«Quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo», direbbe l’iconica Maryl Streep nel cult Il Diavolo veste Prada a una Anne Hathaway del tutto ignara di quello che l’aspetterà nel corso del film. Moda e calcio possono coesistere, e lo dimostra proprio la Serie A femminile.
Il Como Women nella sua ultima linea ha unito eleganza e classe a un design semplice, ma davvero d’impatto: mantenendo il bianco e il nero, li ha applicati a una serie di kit che mettono l’eleganza davanti a tutto, senza però perdere il focus legato alla vestibilità in campo. Al di là di questo caso piuttosto isolato, in cui si è provato a portare l’eleganza all’interno del calcio, è nata una nuova moda: il blokecore.
Le appassionate e gli appassionati di calcio potrebbero cominciare a fare leva su questa tendenza come una “scusa” per poter uscire indossando una maglia della loro beniamina – o del loro beniamino. Il blokecore è infatti una nuova tendenza che prevede indossare la maglia di una squadra abbinata a un altro capo d’abbigliamento, solitamente casual. In sostanza, se una persona indossa la maglia della Roma, della Juventus o dell’Inter, per citarne alcune, e vi abbina un pantalone, un jeans o una gonna e un paio di scarpe da ginnastica, sta seguendo il blokecore.
Se poi la maglia che si sceglie di indossare è vintage e ha quindi il sapore di un’altra epoca, meglio ancora. Il blokecore è infatti nato strizzando l’occhio alla cultura calcistica degli anni ’80 e ’90 e affonda le sue radici in Inghilterra, dove la passione per il calcio e per il vintage sono parecchio diffusi nei negozi. Altri elementi chiave sono cappelli, borse a tracolla e occhiali: quella maglia non è più un gioiello da sfoggiare soltanto allo stadio, bensì un vero e proprio capo da indossare nel quotidiano.
Non sono mancate le critiche. Le vere amanti e i veri amanti del calcio ritengono la trovata eccessiva, in quanto si allontana dallo spirito di questo sport: indossare una maglia che dovrebbe essere simbolo di un’identità precisa al di fuori del rettangolo verde è infatti considerato come fuori luogo, in quanto una maglia da calcio nasce per il campo e per stare lì, per essere vissuta a ogni gol, a ogni azione, a ogni cartellino giallo.
Questa moda ha provato a imporsi già nel 2023, nel 2024 è poi esplosa, ma è forse in questo momento che sta attraversando il suo periodo di massimo splendore. Se prima scendere in strada con una maglia con sulle spalle riportato il nome di una calciatrice o di un calciatore era una specie di spada di Damocle sulla testa che andava contro l’estetica, adesso le cose sono cambiate: complici le ali dell’entusiasmo dopo l’Europeo, potrebbe diffondersi sempre di più questa moda, che darebbe una nuova dignità a una maglia.
Chissà cosa ne penserebbe Miranda Priestley.






