifica, le ragazze vengono inserite nelle esercitazioni collettive: costruzione dal basso, comunicazione con la difesa, palle inattive. È fondamentale che ci sia sintonia con il gruppo.»
Quanto conta la tecnologia nel tuo lavoro?
«Moltissimo. L’analisi video ci permette di rivedere le prestazioni, correggere gli errori e valorizzare i progressi. Inoltre, utilizziamo strumenti per monitorare tempi di reazione, spostamenti, intensità. La tecnologia è un alleato prezioso.»
Come affronti i pregiudizi sul ruolo femminile nel calcio?
«Con l’esempio. Mostro alle ragazze storie di grandi portieri donne, ma soprattutto le aiuto a capire che il valore non ha genere. Il campo parla. Se sei preparata e lavori duro, nessuno può metterti in discussione.»
Come gestisci la pressione o la bassa autostima?
«Ascolto molto. Creo un ambiente dove ci si può esprimere senza paura di sbagliare. Quando una ragazza è in difficoltà, torno alle basi: esercizi semplici, obiettivi chiari, rinforzi positivi. La fiducia si costruisce un passo alla volta.»
Quali sono i tuoi principi per creare un ambiente inclusivo e positivo?
«Il rispetto è la base. Nessuna viene giudicata per un errore, ma valorizzata per l’impegno. Lavoriamo sulla comunicazione, sul supporto reciproco, sulla responsabilità condivisa. Quando una portiera si sente parte di un gruppo che la sostiene, dà il meglio di sé. La Caronnese Women gioca un ruolo strategico nel creare un ambiente positivo attraverso inclusione, educazione sportiva e coinvolgimento sociale. Il progetto femminile è parte di una visione più ampia che unisce sport valori e comunità. La nuova proprietà della Caronnese ha investito nel progetto femminile con l’obiettivo di costruire una squadra che sogna in grande, affidandosi a figure tecniche competenti e promuovendo una cultura sportiva basata su talento, passione e determinazione. L’ingresso nel campionato di Serie C e la collaborazione con Independiente Ivrea Women rafforzano la volontà di creare un polo sportivo femminile di riferimento.»
Il ruolo dell’allenatore dei portieri è spesso poco visibile ma fondamentale. Come descriverebbe la sua esperienza in questo incarico e cosa significa per lei lavorare in questo contesto?
«È un ruolo di grande responsabilità e attenzione ai dettagli, perché i portieri hanno esigenze tecniche e psicologiche molto specifiche. Ogni giorno cerco di trasmettere professionalità e passione, aiutando le ragazze a crescere non solo sul campo ma anche come persone. E qui, voglio cogliere l’occasione per ringraziare lo staff tecnico, in particolare La Team Manager e staff organizzativo Milena Ambrosoli. La Tessitrice: con cura e precisione organizza, intreccia i fili invisibili e custodisce l’armonia quotidiana tra documenti e logistica.
Un grazie speciale al mister Massimo Marsich, che con entusiasmo e competenza guida la squadra.
Al preparatore atletico Thomas Crespi, sempre al nostro fianco con dedizione e professionalità.
Il magazziniere, Paolo Rossoni bergamasco, che con precisione e dedizione, custodisce l’essenza della squadra attraverso ogni maglia e ogni dettaglio.
Filippo Besana Osteopata, osteopata: tra ossa e muscoli, ogni gesto cura e ogni forza rigenera. E tutta la società Caronnese: Il Presidente Egidio Terenziani, guida sicura e Capitano della rotta. Custodisce la visione del club, partecipa alle decisioni strategiche e garantisce stabilità.
Il Vice Presidente Riccardo Gioia, promotore di progetti di inclusione e appartenenza. Porta equilibrio e supporto, affiancando la presidenza nelle scelte cruciali.
Il Direttore Generale Emiliano Nitti: “architetto”, ideatore, professionista capace. Disegna la struttura sportiva e organizzativa del club, promuove e coordina risorse e progetti con dedizione e grande professionalità. Fabrizio Volontè, Team Manager del maschile e responsabile Marketing. Il Cantastorie: con passione trasforma sacrifici e successi in racconti che uniscono tifosi, sponsor e giocatrici. il loro supporto costante mi permette di lavorare nelle migliori condizioni e di sentirmi parte di un progetto condiviso. Senza questa collaborazione, il mio lavoro non avrebbe lo stesso valore»






