Il secondo ostacolo per l’Italia nella Cyprus Cup 2018 sarà il Galles, altro movimento calcistico in crescita. Prima in classifica nel proprio girone nella road to France, la truppa della Ludlow è pronta a stupire anche in quel di Cipro. Obiettivo migliorare il sesto posto della scorsa annata.

Il 2017 è stato un anno in chiaroscuro per la selezione gallese. Da un lato c’è stata la mancata qualificazione all’ultimo europeo in terra olandese, anche se dall’altro si è assistito ad una buona crescita qualitativa, che è culminata con l’attuale primo posto nel girone di qualificazione al mondiale. Ma procediamo per gradi.
Il primo evento è stata la Cyprus Cup, terminata con un più che onorevole sesto posto dopo la sconfitta, ai calci di rigore, nella finalina contro la Scozia. Bilancio reso comunque positivo dal bottino della fase a gironi, chiusa con una vittoria (0-2 contro l’Ungheria con reti di Ward ed Estcourt), un pareggio (0-0 vs Repubblica Ceca) e una sconfitta (McCabe decisiva per l’Irlanda). Nella pausa estiva, senza ovviamente l’europeo, la selezione guidata da Jayne Ludlow ha sostenuto delle partite amichevoli di un buon livello, dove ha raccolto una bella vittoria contro il Portogallo (2-0) e una sconfitta contro le poi future campionesse europee dell’Olanda (manita comunque formativa). Infine, a chiudere questo riepilogo annuale, è arrivato un prezioso, quando per certi versi inaspettato, exploit nel girone di qualificazione al Mondiale di Francia 2019.
Al momento la classifica dice primo posto Galles, grazie alle tre vittorie e un pareggio finora collezionate. I tre successi sono arrivati nella doppia sfida contro il Kazakistan (Fishlock match-winner all’andata, Ward decisiva al ritorno) e nella trasferta sul campo della Bosnia (altro 1-0). Unico piccolo stop, fino a questo momento, è stato il pareggio a reti bianche contro la Russia. Adesso tanta attesa per il big-match del 6 Aprile, quando andrà in scena il derby britannico contro l’Inghilterra, seconda in classifica ma con una partita in meno. Da qui si capiranno le vere aspirazioni della truppa delle “draghesse”.

TATTICA
La mente-guida della nazionale gallese è Jayne Ludlow, colonna portante dell’Arsenal femminile tra il 2000 e il 2013. La sua infanzia, oltre che dall’approccio al mondo calcistico con la militanza in una squadra maschile sino ai 12 anni, viene caratterizzata anche dalle buone prestazione nell’atletica (detentrice del record britannico nel salto triplo U17), nel basket e nel netball. Nonostante ciò il primo amore rimane il calcio, infatti, insieme al percorso di studi, decide di continuare il suo viaggio nel mondo del pallone volando brevemente negli States (in Pennsylvania) per poi terminare il processo di formazione tra Milwall e Southampton. Ma è con l’Arsenal che arriva la vera svolta, infatti con le Ladies biancorosse si afferma sia a livello nazionale che continentale vincendo la bellezza di 9 campionati, 6 FA Cups e una UEFA Women’s Cup. A ciò vanno aggiunti anche i trofei personali, con il premio di miglior giocatrice inglese conquistato nel 2001, 2003 e 2004. La sua figura, però, è diventata importante nel calcio inglese per la sua capacità di imporsi come una delle più forti centrocampiste “box-to-box” della storia, complice anche il discreto feeling con il gol (da segnalare le sue 24 reti nella stagione leggendaria del 2007, terminata con il poker Campionato- FA cup – Women’s League Cup – UEFA Women’s Cup, o le 28 messe a segno all’esordio assoluto).
Curiosità: i suoi modelli per la carriera calcistica sono stati Pelè e Roy Keane, anche se da molti addetti ai lavori è stata paragonata al collega maschio Freddie Ljungberg per il suo modo di giocare. Dopo aver appeso le scarpe al chiodo nel 2013, a causa anche di una serie di infortuni, l’avventura nel mondo del calcio per la Ludlow non si è fermata. Infatti, dopo una collaborazione con le nazionali giovanili gallesi e un breve trascorso lavorativo insieme a Patrick Vieira, nel Febbraio del 2014 è arrivata la chiamata sulla panchina del Reading, con cui ottiene un grande terzo posto nella seconda serie inglese, grazie all’exploit di Fran Kirby (capocannoniere con 24 reti), e prepara le basi per la promozione dell’anno successivo. Qui però la sua avventura dura solo una stagione, infatti al termine dell’anno si chiude l’avventura con le “Royals” ed si apre quella con la nazionale femminile del Galles, con cui ha iniziato un progetto che ha come fine quello di qualificarsi al Mondiale francese del 2019.

