Quali sono i requisiti per essere considerati tesserati e in cosa consiste effettivamente il tesseramento sportivo?
Il tesseramento è l’atto con cui gli atleti aderiscono ad una determinata federazione sportiva con l’obbligo di soggiacere alle disposizioni  inserite nei regolamenti e statuti della medesima federazione. Solitamente, il tesseramento alla federazione avviene per il tramite di una società sportiva, in altri casi può sussistere il tesseramento diretto alla federazione.
Attraverso il tesseramento si entra ufficialmente  nel sistema sportivo e tale atto derivano tutta una serie di diritti e doveri. Nel gioco del calcio, il tesseramento è disciplinato dall’art. 36 e ss. delle N.O.I.F.
Occorre chiarire che  il tesseramento non è riservato esclusivamente agli atleti, nel contesto le calciatrici, ma coinvolge anche dirigenti federali e sociali, nonché gli arbitri ed i tecnici.
Per quanto concerne il tesseramento dei calciatori (e delle calciatrici), il procedimento inizia con la richiesta sottoscritta dall’atleta inviata alla Federazione, attraverso la società per cui si presterà la propria attività, su appositi moduli forniti dalla relativa Lega di competenza.  Il deposito della suddetta richiesta è il momento in cui inizia a decorrere il tesseramento.
Dal lato società, esistono dei limiti al tesseramento di giocatrici. Facendo espresso riferimento al calcio dilettantistico ed in particolare a quello femminile le società possono tesserare un massimo di due calciatrici extracomunitarie ed illimitatamente le calciatrici comunitarie, comprese le atlete italiane provenienti da Federazione estera.
Trattando nello specifico la figura della atleta, ma ciò vale anche nel calcio dilettantistico maschile,  è importante notare che con il tesseramento si genera un obbligo particolarmente importante, il cosiddetto “vincolo sportivo”, ossia una limitazione alla libertà contrattuale della sportiva, la quale è in un certo senso “succube” della società.
A seguito della celebre sentenza Bosman (15.12.1995) il vincolo per i calciatori professionisti è stato definitivamente abrogato, permettendo agli atleti di accasarsi in società diverse una volta concluso il contratto con il proprio club.
Per il dilettantismo e quindi anche per il calcio femminile, la situazione, almeno in Italia è differente. Infatti se prima la atleta era vincolata a vita ad una società ora viene fissato un limite di età oltre il quale la giocatrice può svincolarsi. Tali limite è diverso in ogni sport, nel calcio è di 25 anni.
Si è discusso e si discute tuttora molto della legittimità di tale vincolo, in quanto se è vero che esso costituisce una limitazione per l’atleta, è anche vero che esso rappresenta una tutela per i club minori che investono sui giovani. Tuttavia non si deve  pensare che tale vincolo sia insuperabile come dimostrano i numerosi trasferimenti tra club di giocatori/giocatrici di età inferiore ai 25 anni. Ciò è possibile grazie all’istituto dello svincolo, che consente appunto di sciogliere anzitempo il vincolo sportivo.
Delle ipotesi di svincolo  parleremo nel prossimo articolo.

Cristiano Novazio
Avvocato in Milano, Esperto di Diritto Sportivo
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