Michele Kang, filantropa e imprenditrice nata in Corea del Sud e naturalizzata statunitense, soprannominata da molti “Boss Queen”, vanta un master alla prestigiosa Yale School of Management e un patrimonio che si aggira intorno ai 1.2 miliardi di dollari.
L’interesse per il calcio non ha sempre fatto parte della sua vita: lei stessa ammette di essersi avvicinata a questo mondo solo dopo il successo della Nazionale Statunitense ai Mondiali del 2019.
Da allora, però, ha costruito un impero. Nel 2022 ha acquisito il Washington Spirit in NWSL, l’anno successivo il London City Lionesses in Women’s Championship, e nel 2023 l’Olympique Lyonnais Féminin in Division 1 Arkema.
Nel 2025 è diventata presidente della società proprietaria dell’OL, l’Eagle Football Group, contribuendo a risanare anche il settore maschile del club, in difficoltà economiche.
L’obiettivo è chiaro: investire e dare visibilità al calcio femminile. Kang considera le sue acquisizioni solo il primo passo verso una crescita globale.
Il London City Lionesses, neopromosso in WSL, si è reso protagonista di un mercato di assoluto livello, con arrivi come Danielle van de Donk, Sanni Franssi, Isa Kardinal, Teyah Goldie, Nikita Parris, Elena Linari, Jana Fernández, Kosovare Asllani, Katie Zelem e Alana Kennedy.
Anche l’OL Féminin ha rinforzato la rosa con nomi di spessore: Ingrid Engen, Jule Brand, Marie-Antoinette Katoto, Korbin Albert, Lily Yohannes e Ashley Lawrence. In panchina è arrivato Jonatan Giráldez, reduce dall’esperienza vincente al Barcellona, poi scelto da Kang anche per guidare il Washington Spirit.
Proprio il Washington Spirit ha fatto un colpo storico: l’ingaggio dell’azzurra Sofia Cantore, prima calciatrice italiana a giocare in NWSL.
Kang rappresenta una fonte di risorse senza precedenti per un settore che spesso vive in dipendenza dalle società maschili e che raramente dispone di mezzi adeguati per strutture e organici competitivi.
“Il calcio femminile ha bisogno di investimenti, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo, Europa, Asia, Sud America, America Latina”, ha dichiarato a ESPN. “Voglio accelerare questo processo.”
Ma il modello multi-club apre interrogativi: la concentrazione di talenti all’interno delle squadre di Kang potrebbe generare un “mercato interno” e conflitti di interesse nelle competizioni europee. La risposta di Kang è netta:
“Sono consapevole delle connotazioni negative della multi-club ownership nel calcio maschile. Ma nel femminile non è un lusso o avidità: è una necessità. Purtroppo non ci sono così tanti soldi da investire nel calcio femminile a causa della mancanza di ricavi mediatici. Ci servono più squadre per unire risorse e fare ricerca a livello centrale. Non possediamo più club per favorirne uno in particolare. Se le mie squadre si affrontano? Che vinca la migliore.”
Con tre club distribuiti in altrettanti campionati di vertice e un modello di investimento innovativo, fondato su un’ideologia importante “allenare le donne come donne, piuttosto che copiare gli approcci del calcio maschile”, Michele Kang si è imposta come una delle figure più influenti del calcio femminile mondiale. E tutto lascia pensare che non abbia alcuna intenzione di fermarsi.