Nell’ultimo periodo il dettame tattico della Ludlow è stato il classico 4-4-2, che finora si è dimostrato una carta vincente nelle qualificazioni al prossimo mondiale. La chiave di volta è stata la difesa d’acciaio delle “draghesse”, che in quattro partite giocate non hanno concesso nemmeno una rete alle avversarie. In parte, questo traguardo, è arrivato grazie alle parate di Laura O’Sullivan, improvvisata portiere in quel di Cardiff nel 2011 e adesso diventata una colonna portante della sua nazionale.
Davanti, invece, la giocatrice di maggior spessore è Jess Fishlock, non a caso la numero 10, a cui viene lasciata completa libertà di azione alle spalle della punta. In mezzo importante anche il cuore di capitan Ingle, oggi in forza al Liverpool, che ha la straordinaria capacità di giocare sia come centrocampista centrale sia come pilastro difensivo nell’ormai moderno ruolo di regista basso. Inoltre, in occasione di questa Cyprus Cup, attenzione anche alle nuove leve gallesi, tra tutte spiccano i nomi del duo classe 2001 formato da Alice Griffiths e Amina Vine.

LA STELLA: JESS FISHLOCK
Il punto di riferimento di questa nazionale, oltre al capitano Ingle, è senza dubbio la numero dieci Jessica Anne Fishlock (per gli amici “Jess”). Senza esagerare si può considerare come una delle giocatrici più importanti della storia del calcio femminile gallese, non solo grazie alla miriade di trofei vinti in giro per il mondo ma anche dall’alto delle oltre 100 presenze collezionate con la maglia della nazionale (record assoluto sia a livello maschile che femminile). Una predestinata sin da subito, infatti all’esordio in prima squadra con il Cardiff fa immediatamente scintille imponendosi con 19 reti in 23 presenze e lasciando tutti a bocca aperta per le sue qualità, definite una rarità in terra britannica dall’allora capitano Laura McAllister. Nel 2008 scrive il secondo step importante della sua carriera, diventando la prima giocatrice “britannica” a giocare in Olanda, qui vince il campionato per due anni consecutivi con l’AZ. Dopo una breve nuova apparizione in patria con il Bristol City (apice il premio di miglior giocatrice a livello nazionale vinto sia nel 2011 che nel 2012), la Fishlock vola in Australia per predicare il suo verbo calcistico. Anche qui, oltre che alla classe, non mancano i successi immediati. Infatti, dopo aver sfiorato la vittoria del campionato nel primo anno, al secondo tentativo conduce al trionfo il Melbourne in una “once in a lifetime occasion”.
In mezzo alla sua avventura australiana, precisamente nelle pause di off-season, la campionessa gallese si diletta anche in alcuni ritorni in Europa tra Glasgow e Francoforte. In particolare nell’avventura tedesca svolge un ruolo importante nella vittoria della Champions League, infatti pur non giocando la finalissima a causa del ritorno in Australia per l’inizio della stagione agonistica, viene considerata una pietra miliare nel successo europeo del Francoforte. Infine, a chiusura di una carriera fin qui pazzesca, va citata l’ennesima impresa compiuta nella terra dei Canguri nell’ultima stagione, ovvero la vittoria del Women League con il Melbourne per la terza volta consecutiva. Ma stavolta non è come tutte le altre, poiché è una vittoria sia da calciatrice (on the field) che da aiuto-allenatore (on the bench). Dal Sidney Herald è stata così descritta:

«Fishlock is not just a leader, (she is) a driver, a deliverer of self belief for herself and her team. Yes, she can run, chase and tackle. But she can also play. More than a bit. What sets her apart is her touch and vision, her ability to sum up the situation quickly and find a pass, play in a team-mate, or, when necessary, take on the responsibility herself when a game needs to be taken by the scruff of the neck. She, more than anyone else, is the reason that Melbourne City has now won an unprecedented three W-League titles in a row».

La descrizione non di una semplice calciatrice, ma di un’icona, un simbolo che ha riscritto e ha influenzato la storia del Melbourne e dell’intero movimento calcistico australiano. Un esempio per qualsiasi ragazza che voglia mettersi in gioco in uno sport storicamente dai tratti maschili. Una guida vivente di come essere vincenti. Dal punto di vista prettamente tecnico e tattico, c’è poco da dire. La Fishlock è il tipico numero 10. Destro piede forte, grande classe, ottima visione di gioco, ma soprattutto c’è una capacità incredibile nel saper trascinare le proprie compagne, anche essendo un vero e proprio “coach on the field”. Non a caso la si vede spesso giocare a tuttocampo, tornando, ripiegando, lasciando l’anima sul terreno di gioco. Una condottiera nata, dentro e fuori dal manto erboso.

