Per combattere la violenza sulle donne ognuno deve fare la sua parte. È su questa convinzione comune che ACF Arezzo e l’impresa casentinese TLF hanno ideato Nessuno in panchina contro la violenza, la campagna di sensibilizzazione che sarà presentata domenica 28 novembre allo Stadio comunale “Città di Arezzo”. Grazie al contributo dell’azienda di Corsalone, infatti, porteremo all’interno delle mura dell’impianto sportivo cittadino una panchina rossa, simbolo del contrasto alla violenza di genere.

Una data non casuale, quella dell’ottava gara di campionato per le citte amaranto. Si tratta della prima domenica successiva alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2021, il prossimo 25 novembre. Una ricorrenza che noi e TLF consideriamo tanto importante da volerne riproporre il significato tutte le domeniche in cui sarà possibile. L’inaugurazione della panchina rossa si svolgerà prima del fischio d’inizio del match ACF Arezzo – Pinerolo, in programma per le 14:30 proprio allo stadio comunale. Una gara cruciale per il girone di andata del campionato, che contrappone le due squadre al momento capolista a pari merito della competizione.

La violenza di genere è un problema che dobbiamo affrontare ora, uomini e donne insieme. È la visione condivisa dagli organizzatori di “Nessuno in panchina contro la violenza”, che hanno unito le forze per arricchire l’architettura del Comunale in modo duraturo, grazie al simbolo di questa lotta di civiltà. Dopo il match contro il Pinerolo del 28 novembre, la panchina rossa sarà presente allo Stadio “Città di Arezzo” nelle partite che le calciatrici amaranto giocheranno in casa. Un progetto che ha le carte per diventare un esempio nel mondo sportivo anche oltre i confini del territorio aretino.

Il senso di questa iniziativa è coinvolgere più persone possibile nella sensibilizzazione verso un tema che troppo spesso viene considerato una questione da scaricare esclusivamente sul genere femminile”, dichiara Massimo Anselmi, presidente di ACF Arezzo. “Nella stragrande maggioranza dei casi, la violenza sulle donne viene agita da uomini. Credo fortemente che lo sport – e in particolare il calcio – debba impegnarsi in ogni occasione possibile ad aiutare la società civile a crescere”.

Tutti noi che operiamo a vario titolo nella macrostruttura calcio abbiamo il dovere morale di rappresentare valori come la lealtà e il rispetto nei confronti del prossimo. Non possiamo credere che ci sarà sempre qualcun altro pronto a fare una battaglia mentre noi stiamo a guardare. Non possiamo lasciar sole le donne vittime di violenza. Mandare dei segnali chiari e contribuire attivamente ad una battaglia di civiltà è uno degli impegni morali che chiunque opera nel nostro settore deve implicitamente perseguire. Perché c’è una panchina rossa in campo? Ecco, parlarne e non nascondere il problema è il primo passo per debellare uno dei mali più subdoli che la nostra società si porta da dietro da tanto, troppo tempo”.