Può essere il calcio ambasciatore di un messaggio di pace, libertà, diritti umani? In una terra, l’Afghanistan, dove essere donne significa dover lottare ogni singolo giorno per conquistarsi questi diritti, così apparentemente scontati, mettere degli scarpini ai piedi ed inseguire un pallone su un rettangolo verde può essere un grande messaggio, un grido di libertà.
Ecco, dunque, il profondo significato che può assumere una semplice partita di calcio, organizzata a Camp Arena, sede della base italiana a Herat: da una parte, una selezione di soldatesse del contingente italiano, guidate dalla capitana Vincenza Versace; dall’altra, le donne del Bastan Football Club. Così, per 90 minuti, sono scomparse tutte le differenze, e davanti agli occhi di un pubblico festante vi sono state solamente delle donne ad inseguire un pallone rotondo. Le afghane, sotto il velo e le calzamaglie, nascondono tecnica da vendere, tanto che alla fine, seppure ai rigori, sono loro a spuntarla. E la gioia contagia tutti, per una vittoria che va al di là del risultato del campo.
“E’ stata una giornata bellissima, – spiega ad AdnKronos il tenente colonnello Angelo Vesto, portavoce del contingente militare italiano in Afghanistan – di abbracci e gioia tra le giocatrici. Tutto si è svolto di fronte a un pubblico anch’esso entusiasta. Erano presenti anche le autorità locali. Il Bastan Football Club, che milita nei campionati locali, è solo una delle squadre di calcio femminili qui presenti: perfino il calcio in rosa sta cominciando a rientrare nella normalità…”
Già, perché in Afghanistan si sta facendo tanto per i diritti, in particolare quelli delle donne. “Nel giorno del capodanno afghano, il 21 marzo, è venuta alla nostra base Naheed Farid. Ha raccontato che da ragazzina, quattordici anni fa, le era del tutto proibito uscire da casa ad Herat. Andare a scuola, neanche a parlarne. Oggi è una donna del Parlamento. Alcune donne, dopo corsi di formazione professionale, oggi sono parrucchiere, estetiste e sarte. Svolgono la loro attività a casa, ma lavorano”.
Non a caso, lo slogan pensato per la partita è stato ‘A Match for women’s rights … not just on March the 8th’. In Afghanistan c’è ancora molto da fare nel cammino per la libertà. Ma la strada tracciata, anche attraverso il calcio, è quella giusta.