LA PROMESSA: ALICE GRIFFITHS
Una delle nuove leve da tener d’occhio è senza dubbio Alice Griffiths, centravanti classe 2001 cresciuta nel settore giovanile del LLwycoed, squadra inclusa nella zona di Aberdare e Rhonnda. Negli ultimi anni la Griffiths è stata attenzionata in quanto era l’unica ragazza a militare in un campionato esclusivamente maschile. La sua storia con la nazionale, invece, ha avuto inizio nell’Aprile di due anni fa, quando è stata chiamata per il consueto training camp della selezione U17 femminile in ottica dell’europeo di categoria. Qui ha subito impressionato gli addetti ai lavori, tanto da meritarsi la conferma per la competizione ospitata in Repubblica Ceca. Il risultato fu di cinque presenze e un gol segnato, in occasione del match contro la Turchia.
Nell’ultima stagione non è andata altrettanto bene l’avventura con l’U17 gallese, in quanto è arrivata l’eliminazione già al primo turno. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, infatti a controbilanciare la delusione per l’uscita anticipata ci ha pensato la prima convocazione con la nazionale A, a cui è seguito il debutto nelle sfide contro Bosnia e Kazakistan. Dal punto di vista calcistico è una giocatrice che non si tira mai indietro, grande grinta, voglia di affermarsi e di non mollare nemmeno un centimetro. Calza a pennello la descrizione data dal padre della ragazza in un intervista al portale “Wales Online”:

«To be honest Alice is a very shy and quiet girl, but give her a pair of football boots and she thrives».

Tradotto in soldoni: fuori dal campo è una ragazza timida e tranquilla, ma datele un paio di scarpe e si trasforma. Per lei questa Cyprus Cup è una grande opportunità di crescita, soprattutto grazie alla possibilità di allenarsi con giocatrici del calibro della Fishlock o della Ward, che possono avere tantissimo da insegnarle.

CONVOCAZIONI GALLES FEMMINILE

Portieri
Claire Skinner (Oxford United Women, Inghilterra), Laura O’Sullivan (Cyncoed Ladies, Galles)

Difesa
Loren Dykes (Bristol City Women, Inghilterra), Sophie Ingle (Liverpool Ladies, Inghilterra), Hayley Ladd (Birmingham City Ladies, Inghilterra), Rhiannon Roberts (Doncaster Rovers Belles, Inghilterra), Amina Vine (Wales Performance Squad), Ellie Lake (Swansea City Ladies, Inghilterra), Gemma Evans (Yeovil Town Ladies, Inghilterra)

Centrocampo
Rachel Rowe (Reading Women, Inghilterra), Elise Hughes (Everton Ladies, Inghilterra), Angharad James (Everton Ladies, Inghilterra), Gwen Davies (Cyncoed Ladies, Galles), Charlie Estcourt (Bristol City Women, Inghilterra), Kayleigh Green (Yeovil Town Ladies, Inghilterra), Hannah Miles (Yeovil Town Ladies, Inghilterra) 

Attacco
Jess Fishlock (Seattle Reign, USA), Alice Griffiths (Wales Performance Squad), Nadia Lawrence (Wales Performance Squad), Helen Ward (Watford Ladies, Inghilterra), Chloe Chivers (Oxford United Women, Inghilterra), Kylie Nolan (Bristol City Women, Inghilterra), Melissa Fletcher (Reading Women, Inghilterra)

Credit photo: Seattle Reign FC

Marco Pantaleo
Classe ’94. Grande appassionato del calcio femminile, si occupa principalmente del settore internazionale. Dalle competizioni UEFA a quelle FIFA, passando per Algarve e Cyprus Cup. Dovunque rotola un pallone, c’è sempre una storia affascinante da raccontare. Aspirante giornalista, il sogno del cassetto è quello di diventare un telecronista, per poter accompagnare le grandi imprese (calcistiche e non) con la mia voce.

3 COMMENTI

  1. J. Fishlock ha giocato anche tutte le partite di campionato USA militando nel Seattle Reign dal 2013 al 2017 e molto probabilmente ci sarà anche nel prossimo campionato che inizia a fine marzo.

    • Gentile Sig. Giovani Bonifacio,
      certamente Fishlock ha giocato anche negli States, però per motivi logistici ho deciso di concentrarmi più sulll’esperienza oceanica in quanto ha davvero lasciato un segno importante nella W-League australiana. Ovviamente anche per la stagione del 2018 sarà presente tra i ranghi di Seattle per dare il suo contributo, come dichiarato nel Novembre scorso dal club statunitense.
      Grazie per il suo commento e continui a seguirci!
      Marco Pantaleo

  2. Bravissimo Marco Pantaleo…grandissima risorsa per farci conoscere il calcio femminile internazionale!

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